L’Unità Operativa di Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino fornisce le più innovative cure e strategie terapeutiche ai pazienti affetti da queste patologie, secondo le più attuali evidenze scientifiche. Il Centro di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali fornisce un approccio multidisciplinare alle MICI, con l’ausilio di specialisti esperti nel campo e con le tecnologie più innovative.
Tali caratteristiche sono state recentemente sottoposte ad una valutazione oggettiva ed indipendente da parte di una società inglese, la KPMG, che si occupa di monitorare la qualità dei Centri di riferimento. Nel periodo maggio-giugno 2014, il nostro Centro, insieme con altri sette Centri di riferimento mondiali in Europa e Canada, è stato considerato quale modello di eccellenza tra i migliori al mondo per qualità complessiva delle cure. In particolare, oltre allo staff multidisciplinare medico, chirurgico, radiologico e infermieristico, il Centro è risultato essere l’unico al mondo dotato della figura dello psicologo esperto in malattie infiammatorie croniche intestinali, segno della particolare attenzione che rivolgiamo ai pazienti nella loro globalità, rispetto ai puri sintomi intestinali.
La KPMG ha pertanto concluso che il nostro standard dovrà essere preso a modello, insieme agli altri Centri mondiali inclusi nell’analisi, per tutti gli altri Centri che vogliano essere riferimento per le MICI. A tale scopo, siamo ora impegnati a elaborare e quantificare i parametri di qualità delle cure che dovranno essere valutati in tutti gli altri Centri.
L’obiettivo è mettere a disposizione del paziente un programma completo e “su misura” di diagnosi e cura.
Accanto all’assistenza medica ai pazienti, il Centro è sempre stato impegnato in maniera importante nelle attività di ricerca per nuove cure o strategie diagnostiche e/o terapeutiche. Al paragrafo “Trials”, è presente una breve descrizione degli studi clinici in corso o di prossima apertura durante il 2016. La partecipazione agli studi clinici è subordinata ad una valutazione clinica preliminare in corso di visita specialistica presso il Centro.
Il centro inoltre è dotato di strumenti e procedure di diagnostica avanzata volta a effettuare diagnosi precoce e di monitorizzare costantemente l’attività endoscopica e radiologica di entrambe le patologie secondo le tecniche più moderne.
Accanto alle attività cliniche, il Centro è impegnato nello studio e nello sviluppo di nuove terapie efficaci contro queste patologie. Gli studi di ricerca scientifica di base attivi presso il nostro Laboratorio sono molteplici e si focalizzano su più aspetti di queste malattie, per comprendere i meccanismi molecolari che ne sono all’origine.
Il Centro promuove numerosi progetti di ricerca scientifica e collabora con i maggiori Centri di riferimento mondiali. È parte attiva nella produzione delle linee guida internazionali sulla gestione clinica delle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Con il centro chirurgico in particolare (referente: dott. Antonino Spinelli) esiste una stretta e quotidiana collaborazione: vengono eseguiti elevati volumi di interventi altamente specialistici per le malattie infiammatorie croniche intestinali, anche con approccio laparoscopico e con protocolli all’avanguardia per la gestione postoperatoria, ottimizzando il recupero successivo all’intervento e la ripresa delle attività quotidiane. Nel periodo post-operatorio, il Centro si avvale di infermieri specializzati nella gestione della stomia, per i pazienti che lo necessitano. Inoltre una volta a settimana gastroenterologi e chirurghi valutano i pazienti portatori di pouch ileo-anale per l’opportuno follow-up.
In Humanitas è attivo un ambulatorio (convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale) dedicato alle IBD (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) al quale è possibile accedere prenotando online (vai alla pagina) oppure contattando il numero 0282248282 (specificare “prima visita nell’ambulatorio KMORB”).
Apertura dell’ambulatorio MICI in Humanitas Gavazzeni
È stato aperto un ambulatorio dedicato ai pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Una volta alla settimana, un medico del nostro Centro sarà a disposizione per effettuare prime visite e visite di controllo, sia in regime SSN, sia in regime istituzionale.
I pazienti che vorranno effettuare i test oppure una visita ambulatoriale per MICI potranno chiamare lo 0354204300 (SSN) o 0354204500 (Istituzionale), specificando “INTESTINO” come nome dell’ambulatorio. Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata sul sito di Humanitas Gavazzeni.
