Si celebra venerdì 27 luglio la Giornata mondiale dei tumori di testa e collo; un’occasione per sensibilizzare e informare la cittadinanza rispetto a queste forme tumorali, promossa dalla International Federation of Head and Neck Oncology Societies (IFHNOS), la Società mondiale che raggruppa tutte le Società di Oncologia Cervico-Facciale.
I tumori testa-collo sono un gruppo di neoplasie che origina principalmente dalle cellule squamose dei tessuti di organi quali labbra, cavo orale, lingua, gola, laringe, faringe, cavità nasali e seni paranasali, ma anche da ghiandole salivari, tiroide, cute del viso e del collo, orbita. Rappresentano il 20% di tutti i tumori maligni nell’uomo.
Quali sono i fattori di rischio per questi tumori e come si interviene oggi? Ne parliamo con il professor Giuseppe Spriano, Responsabile di Otorinolaringoiatria in Humanitas e docente di Humanitas University, Membro del Board dell’IFHNOS e Responsabile per l’Italia di questa giornata.
Fumo, alcol e infezione da HPV
Oltre il 70% dei tumori di testa e collo è legato al consumo di alcol e al vizio del fumo. Alcol e fumo sono dunque due dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di questo gruppo di neoplasie, soprattutto per quelle a origine dalle mucose.
Gioca un ruolo centrale negli ultimi decenni anche l’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV): in particolare nei pazienti con tumore dell’orofaringe è stata osservata la presenza di un’infezione da HPV, soprattutto HPV16.
“Negli ultimi dieci anni i tumori orofaringei sono aumentati del 250%, soprattutto in relazione all’aumento proprio di infezioni da Papilloma virus. In Italia, si registrano circa duemila nuovi casi all’anno di tumori orofaringei e le cause, fumo e l’HPV, coprono rispettivamente il 60% e il 40% dei casi. Negli Stati Uniti questa proporzione è 15% e 85% e dunque in Italia ci aspettiamo un’ulteriore crescita di incidenza di questi tumori legata all’infezione da virus del papilloma umano. Questo sta alla base dell’attuale disponibilità in Italia della vaccinazione anti-HPV non solo per le ragazze ma anche per i maschi. Purtroppo la riduzione d’incidenza legata all’immunizzazione della vaccinazione richiederà decenni e solo dopo il 2060 questi tumori diminuiranno”, ha spiegato il professor Spriano.
I segnali da non sottovalutare
Come per gli altri tipi di tumore, anche per i tumori di testa-collo è preziosa la diagnosi precoce. A seconda della sede di insorgenza, possono aversi sintomi diversi. Si tratta spesso di segnali aspecifici, che rischiano di essere sottovalutati perché ricondotti ad altro.
In presenza di uno dei seguenti segnali, che persiste per più di tre settimane, è bene sottoporsi a visita otorinolaringoiatrica per accertare la natura del disturbo:
- Nodulo al collo.
- Dolore alla lingua.
- Chiazze bianche o rosse a livello della mucosa orale.
- Mal di gola.
- Dolore alla deglutizione.
- Abbassamento della voce
- Ostruzione nasale monolaterale.
- Epistassi.
Le opzioni di trattamento e il ruolo della chirurgia robotica
La scelta del trattamento dipende dal tipo di neoplasia, dalla sede e dallo stadio, ma anche dalle condizioni generali del paziente. In Humanitas l’offerta del percorso terapeutico è frutto di un lavoro multidisciplinare, che vede coinvolti diversi specialisti. La chirurgia è in genere il trattamento di prima scelta, ma possono essere indicate anche chemioterapia, radioterapia o una combinazione delle diverse opzioni.
Negli ultimi anni poi, la chirurgia robotica ha aperto nuovi orizzonti anche in ambito otorinolaringoiatrico, in particolare nel trattamento dei tumori orofaringei.
“In genere, i tumori causati dall’HPV si presentano in soggetti più giovani rispetto ai casi di tumore da fumo: questo è importante perché per il paziente più giovane la necessità estetica e funzionale può avere un peso maggiore. A questa può rispondere la chirurgia robotica, che consiste nell’introdurre – direttamente nella bocca del paziente – piccole braccia meccaniche che replicano il movimento delle mani del chirurgo, asportando il tumore attraverso la bocca, senza necessità di ricorrere a un accesso chirurgico esterno. È in questo che la chirurgia robotica fa la differenza rispetto agli interventi chirurgici classici, con i quali il tumore veniva asportato aprendo il collo, il labbro, la mandibola, per raggiungere la base della lingua, dove di solito si formano i tumori da HPV. Infatti, il virus si localizza nel tessuto linfatico della tonsilla linguale o palatina, dove dà origine a un’infiammazione cronica che può poi evolvere in tumore: l’1 per cento delle persone che ha il virus sviluppa poi il tumore. Il maggior costo della chirurgia robotica è solo apparente perché compensato, oltre che dai vantaggi estetici e funzionali, da una riduzione della degenza di circa un terzo e ripresa della vita familiare e lavorativa con largo anticipo”, ha concluso il prof. Spriano.
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