Chi fuma espone la propria salute e quella delle persone che vivono negli stessi ambienti a moltissimi rischi, non solo quello di sviluppare tumori: fra questi, possiamo citare i rischi cardiovascolari e quelli connessi alle malattie dell’apparato respiratorio.
Per le persone che hanno già ricevuto una diagnosi di tumore, però, le evidenze scientifiche sono chiarissime. Molti studi, i primi dei quali risalgono addirittura al 2003, hanno dimostrato che il tabagismo influenza negativamente l’esito dei trattamenti, con una consistente diminuzione della sopravvivenza.
Altre sperimentazioni, più recenti, hanno provato che anche chi ha superato la fase dei trattamenti, se continua a fumare è esposto ad una possibilità molto maggiore di sviluppare ricadute (ripresa della malattia dopo il trattamento) o secondi tumori (indipendenti dalla malattia precedente).
Questi dati dovrebbero essere una motivazione più che sufficiente per indurre almeno queste persone a smettere, possibilmente rivolgendosi ad un centro specializzato, per avere la garanzia di ottenere il miglior risultato possibile per far cessare la dipendenza da nicotina in modo rapido e definitivo.
Sconfiggere il tabagismo
Quando si parla di tabagismo non ci si riferisce ad un semplice “vizio”, ma ad una dipendenza vera e propria. Il vizio è un atteggiamento comportamentale che si può cambiare con facilità, la dipendenza ha la stessa complessità di una malattia, poiché obbliga l’individuo ad assumere una sostanza in modo compulsivo e irrefrenabile, nonostante si renda conto del danno che può derivarne.
Il tabagismo è un fenomeno complesso, determinato da una dipendenza fisica e psicologica, tra loro concatenate, e ulteriormente esacerbato da fattori “trigger” ambientali (dopo i pasti, dopo il caffè al mattino, durante periodi di stress…). Esistono da tempo prove scientifiche che un’alimentazione sbagliata, il fumo e l’abuso di alcool costituiscano fattori di rischio causali per moltissime malattie cardiovascolari, tumorali, respiratorie, dismetaboliche e di altro genere.
Smettere di fumare rappresenta un essenziale intervento di prevenzione, ma non è facile. La nicotina, infatti, determina dipendenza fisica, e la sua mancanza provoca sintomi da astinenza (craving, insonnia, irritabilità, ansia, cefalea, difficoltà di concentrazione). Inoltre, una vera e propria dipendenza psicologica lega il fumatore alla sigaretta, una “compagna” senza la quale non si riesce ad affrontare la vita quotidiana.
Infine esiste la dipendenza sociale dalla sigaretta, che vuol dire cedere alla pressione di gruppo, alla pubblicità, alle apparenze e alla necessità di “crescere in fretta”. Il “terreno fertile”, ovvero la fascia di popolazione più semplice da “iniziare al fumo” sono i giovani, tra i 14 e 17 anni, certamente più inclini e fragili nei confronti del marketing delle multinazionali del tabacco.
Per tutti questi motivi, quando una persona decide di smettere di fumare, deve essere determinata a cambiare il proprio stile di vita. Non basta cessare l’uso delle sigarette, occorre comprendere il motivo che spinge a “risolvere” con la sigaretta le ansie e i disagi cui ognuno è esposto. L’uso corretto di terapia farmacologica, che controlla le crisi di astinenza, ed un adeguato counselling, che aiuta a modificare il proprio stile di vita, risultano essere la migliore soluzione per ottenere la disassuefazione da tabacco.
In un Centro Antifumo vengono valutate le caratteristiche personali di ogni fumatore, allo scopo di strutturare un intervento personalizzato e specifico. Per accedere al Centro Antifumo dell’Istituto Clinico Humanitas è sufficiente la prenotazione telefonica (02.8224-2454) e l’impegnativa del medico curante (“consulto definito complessivo e spirometria di base”), che prevede il pagamento del solo ticket, da cui sono esenti i pazienti oncologici.