I vaccini, secondo i dati dell’OMS, salvano all’incirca 2.5 milioni di vite all’anno, ma nel nostro paese era andata progressivamente diminuendo la copertura vaccinale per alcune malattie, principalmente a causa del negazionismo sulla sicurezza dei vaccini e l’efficacia dell’immunizzazione.
Se non sentiamo parlare più di malattie come la poliomielite non significa che siano scomparse, ma che la copertura vaccinale è tale da averle debellate nel nostro Paese. Se l’immunizzazione dovesse ridursi, patologie dimenticate potrebbero tornare a fare vittime, come è già successo con malattie come il morbillo.
Un’adeguata copertura vaccinale consente quella che viene chiamata immunità di gregge o immunità di comunità. Se la maggior parte degli individui che fanno parte di una comunità è vaccinata, infatti, si limita fortemente la circolazione di un determinato agente infettivo, proteggendo così le fasce più deboli della popolazione (come i pazienti oncologici), che non possono sottoporsi alle vaccinazioni.
Approfondiamo l’argomento con il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas.
Vaccini: di cosa stiamo parlando?
I vaccini consentono di prevenire la diffusione di malattie particolarmente aggressive con complicanze anche mortali, riducendone l’incidenza, come nel caso della rosolia, o addirittura debellandole, per esempio nel caso del vaiolo.
I vaccini sono costituiti da antigeni che stimolano il sistema immunitario alla produzione di anticorpi, oppure da agenti infettivi attenuati (dunque non più patogeni) o uccisi, oppure da sostanze che sono parti di microrganismi. A questi si possono aggiungere nella preparazione sostanze utili alla conservazione del vaccino e a migliorare la sua azione, come conservanti, antibiotici, stabilizzanti, nonché una data quantità di soluzione fisiologica o di acqua sterile.
L’efficacia del vaccino si basa sulla memoria immunologica: attivando nell’organismo una risposta immunologica analoga a quella che sarebbe stimolata da un’infezione naturale, il vaccino eccita la disposizione dell’organismo a ricordare i virus e i batteri da cui sono stati aggrediti e dunque mettere in atto una risposta immunitaria immediata, più efficace e non ritardata nel tempo, magari anche di settimane.
Come si somministrano i vaccini?
I vaccini possono essere somministrati secondo tre modalità differenti. Ci sono i vaccini orali, che vengono somministrati per bocca come nel caso di uno dei due vaccini per la poliomielite e di quello per il tifo; i vaccini che vengono somministrati tramite iniezione sottocutanea, dunque nel tessuto posto tra derma e muscolo, abitualmente su braccio o su coscia, come il vaccino contro il morbillo; e infine i vaccini somministrati tramite iniezione intramuscolare, nel quadricipite nel caso dei neonati e dal secondo anno d’età in avanti nel braccio, come il vaccino contro l’epatite B e il secondo vaccino contro la poliomielite.
Per quanto riguarda le dosi di somministrazione, alcuni vaccini prevedono un’unica dose o un unico ciclo di somministrazione a seguito del quale danno protezione molto a lungo, anche per il resto della vita dell’individuo. Altri vaccini, invece, richiedono di essere somministrati più volte nel corso della vita: chiamiamo queste nuove somministrazioni, a cui l’individuo verrà chiamato a sottoporsi a distanza di anni, “richiami”. Vi è dunque un vero e proprio Calendario Vaccinale cui è opportuno attenersi.
Vaccinarsi: una necessità e un dovere sociale
Continuare a parlare di vaccini e fornire ai pazienti e ai neo-genitori le informazioni necessarie per accedere al programma di vaccinazione serenamente è particolarmente importante in un momento in cui la copertura vaccinale nel nostro Paese ha assistito a un pericoloso calo, anche per colpa di fake news su efficacia e sicurezza dei vaccini diffuse capillarmente su internet, e al ritorno di malattie dimenticate come il morbillo. Da questo punto di vista, la reintroduzione della legge sull’obbligo vaccinale (i vaccini obbligatori, in Italia, sono 12) è stata cruciale per garantire una nuova crescita della copertura vaccinale.
Tra le notizie assolutamente false da cui è bene mettere in guardia il pubblico figurano l’associazione tra vaccini e autismo, l’associazione tra vaccino anti-papilloma virus e sindrome di stanchezza e l’opinione errata che ai vaccini sia da preferire una medicina naturale. Bisogna inoltre tenere bene a mente che tutti i vaccini, prima di essere messi in commercio, vengono sottoposti a controlli rigorosi su un amplissimo campione di volontari, per garantire che la loro somministrazione avvenga in totale sicurezza.
Dobbiamo accendere i riflettori in particolar modo sulla parte più debole della società, come i 1500 bambini affetti da tumori in Italia, che non possono accedere a determinate vaccinazioni (come quelle con vaccini vivi) e la cui vita è messa a rischio non solo dal cancro ma anche da tutte le patologie che il loro sistema immunitario, ormai compromesso, non è in grado di contrastare.
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