Il pap test è un esame per la diagnosi precoce e tempestiva del tumore al collo dell’utero (cervice uterina ) e rappresenta quindi il metodo di prevenzione più efficace. Il suo nome deriva dal cognome del medico (Georgios Papanicolaou) che lo inventò e lo propose alla classe medica negli anni Trenta. Consiste in un prelievo di cellule dal collo dell’utero e dal canale cervicale.
Nel pap test tradizionale l’operatore preleva una piccola quantità di secrezioni dal collo dell’utero tramite un piccolo spazzolino, disponendole su un vetrino e fissandole con uno spray apposito. Su questo campione – nello specifico sulle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice nella parte che sporge nel canale vaginale – viene eseguito l’esame citologico in laboratorio, esaminandolo con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato.
Da alcuni anni al pap test tradizionale si è sostituito il pap test in fase liquida, chiamato anche esame citologico in fase liquida o Thin Prep. Si tratta di un test di screening il cui fine principale è quello di individuare nella popolazione femminile, oltre alla presenza di possibili infezioni di tipo micotico, batterico o virale, possibili cellule alterate della cervice e del collo dell’utero. Il Thin Prep è considerato l’evoluzione del pap test perché, a differenza di quest’ultimo in cui le cellule prelevate sono strisciate sul vetrino e il preparato risulta composto da cellule sovrapposte e aggregate disordinatamente, le cellule si distribuiscono e si dispongono in strato sottile, non si aggregano né si sovrappongono in maniera disordinata. Nel Thin Prep le cellule prelevate sono un campione rappresentativo privo di materiale quali sangue, muco o detriti non diagnostici, che possono interferire nell’analisi delle cellule stesse.
Una volta effettuato il prelievo, il ginecologo introduce le cellule in un liquido di conservazione, invece di fissarle sul vetrino, questo evita di farle aggregare disordinatamente. Il boccettino contenente il prelievo viene inviato al laboratorio, dove una macchina separa automaticamente le cellule dal materiale non necessario e interferente, come sangue e muco in eccesso. Un campione rappresentativo di cellule viene trasferito sul vetrino, che appare così pulito e libero da strati di materiale sovrapposto.
Ciò migliora la qualità e la rappresentatività del campione e tale differenza incide sulla sensibilità diagnostica e riduce significativamente il numero dei campioni inadeguati e il numero delle diagnosi dubbie che richiederebbero la ripetizione del prelievo. Inoltre, le cellule rimanenti non utilizzate nell’analisi vengono conservate in modo che se verranno richiesti test addizionali, la paziente non dovrà sottoporsi a un secondo prelievo.
Si tratta di un esame semplice, veloce e indolore, le pazienti che vi si sottopongono provano solo un leggero fastidio nel momento in cui il ginecologo preleva con una spatolina le cellule della mucosa del collo dell’utero. Un ulteriore vantaggio è poi dato dalla possibilità di associare a questo test la contemporanea ricerca dei genotipi ad alto rischio del Papillomavirus (HPV).
Che cos’è il pap test?
È un test di prevenzione che si effettua per individuare il tumore al collo dell’utero, la parte finale dell’utero collegata direttamente alla vagina. Il tumore al collo dell’utero è dovuto alla persistenza nelle cellule dell’infezione da HPV (Human Papilloma Virus), un virus che si trasmette sessualmente. La presenza del virus e le modificazioni cellulari vengono individuate efficacemente dal pap test. Il test è quindi indicato nella popolazione femminile sana come test di screening.
A che cosa serve il pap test?
Il pap test è un esame che consente di individuare le anomalie delle cellule del collo dell’utero che precedono di molti anni l’insorgenza di un tumore. Consente quindi di ridurre il rischio di diagnosticare il tumore quando si trova già in uno stadio avanzato, potendolo così trattare in modo conservativo.
Già all’inizio dell’attività sessuale le femmine sono esposte a diversi fattori di rischio per lo sviluppo del tumore cervicale. Tra questi il più importante è, come abbiamo detto, l’infezione da Human papilloma virus (HPV), un virus che causa lesioni genitali ed è considerato la prima causa di tumore della cervice uterina (da tenere in considerazione, che l’infezione non porta necessariamente allo sviluppo del tumore, poiché l’organismo combatte efficacemente il virus in più del 90% dei casi). Proprio per questo motivo le indicazioni più recenti suggeriscono che al pap test vada abbinata anche la ricerca del DNA virale.
Sono previste norme di preparazione?
È consigliato evitare rapporti sessuali, lavande vaginali e/o terapie per via vaginale per almeno 3 giorni prima del prelievo. Il giorno dell’appuntamento non deve coincidere con il ciclo mestruale né con i 3 giorni che lo precedono o lo seguono
Per consultare eventuali norme di preparazione all’esame, è possibile visitare la pagina dedicata (cliccando qui).
Quando fare il pap test?
Le persone di sesso femminile tra i 25 ed i 29 anni di età vengono invitate a effettuare il pap test ogni tre anni, mentre quelle fra i 30 e i 64 anni vengono invitate a eseguire un test HPV ogni cinque anni (in Lombardia l’estensione a tutto il territorio regionale e il completamento del passaggio da pap test a test HPV saranno completati entro il 2025). Il test HPV infatti ha una maggior specificità del pap test e permette un’identificazione delle persone ad alto rischio anticipatamente; pertanto il test può essere fatto ogni 5 anni anziché ogni 3 (come il pap test).
Per le femmine con ciclo vaccinale anti-HPV completato entro il compimento del quindicesimo anno di età il primo test di screening è offerto a 30 anni con ricerca dell’HPV.
L’esame può essere effettuato in tutte le fasi del ciclo mestruale, eccetto che nella fase di flusso pieno: il sangue mestruale potrebbe infatti impedire la corretta visione delle cellule cervicali. Se le mestruazioni dovessero sopraggiungere in prossimità del test, è necessario rimandare l’esame e concordare un nuovo appuntamento. L’uso di contraccettivi orali o locali o la presenza della spirale intrauterina non interferiscono con il risultato del test.
Anche chi fosse vaccinata contro l’HPV deve sottoporsi regolarmente al pap test perché, anche se il rischio di tumore al collo dell’utero è meno elevato, non è mai del tutto assente.
Il pap test può essere effettuato anche in gravidanza, senza che questo arrechi danni al feto o al decorso della gravidanza stessa.
Il pap test è doloroso o pericoloso?
L’esame non è né doloroso né pericoloso, fatta eccezione per il disagio che si potrebbe avvertire in maniera più evidente durante il prelievo. Le persone che soffrono di allergia al lattice devono avvisare i sanitari per la scelta di guanti idonei alla procedura.
Come funziona la procedura del pap test?
Il pap test è un esame semplice e veloce. Dura pochi minuti e può essere eseguito dal ginecologo in ambulatorio durante le visite di routine, oppure essere effettuato da personale paramedico (ostetrico). L’esame si effettua dopo aver introdotto in vagina lo speculum, in modo da rendere visibile la cervice uterina. Il prelievo avviene passando e ruotando delicatamente la spatola di Ayre sul collo dell’utero e in seguito introducendo uno spazzolino (cytobrush) nel primo tratto del canale cervicale.
Ultimo aggiornamento: Giugno 2024
Data online: 2014