Tumori a elevata incidenza come quelli del colon retto non possono aspettare una diagnosi e un’operazione chirurgica, per questo il Cancer Center di Humanitas, da quando siamo stati colpiti dall’epidemia di Covid-19, non si è mai fermato.
Quando parliamo di tumore del colon-retto intendiamo una neoplasia maligna causata dalla degenerazione di forme tumorali benigne, come i polipi adenomatosi, che insorgono dalla mucosa dell’intestino. Nonostante la sua evoluzione sia molto lunga e impieghi anche fino a quindici anni per svilupparsi, il tumore del colon-retto figura tra le neoplasie con maggiore incidenza in Italia: seconda nelle pazienti donne e terza negli uomini. È dunque fondamentale una diagnosi precoce, che permette di intervenire tempestivamente, con un eventuale trattamento chirurgico. Per questo tipo di neoplasia, infatti, la chirurgia può essere completamente curativa, mentre posticipare i trattamenti può portare a conseguenze molto gravi per la salute dei pazienti.
“Il tumore del colon-retto è uno dei cosiddetti big-killers, ossia quelle neoplasie che colpiscono in maniera importante la popolazione e che possono portare in misura maggiore anche a mortalità. Dagli studi epidemiologici è emerso che questa tendenza è in particolar modo legata ai Paesi occidentali, mentre è molto più bassa in Paesi in cui è comune uno stile di vita più rurale rispetto al nostro, come l’Africa e l’Asia. Giocano dunque sicuramente un ruolo importante anche fattori ambientali e dietetici, che vanno ad instaurarsi su un background genetico”, spiega il professor Antonino Spinelli, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia del Colon e del Retto in Humanitas.
Eccellenza e percorsi Covid-free nel Cancer Center di Humanitas
Nei mesi successivi al lockdown per Covid-19, molti pazienti si sono presentati tardivamente all’osservazione perché avevano timore a recarsi in luoghi percepiti come affollati, come gli ambulatori medici. Ma per affrontare adeguatamente un tumore al colon-retto, è impellente affidarsi a un percorso di diagnosi preventiva e continuare le cure e i trattamenti in corso. Per questo il Cancer Center di Humanitas ha allestito una serie di misure per rendere i suoi ambienti completamente Covid-free: dagli esami, alla preparazione del paziente, all’intervento chirurgico, al percorso post-operatorio. Il paziente troverà dunque un’organizzazione ospedaliera nuova rispetto a quella che conosceva, ma volta a garantirgli l’assoluta sicurezza di cui ha bisogno per affrontare serenamente il percorso di prevenzione e di cura.
Quali sono le fasce a rischio e a che sintomi bisogna prestare attenzione?
“I pazienti più a rischio sono quelli che hanno superato il sessantesimo anno di età ma, studi recenti hanno dimostrato che anche nelle fasce di età più giovani il rischio è in crescita, con un’incidenza del 2% l’anno. Questo rappresenta per noi un campanello d’allarme. Risultano poi particolarmente a rischio coloro che hanno in famiglia un parente che abbia sviluppato in passato un tumore all’intestino e coloro che hanno condizioni che predispongono allo sviluppo di una neoplasia, come malattie infiammatorie croniche intestinali o sindromi familiari note.
Per tutti questi motivi, è importante che i pazienti stiano particolarmente attenti ai sintomi e si sottopongano, quando indicato, a visite preventive. Non bisogna sottovalutare sintomi come alterazioni delle proprie abitudini nell’andare in bagno, presenza di muco o sangue nelle feci, perdita di peso, carenza di ferro e debolezza, o dolori addominali che non sono spiegabili altrimenti. In caso si riscontrino questi sintomi è necessario un consulto medico e un percorso di screening, che può portare alla diagnosi precoce del tumore”, continua il professore.
Cosa prevede il percorso di screening?
“Solitamente prevede due tipologie di esami: il test del sangue occulto nelle feci e la colonscopia. Il test del sangue occulto si esegue su un campione di feci raccolto direttamente dal paziente e consiste nella valutazione della presenza di tracce di sangue invisibili a occhio nudo. L’esame più importante, tuttavia, è la colonscopia, un test di approfondimento diagnostico che consente di esaminare il colon-retto nella sua interezza e rimuovere tempestivamente eventuali polipi presenti. Questi sono i primi passi fondamentali nella diagnosi e nel trattamento del tumore del colon-retto a cui, eventualmente, seguiranno altri trattamenti conservativi o chirurgici.
Anche lo stile di vita è un aspetto fondamentale della prevenzione, sia primaria sia secondaria. Parliamo dell’alimentazione, ma anche del peso corporeo, dell’attività fisica e dell’attitudine al fumo. Sono da considerarsi dunque a tutti gli effetti dei fattori di rischio per i tumori del colon e del retto un’alimentazione scorretta, povera di fibre e ricca di carne rossa, il fumo, il consumo eccessivo di alcol, l’obesità e uno stile di vita sedentario”, conclude il professor Spinelli.
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