Con tonsillite acuta si intende comunemente l'infiammazione delle tonsille palatine, ovvero del tessuto linfatico di forma ovoidale visibile in orofaringe, lateralmente all'ugola. Le tonsille palatine hanno nella prima infanzia un ruolo di protezione delle vie respiratorie, completando il nostro sistema immunitario. Normalmente dalla prima infanzia in poi vanno incontro a una progressiva atrofia, sia funzionale che oggettivabile dalla loro scomparsa dalla loggia tonsillare come frequentemente si osserva negli adulti. Le tonsille sono esposte a infiammazione, generalmente di natura virale, più raramente batterica, con conseguente ingrandimento delle stesse e con dolore riferito alla gola e in qualche caso all'orecchio.
Adenovirus e Rhinovirus sono i virus più frequentemente responsabili dell'infiammazione, mentre fra i batteri, la famiglia dello Streptococco è il più comunemente responsabile delle tonsilliti. Fra questi, lo Streptococco β emolitico di gruppo A, in particolar modo nel passato, ha rappresentato un possibile agente responsabile di complicanze a distanza, in particolare a carico di cuore, reni, oltre che del reumatismo articolare. Oggi il corretto trattamento antibiotico allontana dal pericolo di queste complicanze, ma certamente rimane un obbligo non trascurare questa possibilità e riconoscerla tempestivamente applicando le misure diagnostiche e preventive che abbiamo a disposizione.
Che cos'è la tonsillite?
La tonsille faringea, collocata nella rinofaringe, ovvero la porzione terminale delle fosse nasali (adenoidi), le tonsille palatine ubicate in orofaringe, lateralmente all'ugola e la tonsilla linguale a livello della base lingua costituiscono l'anello linfatico del Waldayer: un organo linfatico di completamento del nostro sistema immunitario, utile nella prima infanzia nella protezione della basse via aeree. Con la crescita e il completamento del sistema immunitario le adenoidi prima e le tonsille palatine poi vanno incontro a una fisiologica atrofia funzionale che si esprime anche con la loro scomparsa. Sebbene il pericolo di complicanze a distanza come il reumatismo articolare, la gromerulonefrite o l'endocardite siano in era antibiotica solo ipotetico, oppure tristemente presente nei Paesi dove meno facilmente è possibile l'utilizzo di questi farmaci, in qualche caso e in relazione alle frequenti sovrainfezioni si suggerisce l'adenoidectomia o la tonsillectomia, ovvero l'asportazione chirurgica di questo tessuto linfatico senza alcuna conseguenza per i pazienti.
Quali sono le cause della tonsillite?
La causa della tonsillite è l'attivazione e virulentazione di microrganismi patogeni, che interessano l'organo, a volte trovando l'habitat ideale per la loro replicazione; nella maggioranza dei casi si tratta di virus (Adenovirus e Rhinovirus, i virus del comune raffreddore). La tonsillite virale provoca dolore a livello dell'orofaringe (mal di gola) e febbre. Normalmente la sintomatologia si risolve spontaneamente nell'arco di 72 ore. Il paracetamolo può essere utile per controllare sia il dolore che la febbre stessa. In caso di persistenza dei sintomi oltre le 72 ore verosimilmente l'infezione è di natura batterica e la terapia antibiotica, correttamente impostata per posologia giornaliera e durata porta alla completa guarigione. Più raramente la tonsillite può essere provocata dall'Epstein Barr virus (mononucleosi) o associata a immunodeficienza (Hiv).