Il percorso del paziente: dalla diagnosi alla cura
Visita ambulatoriale Primo passo per valutare la storia clinica e programmare un iter diagnostico e terapeutico personalizzato |
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Esami strumentali Accertamenti con esami endoscopici (gastroscopia, colonscopia ed eventualmente capsula endoscopica) e radiologici (Rx, risonanza magnetica, TAC ed ecografia alle anse intestinali) |
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Terapia Individuazione di un programma farmacologico di cura: |
- terapia convenzionale (mesalazina, cortisonici)
- immunosopressori-farmaci biologici
Follow-up
Programmazione dei controlli periodici ambulatoriali ed esami strumentali
Trials
Protocolli di studio sulla Malattia di Crohn
- SERENE CD: ADALIMUMAB AD ALTE DOSI NELLA MALATTIA DI CROHNLo studio ha lo scopo di valutare se una maggior concentrazione di farmaco, ottenuta con un regime di induzioni ad alte dosi, consenta di migliorare e mantenere più a lungo la remissione di malattia nel tempo. I pazienti, al termine del periodo di induzione di 12 settimane, saranno nuovamente randomizzati a ricevere adalimumab ogni due settimane, ogni settimana o con frequenza di somministrazione “personalizzata”, adeguata cioè in base agli indici di infiammazione, all’attività clinica e ai livelli di farmaco nel sangue.
- RIFAXIMINA A RILASCIO MODIFICATO NELLA PREVENZIONE DELLA RECIDIVA DOPO INTERVENTO CHIRURGICO IN PAZIENTI CON MALATTIA DI CROHNLo studio si prefigge come obiettivo quello di valutare l’efficacia di Rifaximina a rilascio modificato nella prevenzione della ricaduta endoscopica post chirurgica della malattia di Crohn in pazienti che hanno subito una resezione intestinale conservativa (senza asportazione totale del colon) e che presentano almeno un fattore di rischio di recidiva precoce/severa. I pazienti riceveranno, per 26 settimane, il trattamento attivo o il placebo e potranno essere arruolati entro 45 giorni dall’intervento chirurgico.
- ETROLIZUMAB NELLA MALATTIA DI CROHNQuesto studio prevede l’assunzione di etrolizumab, un anticorpo anti-integrina diretto contro α4βE. Il progetto di ricerca si compone di una prima fase, della durata di 74 settimane, in cui il paziente potrà ricevere anche placebo, seguita da una fase in cui ai pazienti sarà consentita l’assunzione di etrolizumab fino ad un massimo di 6.5 anni.
- VEDOLIZUMAB NELLA M. DI CROHN FISTOLIZZANTELo studio ha come obiettivo principale la valutazione dell’efficacia del vedolizumab nella malattia di Crohn fistolizzante e prevede la somministrazione di vedolizumab per 30 settimane o secondo lo schema di somministrazione abituale (settimana 0, 2, 6 quindi ogni 8 settimane) o con una dose aggiuntiva di farmaco alla settimana 10.
- ANTICORPO MONOCLONALE ANTI-RECETTORE NATURAL KILLER PER LA MALATTIA DI CROHNIl farmaco in studio è un anticorpo monoclonale che blocca un particolare recettore situato sulle cellule Natural Killer (NK). Queste cellule sono linfociti che hanno il compito di riconoscere e distruggere cellule infette o danneggiate dell’organismo. Queste cellule si legano a recettori presenti sulle cellule NK e questo legame attiva la produzione di citochine infiammatorie. Il recettore bloccato da questo farmaco si chiama NKF2D ed è attivato da citochine proinfiammatorie: interleuchina-15 (IL-15), Interferone-ß (IFN-ß), IL12 e IFN- γ. Questo blocco può quindi fermare il processo infiammatorio nella m. di Crohn.
Lo studio è composto da due parti: nella prima sono previsti due sottostudi, uno per pazienti con m. di Crohn che non hanno mai assunto terapie biologiche, uno per pazienti già trattati con biologici. I soggetti saranno trattati per 22 settimane con il farmaco in studio o con placebo e, a partire dalla dodicesima settimana, ai pazienti del braccio placebo sarà offerta la possibilità di ricevere il farmaco in studio.
