Il tumore del rene rappresenta il 3% circa di tutti i tumori, con la più alta incidenza nei paesi industrializzati. Origina dalla proliferazione incontrollata delle cellule che compongono le strutture dei reni, in particolar modo i tubuli renali.
L’incidenza elevata di questo tipo di tumore implica un’attenzione costante da parte di medici e ricercatori. In Humanitas, l’équipe di Urologia guidata dal dottor Paolo Casale offre ai suoi pazienti un trattamento multidisciplinare e l’utilizzo di metodi chirurgici e di trattamento d’avanguardia, grazie al supporto delle nuove tecnologie.
Tumore al rene: cause e fattori di rischio
Il tumore al rene origina dallo sviluppo incontrollato delle cellule renali che, a causa di un’alterazione del DNA, proliferano in maniera rapida e incontrollata, andando a creare la massa tumorale. Se non si interviene tempestivamente a trattare il tumore nelle fasi iniziali, questo potrebbe estendersi ad altri organi e tessuti e creare metastasi, ovvero formazioni neoplastiche situate in sedi differenti e distanti dal sito di origine.
Le cause che portano allo sviluppo del tumore al rene sono a oggi sconosciute, ma i fattori di rischio più importanti che possiamo riconoscere sono legati allo stile di vita, al fumo, all’obesità e alla presenza di patologie croniche tra cui figurano il diabete e l’ipertensione. Anche l’età e il sesso sono fattori che possono concorrere al rischio di ammalarsi di tumore al rene, una patologia che interessa in particolar modo gli uomini a partire dai 60 anni d’età. Infine è da tenere in considerazione anche l’esposizione, per esempio in ambienti di lavoro, a sostanze chimiche che possono concorrere allo sviluppo di un tumore, come l’amianto e il cadmio.
Non essendoci strategie di prevenzione effettivamente efficaci, il consiglio è quello di ridurre il più possibile i fattori di rischio, dunque eliminare il fumo, ridurre il peso corporeo e condurre uno stile di vita sano e attivo, con un’alimentazione bilanciata.
La diagnosi di tumore al rene
Purtroppo in molti casi la diagnosi avviene accidentalmente (circa il 60% dei casi), durante controlli per altre patologie e prima che il paziente sviluppi sintomi manifesti. In ogni caso, quando vi è il sospetto di un cancro al rene il percorso diagnostico prevede una serie di metodiche che, in base alle indicazioni dello specialista, aiuteranno nell’individuazione del tumore e nella sua stadiazione (ovvero la valutazione dell’estensione del tumore).
Possono essere esami utili: l’ecografia, uno strumento di diagnostica per immagini non invasivo ma molto accurato, utile per riconoscere la dilatazione delle cavità renali e la presenza di masse solide; la TAC, uno strumento a radiazioni ionizzanti che consente di individuare calcificazioni e lesioni molto piccole; la risonanza magnetica, che utilizza campi magnetici e onde di radiofrequenza per evidenziare le vie urinarie e i reni e individuare eventuali dilatazioni patologiche.
È poi rilevante in casi selezionati l’agobiopsia: una tecnica mini-invasiva che, mediante l’esame istologico su un campione di tessuto prelevato dalla zona di interesse, può identificare la presenza o l’assenza di un tumore e fornire informazioni sul tipo istologico e l’aggressività.
Il trattamento chirurgico: un prezioso alleato contro il tumore del rene
Humanitas Research Hospital di Rozzano offre un trattamento del tumore renale multidisciplinare, grazie all’unione delle Unità Operative di Urologia, Radiologia, Oncologia, Chirurgia Epatobiliare e Cardiochirurgia. Infatti, il trattamento dei tumori renali localizzati e localmente avanzati è in primo luogo quello chirurgico. In presenza di tumore metastatico, invece, il trattamento preliminare resta tendenzialmente chirurgico, cui seguono chemioterapia o immunoterapia.
