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Visita gratuita e un’app di Humanitas per i pazienti che hanno avuto un infarto

L’infarto del miocardio rappresenta una delle principali cause di mortalità in Italia. Sebbene i miglioramenti nelle cure consentano a un numero sempre maggiore di pazienti di sopravvivere a un infarto, è tuttavia fondamentale non “limitarsi” a trattare i pazienti in fase acuta, ma implementare programmi di prevenzione secondaria che riducano il rischio di avere nuovi infarti o morti cardiovascolari negli anni successivi.

Questo l’obiettivo del progetto di medicina digitale che vede insieme Humanitas e AstraZeneca e che grazie a un’app appositamente realizzata, consente di proseguire la presa in carico del paziente nella quotidianità, aiutandolo nella consapevolezza e nella gestione dei fattori di rischio agendo sul proprio stile di vita.

“La digitalizzazione migliora ed estende il rapporto tra medico-paziente perché permette di seguire ogni tappa del percorso di cura, anche quando si esce dal contesto ospedaliero e il paziente torna a casa. Il modello di connected care e le app di digital therapeutics sono il futuro per una sanità più umana e vicina ai bisogni delle persone”, spiega il professor Giulio Stefanini, cardiologo di Humanitas e referente clinico del progetto.

L’obiettivo del progetto 

“L’obiettivo fondamentale è sensibilizzare il paziente sull’importanza della prevenzione secondaria che passa anche attraverso il controllo dei fattori di rischio che possono portare a una progressione di malattia e quindi a un nuovo evento cardiovascolare avverso. I fattori di rischio si dividono in modificabili e non modificabili: i non modificabili sono l’età, il sesso e la genetica. I modificabili, quelli su cui possiamo intervenire, sono l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, il diabete, il fumo di sigaretta, l’obesità e la sedentarietà. Questi sono i nostri target per migliorare la prospettiva di vita del paziente”, prosegue il professor Stefanini.

A cosa serve l’app e cosa offre?

“La digitalizzazione può essere un grande aiuto perché permette di seguire il paziente anche a distanza e agevola il rapporto e la comunicazione medico-paziente. L’app infatti da un lato permette al medico di acquisire informazioni sullo stato di salute del paziente, ma dall’altro diventa un canale dedicato per offrire al paziente indicazioni utili a migliorare il proprio stile di vita nel tentativo di diminuire il proprio rischio cardiovascolare”.

All’interno dell’app il paziente troverà articoli informativi – dal funzionamento del cuore a che cos’è l’infarto, da quali sono i fattori di rischio a cosa si può fare per tenerli sotto controllo – e videopillole degli specialisti che rispondono alle domande più comuni sulla gestione della vita quotidiana (dall’alimentazione al fumo, dallo stress ai farmaci, dal ritorno al lavoro all’attività fisica). Nell’app anche la rubrica “Previeni a tavola” con dieci semplici video ricette.

Dopo l’infarto i controlli regolari sono fondamentali 

“Con questo progetto cerchiamo anche di intercettare i pazienti che hanno avuto un infarto in passato e che poi non hanno più fatto visite regolari; sono tanti infatti coloro che pensano di essere guariti dopo il trattamento dell’infarto. Cerchiamo così di sensibilizzarli nuovamente sull’importanza della prevenzione secondaria: il percorso infatti inizia con una visita cardiologica e prosegue con l’app, uno strumento di digital therapeutics che ci permette di garantire al paziente le informazioni adeguate per una corretta prevenzione secondaria”, conclude il prof. Stefanini.

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici
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