La seconda fase sarà avviata al termine della precedente. Potranno essere arruolati pazienti che abbiano fallito precedenti biologici e lo studio prevede che ricevano o il farmaco in studio (a tre diversi dosaggi), o placebo, o ustekinumab (farmaco anti IL-23). Anche in questo caso, a partire dalla dodicesima settimana, ai pazienti trattati con placebo sarà offerta la possibilità di ricevere il farmaco sperimentale. - FILGOTINIB NELLA MALATTIA DI CROHNSono due protocolli mirati a valutare l’efficacia di questo inibitore di JAK-1 in pazienti con malattia di Crohn. Il programma di ricerca si compone di un primo studio in cui i pazienti ricevono o il farmaco attivo o il placebo. A questa prima fase segue uno studio che consente ai pazienti di ricevere il farmaco per oltre due anni (144 settimane).
- VALUTAZIONE DI DUE DIVERSE STRATEGIE TERAPEUTICHE IN PAZIENTI AFFETTI DA M. DI CROHN TRATTATI CON USTEKINUMABPotranno partecipare a questo studio sia pazienti naïve al trattamento con biologici, sia pazienti che abbiamo ricevuto un farmaco anti-TNF. Lo studio prevede che tutti i pazienti ricevano due infusioni endovenose di ustekinumab, alla settimana 0 e 4, seguite da una dose sottocutanea dello stesso farmaco, alla settimana 8. I pazienti che rispoderanno al farmaco saranno quindi randomizzati o nel braccio standard, in cui riceveranno ustekinumab secondo scheda tecnica (90 mg sottocute ogni 12 o ogni 8 settimane, a seconda della risposta clinica) oppure nel braccio “treat to target”, in cui la dose di ustekinumab sarà inizialmente decisa sulla base della risposta endoscopica alle prime somministrazioni e in seguito sarà mantenuta stabile o modificata a seconda della risposta clinica e dei livelli di marcatori di infiammazione(proteina C reattiva e calprotectina fecale).
Protocolli di studio sulla rettocolite ulcerosa
- FILGOTINIB NELLA RETTOCOLITE ULCEROSASono stati avviati due protocolli mirati a valutare l’efficacia di filgotinib in pazienti con colite ulcerosa. Analogamente a quanto riportato per la malattia di Crohn, il programma di ricerca si compone di un primo studio che prevede l’assunzione di filgotinib o placebo, seguito da uno secondo studio in cui i pazienti riceveranno per oltre due anni (144 settimane) il farmaco.
- ACIDO IALURONICO ASSOCIATO A MESALAZINANel 2012 il nostro centro era già stato coinvolto in un protocollo pilota che aveva valutato l’efficacia di acido ialuronico, somministrato per via rettale, in pazienti con rettocolite ulcerosa di grado lieve-moderato, ottenendo una guarigione del retto in circa un quarto dei pazienti. Il nuovo studio prevede la somministrazione orale di compresse di Mesalazina+sodio ialuronato o di placebo per 6 settimane.
- TOFACITINIB, UN NUOVO FARMACO ORALE PER LA RETTOCOLITE ULCEROSAIl tofacitinib è un farmaco orale che agisce inibendo le JAK-chinasi e quindi modulando la risposta immunitaria riduce l’infiammazione. Il farmaco è già disponibile in Italia per pazienti affetti da artrite reumatoide e attualmente è in fase di valutazione da parte delle autorità regolatorie per ampliare le indicazioni terapeutiche alla colite ulcerosa. Nel protocollo iniziale furono arruolati 26 pazienti. Ai pazienti che stanno ancora ricevendo il farmaco nell’ambito della fase di mantenimento a lungo termine, sarà offerta la possibilità di entrare in un’ulterione fase di studio, che prevede la possibilità di assumere un dosaggio inferiore di farmaco.
- ETROLIZUMAB NELLA RETTOCOLITE ULCEROSAProsegue l’arruolamento nel programma di ricerca con etrolizumab, anticorpo diretto contro l’integrina α4βE. Questo farmaco blocca il passaggio dei globuli bianchi nell’intestino. Entrambi gli studi, destinati l’uno a pazienti che non abbiano risposto o siano intolleranti agli anti-TNFα e l’altro a pazienti che non hanno mai assunto anti-TNFα, sono attivi. Lo studio nei pazienti che hanno fallito le terapie con anti-TNF è controllato verso placebo, mentre quello destinato a pazienti che non hanno mai ricevuto farmaci biologici prevede il confronto con Infliximab.
