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Tumore della lingua: stampa in 3D e risonanza magnetica intraoperatoria migliorano l’approccio chirurgico

È stato pubblicato su Frontiers lo studio Humanitas sui risultati preliminari dell’utilizzo della stampante 3D e della risonanza magnetica intraoperatoria per valutare in tempo reale i margini chirurgici – quindi il tessuto sano attorno al tumore – nel carcinoma della lingua

Lo studio è frutto della collaborazione tra medici e ingegneri. I promotori sono la dottoressa Caterina Giannitto, radiologa esperta del programma testa-collo in Humanitas e il dottor Luca Balzarini, direttore del dipartimento di diagnostica per immagini di Humanitas in collaborazione con il professor Giuseppe Spriano, responsabile di Otorinolaringoiatria e docente Humanitas University, il professor Giuseppe Mercante, Aiuto – Referente percorso di Chirurgia della Tiroide e Paratiroidi, docente in Humanitas University, il dottor Flavio Ronzoni docente di Regional Anatomy and Gross Neuroanatomy in Humanitas University, con il supporto dell’ingegner Paolo Oliva, responsabile del servizio di Ingegneria Clinica, di Riccardo Boroni dell’Ingegneria Clinica e della dottoressa Barbara Fiamengo, anatomopatologa in Humanitas.

I vantaggi della stampa in 3D e della risonanza magnetica intraoperatoria

Per margine chirurgico s’intende il tessuto apparentemente sano che circonda un tumore appena rimosso: a oggi, l’area di resezione chirurgica del tumore viene definita per mezzo di ispezione visiva e tattile da parte del chirurgo e lo stato del margine chirurgico viene stabilito mediante l’esame istologico estemporaneo. Per avere una diagnosi definitiva è necessaria, dunque, un’analisi istopatologica postoperatoria, che può richiedere anche alcune settimane. 

Lo studio condotto in Humanitas, invece, punta a valutare in tempo reale i margini chirurgici attraverso lo sviluppo di una nuova metodologia che consente, in una prima fase, di ottenere dall’esame radiologico pre-operatorio un modello 3D della lingua del paziente e della relativa area tumorale; successivamente, una volta asportato il tumore con il tessuto circostante, questo viene posizionato sul modello 3D e sottoposto a risonanza magnetica intraoperatoria. Questa tecnica comporta alcuni importanti vantaggi: permette di fare una valutazione più accurata e immediata dei margini chirurgici così da consentire di re-intervenire subito per asportare l’eventuale tessuto malato rimanente, senza dunque attendere l’esame istologico definitivo. Da ciò deriverebbe una migliore performance chirurgica, che sarebbe correlata a un aumento della sopravvivenza a cinque anni del paziente, senza fare ricorso a trattamenti adiuvanti quali chemioterapia e radioterapia. 

La dottoressa Giannitto sottolinea un ulteriore beneficio della scoperta: “L’utilizzo del modello 3D potrebbe significativamente facilitare la comunicazione multidisciplinare tra radiologo, chirurgo, anatomo-patologo: nel corso dello studio, la stampante ha permesso la creazione di un modello 3D della lingua affetta da tumore, che è utile sia al chirurgo per pianificare l’intervento sia, in una fase successiva, all’anatomopatologo che potrà usarlo come guida per ricostruire la sede da cui il tumore è stato asportato e fare così una diagnosi maggiormente precisa dei margini chirurgici”.

È proprio Humanitas a detenere il primato per la stampa del modello 3D quale strumento di migliore comunicazione interdisciplinare nei tumori testa-collo.

Sviluppi futuri

A oggi questa metodologia di diagnosi intraoperatoria è in fase sperimentale osservazionale e viene, quindi, proposta all’interno di un trial a pazienti affetti da tumore alla lingua. In futuro potrebbe essere estesa anche ad altri tipi di tumore che interessano i distretti testa-collo. Si stanno, inoltre, vagliando soluzioni che permettano una valutazione dei margini chirurgici ancor più rapida ed economica, superando problemi logistici.
“In futuro, si implementeranno tecniche radiologiche più fruibili rispetto alla risonanza magnetica, come l’ecografia intraoperatoria con sonde lineari ad alta frequenza che permette la definizione ecoguidata dell’intervento chirurgico di asportazione del tumore e la valutazione di quest’ultimo una volta rimosso”, conclude la dottoressa Giannitto.

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