I migliori esperti al mondo hanno discusso sulle cure più innovative per affrontare uno dei tumori a più alta incidenza di mortalità. Focus in particolare su tecniche chirurgiche, robot e farmaci intelligenti.
E’ uno dei “big killer” più temuti, ma oggi può essere affrontato con tecniche chirurgiche sempre più efficaci e farmaci “intelligenti”. La lotta al tumore del pancreas ha fatto tappa a Milano con il Congresso internazionale di Chirurgia del pancreas organizzato il 26 e 27 marzo presso l’Istituto Clinico Humanitas dal prof. Marco Montorsi, responsabile di Chirurgia Generale III dell’ospedale e docente dell’Università degli Studi di Milano. Un appuntamento scientifico che rappresenta un’importante occasione di confronto e scambio fra i maggiori esperti internazionali del settore. Tra questi Marcus Büchler, chirurgo tedesco che vanta la maggiore esperienza al mondo in chirurgia del pancreas, che eseguirà in diretta un intervento, Dirk Gouma dell’Academic Medical Center di Amsterdam, oltre a numerosi altri esperti europei ed americani e ai più noti chirurghi italiani.
Obiettivo del congresso è stato fare un punto sulla chirurgia del pancreas, che ancora oggi rappresenta il mezzo più efficace in grado di offrire una possibilità di guarigione ai pazienti colpiti da questa malattia. “Negli ultimi anni la chirurgia pancreatica ha fatto passi da gigante. Nonostante si tratti di interventi estremamente complessi, che richiedono grande esperienza – spiega il prof. Marco Montorsi – grazie all’affinamento delle tecniche chirurgiche e alla migliorata gestione intra e post-operatoria dei pazienti oggi sono decisamente diminuite sia la mortalità operatoria sia le complicanze post-chirurgiche.
Anche la chirurgia mini-invasiva si sta ritagliando un ruolo preciso, in particolare per alcuni tipi di resezioni quali le pancreasectomie sinistre. Inoltre l’approccio mini-invasivo robotico, seppure per ora molto preliminarmente, potrebbe diventare importante per l’intrinseca capacità di questa tecnica di affrontare con precisione molto elevata anche interventi complessi. In Humanitas stiamo mettendo a punto un apposito protocollo che potrebbe aprire nuove possibilità”.
Il tumore del pancreas: il “big killer” del mondo occidentale
Il cancro del pancreas è considerato un vero e proprio “big killer”, la quarta causa di morte per tumore nel mondo occidentale. “I dati parlano di circa 10 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone – spiegano gli specialisti di Humanitas -. Colpisce maggiormente la popolazione anziana, a partire dai 60 anni, soprattutto di sesso maschile. Il fattore di rischio meglio riconosciuto è il fumo di sigaretta. Spesso la prognosi del tumore del pancreas è infausta. Nel 75% dei casi, infatti, al momento della diagnosi la neoplasia è già in fase avanzata, e pertanto non operabile”.
Oggi però, grazie ai mezzi diagnostici più avanzati, il tumore viene riconosciuto sempre più precocemente, quando è ancora di dimensioni contenute e tecnicamente asportabile. Non va inoltre dimenticata l’integrazione della chirurgia con i trattamenti chemio e radioterapici che, specie in fase preoperatoria (terapia neoadiuvante) stanno aprendo prospettive interessanti, con un incremento della sopravvivenza a distanza (più del 20% a 5 anni) fino a qualche anno fa impensabile.
L’importanza di un approccio integrato
Le operazioni al pancreas sono estremamente complesse, per questo è importante che vengano effettuate in centri ad alta specializzazione. “Si tratta di interventi anche molto lunghi ed impegnativi – spiega il dott. Alessandro Zerbi, caposezione di Chirurgia Pancreatica in Humanitas e Segretario Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Pancreas – e che sono particolarmente difficili perché il pancreas è posizionato in profondità nell’addome, a stretto contatto con lo stomaco, l’intestino, la milza e alcune importanti strutture vascolari. Inoltre, si tratta di un organo particolarmente fragile, che produce sostanze corrosive per gli altri tessuti. Il rischio di complicanze è quindi molto alto e legato non solo alla patologia, ma anche alla tecnica chirurgica in sé. Per questo motivo è importante che l’operazione sia svolta da équipe che hanno acquisito una grande competenza specifica”.
Altrettanto fondamentale è una forte sinergia con specialisti di altre discipline. “Nell’affrontare tumori localizzati in una posizione così delicata dell’organismo – prosegue il dottor Zerbi – lavoriamo a stretto contatto con radiologi, oncologi, endoscopisti, anestesisti, gastroenterologi e anatomopatologi assieme ai quali costruiamo un percorso diagnostico e terapeutico su misura per il paziente, con l’ausilio delle tecnologie più avanzate. L’imaging avanzato e l’attenta analisi del caso da parte dell’équipe multidisciplinare permette di individuare i pazienti per cui l’intervento è più indicato.
Inoltre, assieme agli oncologi, ad esempio, abbiamo individuato in quali casi la chemioterapia può essere particolarmente utile prima e dopo l’intervento. L’efficacia di queste soluzioni è un’ulteriore conferma di quanto sia importante adottare un approccio integrato”.
Ricerca: il tumore corre lungo i nervi
La ricerca ha un ruolo fondamentale nei progressi compiuti nella lotta al cancro del pancreas. Oggi l’attenzione si sta sempre più focalizzando sull’interazione fra questi tumori e il sistema immunitario, un settore in cui Humanitas ha una grande competenza. Uno studio effettuato di recente da un team di ricercatori guidati dalla dott.ssa Paola Allavena, capo del Laboratorio di Immunologia Cellulare e dal prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente dell’Università di Milano, ha aperto importanti possibilità nella lotta alle metastasi di questo tipo di tumore. “La diffusione della malattia attraverso i nervi – spiega il prof. Mantovani – è uno dei motivi per cui alcuni tumori, primi fra tutti quelli del pancreas e del colon, anche se asportati chirurgicamente metastatizzano, ossia ricompaiono nelle vicinanze o in altre parti dell’organismo. Aver chiarito il meccanismo molecolare alla base della diffusione del cancro attraverso i nervi consentirà di mettere a punto nuove terapie, mirate a bloccare la chemochina responsabile di questo processo. Inoltre l’interazione con i nervi sembra avere un ruolo importante nel dolore associato al cancro del pancreas. Dunque la scoperta del meccanismo molecolare alla base di questa interazione potrebbe aprire strade terapeutiche nuove per il controllo del dolore spesso legato a questa malattia”.
A cura della Redazione
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