- SERENE UC: ADALIMUMAB AD ALTE DOSI NELLA RETTOCOLITE ULCEROSALo studio intende valutare, come il SERENE CD, l’efficacia di un regime di induzione ad alto dosaggio in pazienti con rettocolite ulcerosa, e di confrontare poi la risposta a 3 diversi regimi di mantenimento. Dopo le 8 settimane di induzione, i pazienti saranno randomizzati nuovamente e potranno ricevere: adalimumab settimanale, adalimumab a settimane alterne oppure potranno entrare in un terzo gruppo, in cui la dose è personalizzata sulla base dei livelli di adalimumab nel sangue e dell’entità del sanguinamento rettale.
- SCILLA: VALUTAZIONE DI DUE DIVERSE STRATEGIE PER IL MANTENIMENTO DELLA REMISSIONE IN PAZIENTI CON RETTOCOLITE ULCEROSASi tratta di uno studio promosso dal nostro Centro e che coinvolgerà in totale 10 ospedali su tutto il territorio italiano. Questo studio ha ricevuto un finanziamento dall’Agenzia Italiana del Farmaco, che ne ha riconosciuto la rilevanza come strumento per migliorare la gestione terapeutica dei pazienti. Potranno essere arruolati pazienti che siano in remissione clinica e endoscopica dopo un minimo di 12 mesi di terapia con infliximab. I partecipanti saranno candidati o a proseguire la terapia con farmaco biologico, o a sospenderla e avviare terapia con azatioprina. Ciascun paziente sarà seguito per 12 mesi.
- ANTAGONISTA DEL RECETORE PER LA SFINGOSINA-1 FOSFATO NELLA RETTOCOLITE ULCEROSASi tratta di un protocollo che utilizza una delle due molecole anti-S1P testate anche nella m. di Crohn. Il protocollo ha lo scopo di valutare la remissione clinica in pazienti affetti da colite ulcerosa ad attività moderata-severa, dopo 10 settimane di terapia in cui il farmaco è confrontato con placebo (fase di induzione) e dopo 42 settimane di terapia con il farmaco attivo (fase di mantenimento).
- USTEKINUMAB NELLA RETTOCOLITE ULCEROSASi tratta di uno studio che valuta l’efficacia di questo farmaco, anti-interleuchina12/23 sui pazienti affetti da colite ulcerosa moderato-severa. Lo studio prevede una
fase di induzione di 16 settimane [trattamento endovena (farmaco/placebo)] e una fase di mantenimento fino alla 44° settimana [trattamento sottocute (farmaco/placebo)], con la possibilità di attivare poi uno studio di estensione, fino alla 220° settimana. Il farmaco è già utilizzato nel trattamento di malattie dermatologiche e ha dato buoni risultati negli studi sulla malattia di Crohn. - BIMEKIZUMAB NELLA RETTOCOLITE ULCEROSABimekizumab è un farmaco che blocca due diverse subunità del recettore che lega IL-17, citochina proinfiammatoria espressa in pazienti con colite ulcerosa. Potranno essere arruolati nello studio pazienti che abbiano fallito le terapie convenzionali per la colite ulcerosa: mesalazina, corticosteroidi e azatioprina. Lo studio prevede 8 settimane di trattamento e 4 di follow-up.
- ANTI TL1A NELLA COLITE ULCEROSATL1A (Tumor Necrosis Factor-like Ligand 1A), un membro della famiglia del Tumor Necrosis Factor (TNF) implicato nella regolazione di vari linfociti (Th1, Th2, Th9, Th17) e nella risposta delle cellule NK nelle malattie immunomediate.
I pazienti riceveranno il farmaco per 12 settimane, a cui seguiranno 3 mesi di follow-up. Lo studio non prevede un braccio di controllo: questo significa che tutti riceveranno il farmaco allo stesso dosaggio. - VALUTAZIONE DELLA CALPROTECTINA FECALE COME MARCATORE PER PREDIRE LA RICADUTA IN PAZIENTI CON COLITE ULCEROSA IN REMISSIONELo studio si propone di verificare se il marcatore “calprotectina” sia in grado di predire le ricadute nei soggetti in cui la colite ulcerosa è quiescente. Per questa verifica è prevista l’analisi di campioni di feci che sarà correlata con i dati clinici ed endoscopici. I pazienti arruolati, al momento dell’inclusione nello studio, dovranno essere sottoposti ad un esame endoscopico che accerti la remissione endoscopica della malattia, saranno quindi rivalutati clinicamente 6 e 12 mesi dopo l’ingresso nello studio, inoltre 3 e 9 mesi dopo l’arruolamento riceveranno una telefonata da parte dello staff del centro per raccogliere informazioni aggiuntive sullo stato di salute e allo scopo di ricordare di raccogliere un campione di feci per la misurazione della calprotectiva fecale
Protocolli sulle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)
- EFFETTI DELLA TERAPIA MARZIALE IN PAZIENTI CON FATICA CRONICA E MICI Prosegue l’arruolamento nell’ambito di questo protocollo che intende valutare se, analogamente a quanto visto per altre patologie come l’insufficienza cardiaca, una supplementazione con ferro in pazienti astenici ma in assenza di anemia, possa ridurre la fatica cronica e di conseguenza migliorare la qualità di vita dei pazienti.
