Viaggiare e scoprire nuovi luoghi, magari lontani da dove viviamo e diversi per caratteristiche e cultura, può essere fonte di meraviglia e svago, ma è sempre opportuno informarsi con anticipo sulle vaccinazioni necessarie e su quelle che è consigliato effettuare prima della partenza. Ci sono malattie, anche piuttosto severe, endemiche in alcuni Paesi o fasce climatiche, e le condizioni di salute generale possono variare da persona a persona, rendendo opportune precauzioni maggiori. Da vettori di virus come le zanzare o le zecche, ai cambiamenti climatici, che rendono la presenza di questi insetti più pervasiva, alle acque contaminate, sono svariati i fattori infettivi a cui prestare attenzione quando si pianifica un viaggio.
Quali vaccinazioni fare? Ne parliamo con la professoressa Elena Azzolini, Vice Direttore Sanitario del Gruppo Humanitas.
- Colera
- Dengue
- Encefalite giapponese
- Meningo-encefalite da zecca
- Epatite A
- Epatite B
- Febbre gialla
- Febbre tifoide
- Meningite meningococcica
- Rabbia
Colera
Il colera viene trasmesso assumendo acqua o alimenti contaminati da materiale fecale infetto. In particolare la trasmissione di questa malattia si verifica in Paesi con condizioni igienico-sanitarie non ottimali e impianti fognari poco sviluppati, in cui l’acqua non è generalmente considerata potabile. In particolare, infatti, la trasmissione di colera si verifica consumando cibi crudi o non sufficientemente cotti, in particolare i frutti di mare.
Nonostante il rischio di contrarre il colera possa essere ridotto seguendo adeguate norme igieniche e assumendo precauzioni per evitare di consumare alimenti o bevande che potrebbero risultare contaminate, si raccomanda in ogni caso la vaccinazione anti-colera per chi viaggia in zone a rischio a scopo lavorativo o come operatore sanitario. Il vaccino contro il colera viene somministrato oralmente in 2 dosi a 7-40 giorni di distanza l’una dall’altra e contiene cellule intere uccise di V. cholerae 01 in associazione a una subunità B ricombinante di tossina colerica (WC/rBS).
Dengue
La dengue è una patologia di origine virale che si può contrarre soprattutto nelle aree subtropicali e tropicali. Provocata da quattro virus (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4), la dengue viene trasmessa nella maggior parte dei casi tramite punture di zanzare infette delle specie Aedes aegypti e Aedes albopictus. Nonostante il più delle volte la dengue si risolva senza conseguenze gravi, in alcuni casi possono verificarsi complicanze severe, anche neurologiche, e in alcuni casi fatali. Per questo è fondamentale che le persone a rischio adottino adeguate misure preventive per evitare il contatto con le zanzare vettore del virus, in particolar modo utilizzando adeguati repellenti.
La vaccinazione contro la Dengue è altamente raccomandata per chi ha già avuto la malattia in passato. Il vaccino contro la dengue è tetravalente, dunque vale per tutti i sierotipi del virus, ed è un vaccino vivo attenuato. L’agente infettivo presente nel vaccino, quindi è reso non patogeno e non può trasmettere la malattia. Il vaccino è consigliato ai viaggiatori verso zone in cui la dengue è endemica e si somministra a partire dai 4 anni d’età in 2 dosi a distanza di 3 mesi l’una dall’altra, con un’iniezione sottocutanea nella parte superiore del braccio.
Encefalite giapponese
L’encefalite giapponese è una patologia endemica in varie aree dell’Asia, come il Giappone, il Pakistan e l’India, provocata da un virus del genere flavivirus che viene trasmesso all’uomo dalle zanzare. La probabilità di contrarre l’encefalite giapponese è piuttosto bassa, in particolare quando si parla di viaggi brevi e localizzati in aree urbane, ma la percentuale di rischio può variare in base alla stagione in cui si viaggia, le attività praticate e le località visitate, oltre che per il tempo trascorso in zona.
Si consiglia quindi la vaccinazione contro l’encefalite giapponese soprattutto alle persone che viaggiano nelle zone in cui la malattia è endemica e passeranno lungo tempo all’aperto, svolgendo ad esempio attività quali trekking, campeggio o pesca, durante la stagione di trasmissione e nei periodi di irrigazione dei terreni agricoli. Il vaccino anti-encefalite giapponese è un vaccino inattivato che si può effettuare a partire dai 2 mesi d’età. Il vaccino viene somministrato per via intramuscolare in 2 dosi a 28 giorni di distanza l’una dall’altra, o con schema rapido a 7 giorni di distanza (per gli adulti 18-65 anni).
