L’uovo di cioccolato è uno dei tanti dolci caratteristici delle festività pasquali. Sfizioso per grandi e piccoli, occorre però non esagerare. Ne ha parlato la dottoressa Manuela Pastore, dietista in Humanitas, in una recente intervista ad Adnkronos.
Se ipotizzassimo di mangiare un uovo intero, per esempio, spenderemmo in cioccolato quasi tutto il bonus calorico della giornata e per smaltire tutte le calorie assunte, ci vorrebbe un vero “tour de force” sportivo.
“Un uovo medio di 230 grammi equivale a circa 1.260 kcal con una percentuale di grassi intorno al 50% e di carboidrati di circa il 40%. Il fabbisogno calorico medio di una donna con vita attiva e peso nella norma è di circa 1.400-1.500 kcal al giorno, quello di un uomo 1.800-2.000 kcal. Mangiare un uovo intero significherebbe soddisfare il 70-80% dei fabbisogni di una persona, con un apporto nutrizionale totalmente squilibrato e ripercussioni sull’apparato digerente non gradevoli”.
Quanto mangiarne?
“La porzione ideale è difficile da stabilire perché dipende dalle condizioni di normopeso o sovrappeso, dai fabbisogni nutrizionali e dallo stile di vita, ma dai 20 ai 40 grammi possono considerarsi ragionevoli, soprattutto se utilizzati come spuntino se si conduce una vita attiva.
Le varianti classiche sono fondente, extra amaro, finissimo al latte e cioccolato bianco ma il mercato ogni anno ne propone di nuove: con frutta secca come nocciole, mandorle, pistacchi, con riso soffiato, al cappuccino o ricoperto di granella o di confetti tipo smarties.
Cento grammi di cioccolato apportano mediamente 500-550 kcal. Le percentuali di grassi e zuccheri semplici variano in base al tipo di cioccolato utilizzato e alle aggiunte di prodotti come latte, riso soffiato, granella e così via”, spiega la dottoressa Pastore.
Meglio il cioccolato fondente
Da preferire il fondente, “possibilmente con un’alta percentuale di cacao. In piccole quantità aiuta a mantenere in buona salute le arterie con un effetto benefico sulle loro pareti interne, è infatti ricco di flavonoidi che agiscono come antiossidanti. Aiutano, cioè, a combattere lo stress ossidativo, uno dei principali alleati di numerosi fattori di rischio per il cuore”, conclude la dottoressa.
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