La risonanza magnetica (RM) di perfusione (in inglese “perfusion-weighted imaging”, PWI) è una particolare sequenza di studio di risonanza magnetica basato sull’uso di un mezzo di contrasto che permette di analizzare lo stato di perfusione del cervello (cioè la sua irrorazione da parte della circolazione del sangue) e la permeabilità dei vasi.
A cosa serve la risonanza magnetica di perfusione?
L’intensità del segnale associato al mezzo di contrasto diminuisce quando la sostanza passa attraverso un’area andata incontro a infarto cerebrale. Per questo la RM di perfusione può essere necessaria dopo un ictus per valutare la localizzazione e l’estensione dei danni. Inoltre può essere utilizzata per caratterizzare i tumori e i cavernomi cerebrali, malformazioni vascolari del cervello.
Chi può sottoporsi alla risonanza magnetica di perfusione?
La risonanza magnetica può essere controindicata ai portatori di pacemaker (tranne quelli esplicitamente compatibili di recente introduzione), ai pazienti con alcuni tipi di protesi alle valvole cardiache e di impianti metallici e in generale in presenza di corpi estranei metallici nel corpo umano. Tali situazioni comunque vengono preventivamente valutate dal medico responsabile dell’esecuzione dell’esame.
Per i pazienti claustrofobici è presente un’apparecchiatura, una risonanza magnetica aperta, studiata apposta per favorire l’esame ai pazienti che soffrono di claustrofobia.
Come si svolge la risonanza magnetica di perfusione?
L’esame viene eseguito in un macchinario all’interno del quale viene fatto scorrere il lettino su cui è adagiato il paziente, sdraiato sulla schiena. Durante la procedura l’apparecchio scansiona l’area da analizzare, inviando le informazioni a un computer in grado di elaborarle restituendo le immagini che saranno analizzate dal medico. In genere una risonanza magnetica dura tra i 30 e i 60 minuti, durante i quali, se necessario, può essere somministrato un sedativo. La risonanza magnetica di perfusione fa parte di questo esame che dura pochi minuti. L’iniezione del mezzo di contrasto avviene in genere attraverso una vena nel braccio e non richiede particolari precauzioni alla fine dell’esame.
La risonanza magnetica di perfusione è un intervento doloroso e/o pericoloso?
La risonanza magnetica è una procedura sicura e indolore. L’uso del mezzo di contrasto è però associato, sebbene molto raramente, al rischio di reazioni allergiche ed altrettanto raramente a problemi legati alla sua eliminazione in pazienti che hanno insufficienza renale grave. Per questo è importante informare il medico nel caso in cui si soffra di allergie o sia nota una grave insufficienza renale.
Norme di preparazione
Per consultare eventuali norme di preparazione all’esame, è possibile visitare la pagina dedicata (cliccando qui).