Meningo-encefalite da zecca
La meningo-encefalite da zecca è una patologia virale acuta, endemica in alcune Regioni italiane e in altri Paesi di Europa settentrionale e centro orientale (la maggior incidenza di casi clinici è a oggi registrata in Stati Baltici, Slovenia e Russia) che interessa il sistema nervoso centrale e che è causata da un virus del genere flavivirus trasmesso dal morso di una zecca e più raramente tramite il consumo di latte e prodotti a base di latte non pastorizzati. Nel 70% delle persone interessate l’infezione non comporta lo sviluppo di sintomi rilevanti, mentre nel 30% dei casi può provocare sintomi più importanti e, raramente (10-20% dei casi con sintomi rilevanti) conseguenze al sistema nervoso centrale, raramente con esito fatale.
Il vaccino contro la meningo-encefalite da zecca è consigliato ai soggetti considerati ad alto rischio, ossia a chi vive o soggiorna in zone rurali o forestali fino a 1400 m in cui la patologia è endemica, e che pratica attività che potrebbero comportare il contatto con zecche (come contadini, campeggiatori o escursionisti). Il vaccino a virus inattivato viene somministrato per via intramuscolare in 3 dosi, la prima dose somministrata il giorno 0; la seconda dose a distanza di 1-3 mesi dalla prima. Questa può essere somministrata anche a distanza di due settimane dalla prima in caso di necessità di protezione urgente; la terza dose a distanza di 5-12 mesi dalla seconda. Il vaccino fornisce protezione per un periodo massimo di tre anni e possono quindi essere necessarie dosi di richiamo.
Epatite A
L’epatite A è un’infezione virale del fegato provocata dal virus HAV. Si trasmette principalmente per via oro-fecale, ossia attraverso l’ingestione di cibo o acqua contaminati da feci infette, oppure tramite il contatto diretto con una persona infetta, soprattutto in condizioni di scarsa igiene.
Le persone che viaggiano verso aree in cui questa patologia è endemica dovrebbero seguire adeguate precauzioni igieniche: in particolare è consigliato bere solo acqua in bottiglia ed evitare di consumare ghiaccio e mangiare frutti di mare o cibi non cotti. È raccomandato anche seguire una scrupolosa igiene personale. Il vaccino è consigliato a tutte le persone che viaggiano in Paesi in cui l’epatite A è endemica e soggetti che fanno parte di categorie a rischio, come le persone con epatopatia cronica o coagulopatie severe, persone tossicodipendenti, nonché persone che appartengono a categorie professionali a rischio come coloro che lavorano allo smaltimento di rifiuti solidi e liquami, coloro che potrebbero entrare a contatto con il virus in strutture laboratoristiche o chi lavora con primati che potrebbero essere infettati dal virus.
Nel nostro paese sono disponibili vaccini anti-epatite A a virus inattivato, somministrati sia in formulazione monocomponente, sia in associazione al vaccino anti-epatite B. La somministrazione del vaccino avviene in 2 dosi per via intramuscolare a distanza di 6-12 mesi tra una dose e l’altra.
Epatite B
L’epatite B è una patologia virale che si trasmette principalmente attraverso il contatto con sangue infetto o fluidi corporei, come sperma e liquidi vaginali, o per via perinatale da madre a figlio. Il vaccino contro l’epatite B viene somministrato in Italia a tutti i nuovi nati secondo il calendario vaccinale in 3 dosi a 3, 5 e 11 mesi di vita. Questo vaccino si somministra in genere nella sua forma esavalente, che protegge anche da difterite, poliomielite, pertosse, tetano e Haemophilus influenzae B. Negli adolescenti e negli adulti che non sono stati vaccinati alla nascita il vaccino anti-epatite B si effettua a 3 mesi tra la prima e la seconda dose e a 6 mesi tra la seconda e la terza dose.
Per le persone non vaccinate è consigliato – oltre a richiedere al proprio medico curante informazioni sul vaccino o immediata assistenza in caso si sospetti di essere entrati a contatto con il virus – seguire alcune norme di igiene personale. In particolare usare il preservativo durante i rapporti sessuali, evitare lo scambio di oggetti personali come spazzolino da denti, forbicine, tagliaunghie e rasoi, evitare lo scambio di siringhe, evitare di effettuare tatuaggi o piercing in locali dove non sono assicurate adeguate norme igieniche.
Febbre gialla
La febbre gialla è provocata da un virus della famiglia flavivirus, ha come vettore di trasmissione le zanzare e spesso risulta fatale se contratta da persone non vaccinate. Per questo motivo la vaccinazione è consigliata se si deve viaggiare in aree considerate a rischio, anche basso, soprattutto se si soggiorna per tempo prolungato in aree rurali. In particolare, la febbre gialla è endemica in alcune regioni dell’Africa centrale, occidentale e orientale e del Sud America e vi sono Paesi che all’ingresso (o anche solo per il transito aeroportuale) richiedono un obbligatorio certificato di avvenuta vaccinazione contro questa patologia: il certificato è considerato valido solo se corrispondente al modello approvato dall’OMS e rilasciato da un Centro vaccinale autorizzato. Tuttavia, anche se uno specifico Paese non richiede il certificato di vaccinazione, questo non significa necessariamente che non vi siano rischi di trasmissione, per questo è opportuno consultare le indicazioni del Ministero della Salute e consultare un centro vaccinazioni internazionali al momento della pianificazione del viaggio.