- FERRO AD ASSUNZIONE SUBLINGUALE IN PAZIENTI CON MICI ED ANEMIA LIEVE Questo protocollo prevede che 30 pazienti con anemia lieve e malattia infiammatoria in remissione ricevano per 8 settimane un nuovo integratore a base di ferro che è assunto per via sublinguale. Scopo principale dello studio è la valutazione della tollerabilità di questo prodotto in pazienti con MICI. Sarà inoltre valutata la capacità del prodotto di correggere il quadro di anemia.
- NUOVE MODALITÀ DI DIAGNOSTICA CON RISONANZA MAGNETICA Il nostro Centro collabora con radiologi esperti nel campo delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Abbiamo a disposizione un nuovo macchinario per la risonanza magnetica dell’intestino tenue a 3-Tesla, disponibile solo in pochi Centri di eccellenza. Stiamo collaborando con un team internazionale dei più grandi esperti di malattia di Crohn per valutare la progressione del danno da malattia di Crohn mediante risonanza magnetica, per comprendere i fattori di rischio per complicanze ed interventi chirurgici e utilizzare le terapie più efficaci per prevenirli.
- ECOGRAFIA DELLE ANSE INTESTINALI NELLA VALUTAZIONE DEL DANNO INTESTINALE Lo studio intende definire l’accuratezza diagnostica dell’ecografia delle anse intestinali nella valutazione dell’estensione e della severità della malattia nei pazienti con MICI, fondamentale per definire la migliore strategia terapeutica. Attualmente il gold standard è rappresentato dalla colonscopia, metodica invasiva, mal tollerata dai pazienti e non utilizzabile negli stadi severi di malattia, che fornisce informazioni solamente sullo stato della mucosa ed ha utilità limitata nella malattia di Crohn a localizzazione digiunale o ileale prossimale. L’ecografia delle anse intestinali è una metodica poco costosa, e scopo del nostro studio è valutare se l’ecografia delle anse intestinali potrà essere fornire le stesse informazioni dell’endoscopia in pazienti affetti da MICI.
Protocolli di studio sulla pouchite
- ANTI-I-CAM TOPICO NELLA POUCHITE Si tratta di uno studio che prevede l’arruolamento di pazienti affetti da colite ulcerosa, sottoposti a procto-colectomia totale e confezionamento di ileo-pouch, che abbiano sviluppato una pouchite cronica, refrattaria agli antibiotici. Prevede 1 applicazione al giorno per 6 settimane (farmaco/placebo) di un anticorpo anti-I-CAM, con successive 20 settimane di follow-up per valutare l’efficacia della nuova molecola come terapia topica.
- VEDOLIZUMAB NELLA POUCHITE CRONICA È un protocollo che prevede la somministrazione di vedolizumab o placebo a pazienti affetti da pouchite cronica. Il protocollo prevede 34 settimane di trattamento. Obiettivo principale è la valutazione della capacità del farmaco di indurre la remissione dopo le prime 14 settimane di trattamento.
Studi osservazionali
- “RED FLAGS” NELLA MALATTIA DI CROHN Nel 2015, con i migliori Centri mondiali, e con l’aiuto dei nostri pazienti con recente diagnosi di MICI che hanno accettato di condividere i propri dati clinici, abbiamo sviluppato un semplice questionario di 8 domande, che il medico non esperto può utilizzare per capire se un paziente con sintomi definiti ha un’alta probabilità di avere la malattia di Crohn.
