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Un minibisturi ferma il sudore in eccesso

La sudorazione è necessaria per regolare la temperatura corporea ma esiste un’attività eccessiva, ossia una sudorazione fuori dalla norma, che prende il nome di iperidrosi. Questo disturbo può venire trasmesso di padre in figlio e può essere di grado così importante da creare difficoltà e disagio nei rapporti interpersonali.
L’iperidrosi essenziale, che cioè non dipende da cause specifiche, ha inizio in età giovanile e le forme più frequenti sono le cosiddette iperidrosi palmare e ascellare. Giuseppe Chiesa, responsabile della Sezione di chirurgia toracica mininvasiva di Humanitas Gavazzeni, spiega come oggi, con un piccolissimo intervento chirurgico, sia possibile curare questo disturbo fastidioso.

Quali cure sono state usate fino a oggi?
La terapia di prima scelta per l’ipersudorazione non eccessiva è rappresentata dai prodotti antitraspiranti: solitamente si tratta di un trattamento cosmetologico, come per esempio una crema prescritta dal dermatologo, oppure dalla ionoforesi. Questi trattamenti spesso non hanno successo perché agiscono solo per un periodo di tempo limitato; sono infatti rimedi provvisori e devono essere ripetuti a brevi intervalli di tempo.
L’uso della tossina botulinica per iniezioni sottocutanee rappresenta invece un trattamento relativamente recente. Tale sostanza provoca un blocco a livello delle terminazioni e connessioni nervose impedendo il rilascio di una sostanza (acetilcolina) che funge da neurotrasmettitore. Il blocco rimane efficace per circa 6 mesi e necessita di almeno due trattamenti annuali; in una percentuale di casi non bassa, però, i risultati non sono soddisfacenti. Inoltre si tratta di una procedura spesso dolorosa che, come complicanza, può determinare un affaticamento degli arti superiori con riduzione del tono muscolare.

In cosa consiste l’intervento chirurgico?
La simpaticectomia toracica, ossia l’intervento chirurgico, porta risultati immediati e nel lungo periodo; da poco tempo può essere eseguito con tecnica mininvasiva in videotoracoscopia, e in questo caso prende l’intervento prende il nome di simpaticectomia endoscopica toracica.
Attraverso questa metodica si accede ai gangli simpatici toracici responsabili dell’innervazione della ghiandole sudoripare del braccio, dell’ascella e della mano. Attualmente questo intervento è divenuto il principio terapeutico di prima scelta per la cura definitiva dell’iperidrosi moderata o grave. La tecnica endoscopica è molto sicura e può portare alla risoluzione completa dei sintomi in oltre il 96% dei casi.
L’intervento viene eseguito in anestesia generale essendo necessario collassare temporaneamente il polmone (viene escluso dall’insufflazione di aria) per permettere di eseguire agevolmente l’intervento con miniaccessi toracoscopici di pochi millimetri, offrendo un buon risultato anche estetico. Se le condizioni generali e respiratorie del paziente lo consentono, è possibile eseguire nella stessa seduta operatoria l’intervento su entrambi i lati.
L’intervento chirurgico comporta la sezione del nervo simpatico al disotto del I ganglio toracico o ganglio stellato fino a raggiungere il III o IV ganglio toracico con asportazione completa del tratto nervoso. Questo tipo di intervento garantisce un risultato positivo con scomparsa della sintomatologia in oltre il 99% dei casi.

Quali sono i vantaggi per il paziente?
La simpaticectomia endoscopica toracica cura definitivamente l’iperidrosi palmare. Inoltre i risultati sono immediati, tanto che il paziente si sveglia dall’anestesia con le mani calde e asciutte. Contemporaneamente cessano, se presenti in precedenza, anche la sudorazione ascellare e facciale. In alcuni casi si riscontra anche la diminuzione della sudorazione ai piedi, anche se il meccanismo che porta a questo risultato è ancora sconosciuto.
Il decorso postoperatorio inoltre è rapido, con un recupero immediato nelle prime 24 ore e una degenza limitata a un paio di giorni.

Ci sono effetti collaterali?
La complicanza più temuta, ma comunque rara se l’intervento è eseguito da mani esperte, è la sindrome di Horner. Si tratta dall’abbassamento della palpebra superiore causata dalla lesione del ganglio stellato (o I ganglio toracico). Il rischio è correlato all’esperienza del chirurgo, e varia tra lo 0.3 e il 3% dei casi operati. Attualmente comunque si tratta di una complicanza assai rara, perché per la cura dell’iperidrosi non si rende necessario risalire nella sezione del nervo simpatico oltre il II ganglio stellato.
Tra gli effetti collaterali bisogna segnalare anche la sudorazione compensatoria in altre parti del corpo, che compare dopo l’intervento solitamente nella zona del tronco e delle gambe. Questo aumento di sudorazione è in genere leggero e tende comunque ad attenuarsi gradualmente nel tempo.

A cura di Francesca Di Fronzo

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