Il vaccino contro la febbre gialla comporta la somministrazione per via sottocutanea o intramuscolare di virus vivo attenuato. La vaccinazione si effettua in un’unica dose a partire dai 9 mesi di vita, è valida per sempre e va eseguita almeno 10 giorni prima della partenza.
Febbre tifoide
La febbre tifoide è una patologia endemica in alcuni Paesi di Asia orientale e meridionale, come India, Bangladesh e Pakistan, Medio Oriente, Africa, America centrale e Caraibi. La febbre tifoide è causata dall’infezione di un batterio (Salmonella typhi) e si trasmette attraverso l’assunzione di cibi o acqua contaminati da materiale fecale infetto. Per questo motivo è più comune contrarre la malattia in paesi in cui le condizioni igieniche risultano carenti e vi è uno scarso accesso a fonti d’acqua sicure.
Sono disponibili due tipologie di vaccini contro la febbre tifoide:
- il vaccino orale Ty21a, un vaccino vivo somministrato in capsule per via orale in 3 dosi da assumere a giorni alterni.
- il vaccino capsulare polisaccaridico (antigene Vi), un vaccino composto da antigeni del polisaccaride della capsula del batterio che si somministra per via intramuscolare in una sola dose.
Il vaccino contro la febbre tifoide comporta una protezione dopo circa 10-14 gg e per la durata di circa tre anni. Non garantisce copertura per la febbre paratifoide, per cui non è disponibile una vaccinazione: per questo motivo durante i viaggi in paesi in cui la malattia è endemica è importante seguire sempre adeguate norme igieniche e consumare solo alimenti cotti e serviti caldi e frutta e verdura lavata con attenzione con acqua sicuramente pulita. Da non consumare invece la frutta e la verdura la cui buccia risulta alterata e il ghiaccio. Anche per quanto riguarda le bevande, è opportuno bere solo bevande in contenitori sigillati in fabbrica.
Meningite meningococcica
La meningite meningococcica è provocata da un batterio, il meningococco (Neisseria meningitidis), che si trasmette attraverso le goccioline emesse con il respiro, la tosse, gli starnuti e le secrezioni nasali da persone infette. Nonostante in molti casi le infezioni da meningococco risultino asintomatiche, possono anche provocare meningite, una patologia severa che può avere esiti anche fatali. L’infezione è più comune nei bambini sotto i 5 anni, in particolar modo nel primo anno di vita, ma può colpire a qualsiasi età: il vaccino è quindi consigliato per tutti i nuovi nati e per gli adulti che ancora non si sono vaccinati. In particolare si consiglia l’immunizzazione con il vaccino quando si programma un viaggio in Paesi ritenuti a rischio, in particolare quelli dell’Africa subsahariana.
Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma ad oggi sono sei quelli che causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, W e Y e, molto più raramente, soprattutto in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono la causa più frequente di malattia invasiva.
Sono due i vaccini antimeningococcici disponibili, di cui il quadrivalente che riunisce 4 sierogruppi (A, C, W, Y) ed il vaccino con sierogruppo B:
- vaccino coniugato tetravalente contro i meningococchi di tipo A, C, Y, W135 (Mcv4): si somministra per via intramuscolare ed è raccomandato a tutti i nuovi nati a partire da 12 mesi compiuti con 1 dose a cui viene fatta seguire una dose di richiamo a partire dai 12 anni. Questo vaccino è consigliato in caso di viaggi in Paesi a rischio.
- vaccino coniugato contro il meningococco B: si somministra per via sottocutanea ed è consigliato a tutti i nuovi nati con 2 dosi nel primo anno di vita e 1 dose di richiamo nel secondo anno.
Rabbia
La rabbia è una zoonosi provocata da un virus della famiglia dei rabdovirus. È una malattia endemica in Africa, Asia e America Latina, che si trasmette dal contatto diretto con la saliva di cani, pipistrelli, volpi o altri animali selvatici infetti: la modalità più comune di trasmissione è tramite morsi, ferite o graffi di animali infetti. La rabbia dalla comparsa dei sintomi ha un decorso severo e, se non trattato tempestivamente, potenzialmente infausto.
Il vaccino contro la rabbia è raccomandato a tutte le persone che stanno programmando un viaggio nelle aree in cui la malattia è endemica. Il vaccino è composto dal virus inattivato e viene somministrato per via intramuscolare o per via intradermica in 3 dosi, la seconda dopo 7 giorni tra la prima e la terza dopo 21-28 giorni dalla seconda.
In caso di post-esposizione alla rabbia è importante una accurata pulizia e disinfezione della ferita e la somministrazione entro 24 ore di una dose di vaccino. A seconda della gravità dell’esposizione, sarà necessario continuare con il trattamento raccomandato, incluso l’uso di immunoglobuline anti-rabbiche in casi gravi.
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