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Tumore della prostata, meno biopsie inutili con il fusion imaging

Tumore della prostata, ridurre le biopsie inutili è possibile grazie alle più moderne tecniche di imaging. Le biopsie di fusione sono state oggetto di uno studio condotto dall’équipe del prof. Giorgio Guazzoni, Responsabile di Urologia di Humanitas, e presentato dal dott. Massimo Lazzeri durante il prestigioso meeting annuale dell’American Urological Association, tenutosi dal 6 al 10 maggio a San Diego. Al congresso AUA erano presenti, in qualità di docenti e relatori, anche il dottor Rodolfo Hurle e il dottor Giovanni Lughezzani.

 

urologi

 

Che cos’è la biopsia di fusione?

Da un mix di immagini provenienti da risonanza magnetica ed ecografia nasce la “biopsia per fusione“, tecnica che permette di guidare la biopsia del tumore alla prostata riuscendo ad indagare zone sospette.

La “biopsia per fusione”, utilizzata con successo in Humanitas dall’équipe di Urologia guidata dal prof. Giorgio Guazzoni, consente di mirare in maniera estremamente precisa le zone evidenziate dalla risonanza magnetica, trasferendovi le informazioni acquisite sull’immagine ecografica. Il risultato è una mappa tridimensionale che guida la biopsia, utile a ricostruire nel dettaglio la localizzazione e il volume del tumore. In casi selezionati o dubbi poi, la biopsia di fusione aiuta in un campionamento mirato, evitando biopsie inutili.

“Il lavoro presentato al congresso AUA – spiega il dott. Lazzeri – dimostrava come il corretto utilizzo del risultato della risonanza garantiva una migliore selezione dei malati da sottoporre a un biopsia prostatica. Non eseguire biopsie quando il punteggio ottenuto attraverso l’interpretazione della risonanza aveva un certo valore faceva risparmiare biopsie inutili senza il rischio di perdere dei tumori significativi”.

La biopsia di fusione è già disponibile in Humanitas ed è frutto della stretta collaborazione tra l’urologia e la radiologia, diretta dal dottor Luca Balzarini. “Il gioco di squadra e la collaborazione sinergica di diverse competenze – conclude il dott. Lazzeri – permette di raggiungere risultati clinici reali, che ottengono il riconoscimento internazionale ai più alti livelli scientifici come il congresso AUA”.

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