In Humanitas Gavazzeni, è stato avviato nel giugno 2016 il programma di ricerca per la validazione di questo questionario per la diagnosi precoce della m. di Crohn. I medici di medicina generale che hanno aderito al progetto, utilizzando il questionario, identificheranno i pazienti con sospetta malattia di Crohn, e li invieranno a centri ospedalieri di riferimento per effettuare le indagini diagnostiche necessarie. Al termine del progetto, se la validità del questionario sarà confermata, tutti i medici di medicina generale e gli specialisti di primo livello potranno utilizzarlo con il fine di una diagnosi precoce e di una più efficace strategia terapeutica. - ICONIC Si tratta di uno studio epidemiologico internazionale multicentrico per valutare l’impatto che la colite ulcerosa ha sulla vita dei pazienti. Ogni paziente sarà seguito per 24 mesi e il protocollo ha lo scopo di correlare un nuovo questionario, mai utilizzato in questa popolazione di pazienti, con altri questionari già validati per valutare l’impatto della malattia e la diversa percezione che il personale sanitario ed il paziente hanno dell’influenza della malattia sulla qualità della vita. L’arruolamento si è chiuso, ma proseguono le visite periodiche di valutazione dei pazienti.
- ADALIMUMAB NELLA MALATTIA DI CROHN CON ASCESSO ADDOMINALE Lo studio osservazionale ha come scopo l’individuazione dei fattori che consentano di prevedere quali pazienti possano beneficiare del trattamento con adalimumab dopo guarigione dell’ascesso addominale attraverso terapia antibiotica. La terapia con adalimumab in questi pazienti è stata recentemente utilizzata, oltre che per curare la malattia di Crohn, per guarire la fistola ed evitare o ritardare il ricorso alla chirurgia
- STUDIO OSSERVAZIONALE DI CONFRONTO TRA VEDOLIZUMAB E ALTRI FARMACI BIOLOGICI Si tratta di uno studio in cui saranno raccolti i dati di efficacia, sicurezza e qualità di vita dei pazienti che incominciano la terapia con vedolizumab o con altri agenti biologici (infliximab, adalimumab o golimumab). Ciascun paziente sarà seguito per 7 anni e i risultati consentiranno un confronto di queste terapie utilizzate nella “real life”, ovvero nella normale pratica clinica.
Nuovi protocolli prossima apertura
Fornire un elenco esaustivo dei protocolli di prossima apertura è un’impresa non semplice. Le nuove molecole in fase di sviluppo per la cura delle MICI sono molte e riceviamo ogni settimane proposte di nuovi studi. Si cercherà di seguito di fornire una rapida panoramica che possa far immaginare quello che succederà nei prossimi mesi.
- STUDI DI FASE I Il nostro centro sta per avviare le attività di ricerca nell’ambiro di studi di fase I. si tratta di studi molto preliminari, che servono ad ottenere ile prime informazioni su nuove molecole o nuove formulazioni di farmaci utilizzati. Questi studi possono essere effettuati solamente in centri altamente specializzati, che hanno dimostrato di essere in possesso di determinati requisiti, definiti da AIFA, l’agenzia che si occupa della regolamentezione dei farmaci in Italia.
Il primo studio che sarà attivato, intende confrontare una nuova formulazione di infliximab, somministrato per via sottocutanea, con la formulazione già utilizzata, che prevede la somministrazione per via endovenosa. A questo primo studio faranno seguito altri due protocolli. il primo prevede la somministrazione di un farmaco orale che, impedendo a ceppi particlarmente aggressivi di un batterio chiamato Escherichia coli di aderire alle cellule intestinali, è potenzialmente utile in pazienti con malattia di Crohn.
Il secondo studio di fase I prevede invece la somministrazione di un’inteleukina anti-infiammatoria (IL-22) a pazienti con colite ulcerosa, per valutarne la sicurezza e la tollerabilità, oltre che per ottenere dati preliminari circa la potenziale efficacia in terapia. - CELLULE STAMINALI NELLA MALATTIA DI CROHN FISTOLIZZANTE Il primo studio era stato condotto presso il nostro centra tra il 2013 e il 2016. Questo prodotto è attualmente in fase di valutazione da parte di EMA (l’autorità che si occupa dell’approvazione dei farmaci a livello europeo). Questo nuovo studio, moltosimile a quello già effettuato, è stato ideato per poter richiedere l’autorizzazione del farmaco anche negli Stati Uniti. La nostra partecipaione al progetto ci consentirà di offrire questa terapia, che nel primo studio si è dimostrata efficace, a altri pazienti, in attesa che il prodotto sia effettivamente disponibile sul mercato
- ANTAGONISTA DEL RECETTORE PER LA SFINGOSINA-1 FOSFATO NELLA MALATTIA DI CROHN Ozanimod, farmaco già in studio per la colite ulcerosa, sarà studiato in questo studio di fase III anche nella malattia di Crohn. Anche in questo caso lo studio prevede una prima fase in cui i pazienti potranno ricevere anche placebo, seguita da una fase in cui saranno trattati con il farmaco attivo.