Due annotazioni importanti. La prima: il timing di attivazione della terapia antibiotica dovrebbe essere suggerito dal medico generico o dallo specialista sulla base di sintomi acclarati. Iniziare subito una terapia antibiotica non è opportuno proprio perché nella maggior parte dei casi la malattia è virale. Dopo 72 ore di attesa e sintomatologia invariata l'antibiotico deve essere somministrato con posologia giornaliere e durata corretta per ottenere un completo e non parziale risultato terapeutico. La seconda considerazione nasce dall'aspetto tipico della tonsilla palatina, che presenta una superficie frastagliata (come un fiordo) con cavità denominate cripte. Frequentemente il paziente confonde con "placche" i residui di cibo, cellule morte e altre impurità, soggette a cristallizzazione (tonsilloliti) che possono raccogliersi in questi anfratti e che non necessariamente sono responsabili di infezione.
Quali sono i sintomi della tonsillite?
I sintomi della tonsillite sono vari e includono:
- Mal di gola e dolore durante la deglutizione (faringodinia e odinofagia)
- Otalgia riflessa (male all'orecchio sostenuta dalla comune innervazione – IX nervo cranico – glossofaringeo)
- Gonfiore delle tonsille (ipertrofia tonsillare)
- Arrossamento (iperemia)
- Suppurazione (cripte ricoperte da induito fibrinoso – placche – fino alla tumefazione della faringe con raccolte di essudato purulento – ascesso)
- Febbre
- Gonfiore dei linfonodi del collo (linfadenopatia reattiva laterocervicale)
- Alito cattivo
Come prevenire la tonsillite?
La prevenzione della tonsillite si attua con efficacia seguendo semplici regole di igiene, lavando con frequenza le mani, coprendo la bocca e il naso in caso di freddo intenso, introducendo nella dieta sufficienti quantità di liquidi e alimenti che contengono zinco e vitamina C.
Diagnosi
Per la diagnosi di tonsillite è quasi sempre sufficiente una valutazione clinica otorinolaringoiatrica. Lo specialista esegue un'ispezione completa delle vie aereo-digestive superiori (VADS), in particolare ispeziona bocca e orofaringe (gola), controlla l'eventuale presenza di linfonodi laterocervicale ingrossati e dolenti.
Solo in casi particolari e sempre meno frequentemente viene richiesto il tampone faringeo (eseguito nel modo corretto in ambulatorio non strisciando la tonsilla palatina, ma spremendola).
In casi particolari come nella mononucleosi gli esami ematochimici indirizzano o confermano le ipotesi diagnostiche. La richiesta del titolo antispreptolisinico (TAS) è fondamentale per escludere l'infezione da Streptococco B emolitico di gruppo A e come indicatore a distanza di tempo.
Trattamenti
Il trattamento della tonsillite dipende dalla causa dell'infezione, virale o batterica. Nel caso di infezione virale, l'infiammazione guarisce spontaneamente nel giro di 7-10 giorni con il picco sintomatologico nelle prime 72 ore. Il paracetamolo a dosi opportune controlla in modo adeguato sia la febbre che il dolore. In caso di mancata risoluzione della febbre dopo 72 ore la valutazione otorinolaringoiatrica per eventuale ulteriore terapia è fondamentale.
In alcuni casi il medico può indicare l'uso di Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come acido acetilsalicilico e ibuprofene. Gli antibiotici non hanno alcuna indicazione terapeutica in caso di infezione virale.
In caso di acclarata infezione batterica alla valutazione otorinolaringoiatrica oppure in caso di persistenza di febbre con sintomatologia dolorosa dopo le prime 72 ore l'antibiotico è necessario. Generalmente si utilizzano antibiotici ad ampio spettro correttamente somministrati per posologia giornaliera e durata. In caso di infezioni reiterate, ravvicinate e nel sospetto di scarsa efficacia terapeutica, l'antibiogramma fornisce indicazioni utile sull'antibiotico a cui il battere è sensibile o sull'antibiotico più efficace per il trattamento terapeutico.
L'indicazione chirurgica viene posta sulla base della storia anamnestica e in particolare sulla base della frequenza degli episodi infettivi per anni successivi. Oppure sulla base di infezioni particolarmente importanti come l'ascesso tonsillare. L'intervento viene eseguito in anestesia generale.