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Stapedotomia


La terapia dell’otosclerosi è essenzialmente protesica o chirurgica. L’intervento chirurgico ha lo scopo di colmare il gap tra via aerea e via ossea ristabilendo la motilità della catena ossiculare nella finestra ovale inceppata o immobile per l’anchilosi stapediale. La maggiore consapevolezza dell’incidenza dell’otosclerosi, la sua diagnosi precoce, la diffusione del microscopio che permette di magnificare un campo chirurgico estremamente impervio e, negli ultimi anni, l’utilizzo del laser ha contribuito al significativo miglioramento della tecnica chirurgica e dei risultati della chirurgia della sordità.

L’intervento chirurgico attualmente più praticato per il trattamento dell’otosclerosi è la stapedotomia, che consiste nella sostituzione della sovrastruttura della staffa (crus anterior, crus posterior e capitello) con una microprotesi articolata all’incudine. La platina, ovvero la porzione della staffa che si articola con la finestra ovale viene mantenuta in sede e perforata per alloggiare la protesi stessa. Tale procedura rappresenta la fase più delicata dell’intervento chirurgico e presso il nostro centro viene eseguita con l’ausilio del laser a diodi. Il laser a diodi consente la realizzazione di un foro di 0,7mm con la massima precisione chirurgica. Garantisce il minor traumatismo sulla platina riducendo il rischio di frattura della stessa che obbliga a convertire l’intervento di stapedotomia in intervento di stapedectomia (in cui viene rimossa la staffa completamente). Consente infine il minor traumatismo sull’orecchio interno con minore morbilità postoperatoria caratterizzata da sintomatologia vertiginosa.

L’intervento chirurgico dura in genere poco meno di un’ora, non ha esiti cicatriziali visibili, può essere eseguito in regime di Day Surgery e richiede un periodo di breve convalescenza. Può essere altresì eseguibile in anestesia locale consentendo al paziente di avere un immediato riscontro dell’esito chirurgico attraverso la valutazione dell’udito intraoperatorio.

Le complicanze sono legate al:

  • traumatismo della corda tympani (ramo del nervo facciale) durante la fase di esposizione dell’articolazione incudo-stapediale e stapedo-ovalare. Le difficili condizioni anatomiche del paziente possono favorire tale circostanza che comporta la perdita transitoria o permanente di parte della sensibilità gustativa della lingua;
  • sintomatologia vertiginosa nel periodo postoperatorio;
  • circa nel 3% dei pazienti vi può essere un peggioramento dell’udito o la perdita dello stesso. Tale percentuale varia in modo significativo relativamente all’abilità e all’esperienza del chirurgo.

A fronte di queste complicanze in letteratura le percentuali di successo dell’intervento di stapedotomia riportate sono superiori al 90% con recupero completo o parziale dell’ipoacusia trasmissiva e conseguente miglioramento della qualità di vita relazionale del paziente.

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