- FILGOTINIB NELLA MALATTIA DI CROHN FISTOLIZZANTE E NELLA MALATTIA DI CROHN DEL PICCOLO INTESTINO Questi due studi dovrebbero essere attivati nel corso del 2018.
- INTERLEUKINA-10 NELLA COLITE ULCEROSA Lo studio prevede la somministrazione di questa interleukina anti-infiammatoria in pazienti con colite ulcerosa moderato-severa.
- ANTI-IL-23 NELLA MALATTIA DI CROHN Purtroppo un primo studio con una molecola appartenente a questa categoria, aperto nel dicembre 2016, è stato chiuso anticipatamente dal promotore per esigenze legate ad una modifica del protocollo originariamente strutturato. Nei primi mesi del 2018 saranno però avviati nuovi studi con altre molecole di questa categoria. Nel nostro centro era già stato effettuato, tra il 2013 e il 2016, un primo studio con una molecola ad azione selettiva nei confronti di IL-23. I quattro pazienti che avevano completato le 110 settimane di terapia avevano mantenuto la remissione di malattia a lungo.
- VEDOLIZUMAB NELLA PREVENZIONE DELLA RECIDIVA ENDOSCOPICA IN PAZIENTI CON M. DI CROHN SOTTOPOSTI A INTERVENTO DI RESEZIONE ILEO-COLICA Si tratta di uno studio promosso dall’Academic Medical Center di Amsterdam, per valutare se questo farmaco, confrontato con il placebo, sia in gradi di ridurre l’incidenza della recidiva post-chirurgica nella Malattia di Crohn. Lo studio sarà finalmente attivato nel 2018.
- INIBITORI DELLA JAK-KINASI Nel corso del 2018 saranno avviati diversi protocolli con farmaci orali che agiscono a livello di queste molecole. Come precedentemente riportato, il blocco delle Jak-kinasi può spegnere l’infiammazione, perché blocca la cascata delle molecole che scatenano l’infiammazione. L’attivazione di questi protocolli in tempi differenti, consentirà di offrire questo tipo di terapia ad un elevato numero di pazienti.
- ANTI-JAK3 E ANTI-JAK1/TYK2 IN COLITE ULCEROSA ED IN MALATTIA DI CROHN Nell’ambito di questo protocollo i pazienti potranno ricevere o un farmaco che agisce inibendo le JAK-Kinasi 3 (una sottofamiglia delle JAK kinasi) o una terapia che blocca le JAK-Kinasi 1 e la Tyrosin-Kinasi-2, sempre appartenente alla famiglia delle JAK kinasi. lo studio sulla colite ulcerosa e sulla malattia di Crohn si differenziano solamente per la diversa durata della fase di mantenimento. L’arruolamento dei pazienti affetti da colite ulcerosa incomincerà all’inizio del 2018, mentre lo studio nella malattia di Crohn sarà attivato nei mesi successivi.
- ANTI JAK-1 NELLA COLITE ULCEROSA Anche in questo caso, il programma di ricerca si compone di due differenti studi. Il primo è a sua volta composto di diverse fasi che consentiranno da un lato di identificare la dose ottimale per indurre la risposta a 8 settimane dall’inizio della terapia e dall’altro di valutare la capacità del farmaco di mantenere questa risposta dopo altre 44 settimane di terapia. I pazienti potranno quindi essere arruolati nello studio di mantenimento a lungo termine, in cui tutti pazienti riceveranno 15 mg di farmaco o, in caso di mancata risposta, 30 mg di farmaco.
- STUDIO DI VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI VEDOLIZUMAB ASSOCIATO AD INFLIXIMAB E METOTREXATO Nel corso del 2017 sarà avviato questo protocollo di ricerca, in cui i pazienti con m. di Crohn, che non abbiano mai fatto biologici, potranno ricevere o vedolizumab in monoterapia, o vedolizumab associato a prednisone o vedolizumab associato a infliximab e metotrexato. Lo studio prevede che ogni paziente sia seguito per 46 settimane.