La gestione chirurgica delle masse renali prevede nelle piccole lesioni localizzate un approccio mininvasivo, con un accesso percutaneo Tc guidato (attraverso la cute del fianco si introduce una sonda che raggiunge e cauterizza la neoplasia renale), oppure con un approccio chirurgico di nefrectomia parziale (rimozione di parte del rene) con risparmio del rene, fino alle lesioni localmente avanzate dove si può ritenere necessaria un’asportazione completa del rene (nefrectomia radicale), per una radicalizzazione oncologica.
La chirurgia robotica e la video-laparoscopia sono due dei pilastri del trattamento di quei tumori del rene che richiedono nefrectomia parziale o radicale. Una preferenza accordata sia per la maggior precisione che queste procedure garantiscono, sia per via della minor invasività della chirurgia.
Tuttavia, nei casi più complessi, quando il tumore del rene si estende nel circolo venoso provocando lo sviluppo di un trombo neoplastico, che può spingersi verso il fegato anche fino al cuore, la gestione multidisciplinare chirurgica di Unità Operative come Urologia, Cardiochirurgia e Chirurgia Epatobiliare, ha l’obiettivo di valutare i rischi del paziente oncologico legati all’intervento, la caratterizzazione del tumore e l’asportazione chirurgica, con una migliore cura del paziente stesso.
La Ricerca in Humanitas e le innovazioni nel trattamento del tumore del rene
Come dimostrato da numerosi lavori pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, l’équipe di Urologia di Humanitas è impegnata in una continuativa attività di Ricerca, che riguarda tutte le sfaccettature del trattamento del tumore al rene, da quello diagnostico a quello chirurgico con l’impiego di nuove tecnologie che rendono gli interventi più sicuri.
L’équipe di Urologia è inoltre impegnata nello sviluppo di studi traslazionali sulla patologia renale, in collaborazione con i ricercatori che si occupano di Immunologia, come la professoressa Maria Rescigno – Principal Investigator del Laboratorio di Immunologia delle mucose e Microbiota – al fine di identificare precocemente il rischio di metastasi.
In particolare, negli ultimi anni, la Ricerca dell’équipe di Urologia si è concentrata sui seguenti aspetti:
- L’utilizzo di nuovi strumenti per identificare i tumori chirurgicamente più difficili da approcciare, per valutare quali possano essere potenzialmente soggetti a maggiori complicanze e incrementare la sicurezza per il paziente. Lo studio Multi-institutional Retrospective Validation and Comparison of the Simplified PADUA REnal Nephrometry System for the Prediction of Surgical Success of Robot-assisted Partial Nephrectomy è un lavoro multicentrico che coinvolge i centri di riferimento a livello internazionale per il tumore del rene.
- La tumorectomia renale robotica (nefrectomia parziale) e l’utilizzo di stratificazioni di rischio più appropriate per migliorare i risultati funzionali e oncologici della metodica (Editorial Commentary referring to: “Is robot-assisted partial nephrectomy safe for highly complexity tumors?”)
- L’utilizzo dell’indocianina (un colorante fluorescente verde che può essere visualizzato con la tecnologia Near-infrared fluorescence e che funziona come un tracciante intraoperatorio) per migliorare la sicurezza nella chirurgia robotica di risparmio del rene. Lo studio The Role of Intraoperative Indocyanine Green in Robot-assisted Partial Nephrectomy: Results from a Large, Multi-institutional Series è una ricerca multicentrica che vede il coinvolgimento dei migliori centri di chirurgia renale robotica.
- L’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla chirurgia robotica sulle masse renali complesse per ottenere una tecnica più sicura. Lo studio Robot-assisted Partial Nephrectomy for Complex (PADUA Score ≥10) Tumors: Techniques and Results from a Multicenter Experience at Four High-volume Centers coinvolge quattro centri di riferimento per il tumore renale.
- Evolution of Robot-assisted Partial Nephrectomy: Techniques and Outcomes from the Transatlantic Robotic Nephron-sparing Surgery Study Group, un lavoro preliminare multicentrico che identifica il trattamento della chirurgia di risparmio di rene per via robotica come un trattamento sicuro ed efficace nella cura dei tumori renali.
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