Il colon-retto è la parte terminale del nostro apparato digerente e forma quello che viene chiamato intestino crasso. Ha la forma di un lungo tubo, in cui avviene l’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti contenuti nei cibi che ingeriamo; inoltre, è il luogo in cui avviene la formazione delle feci.
L’intestino crasso è anche sede di una forma di tumore, chiamato tumore del colon-retto, che insorge a partire da polipi (piccole estroflessioni) intestinali preesistenti. Il tumore si forma quando alcune cellule della parete interna dell’intestino crasso proliferano in maniera incontrollata, dando origine a polipi benigni, i quali possono mutare in formazioni maligne.
L’importanza della colonscopia
I test di screening, come la ricerca di sangue occulto nelle feci e la colonscopia, permettono di individuare precocemente la presenza di polipi intestinali e di asportarli prima che mutino in tumore, riducendo così del 20% la mortalità del paziente.
“La colonoscopia è una delle metodiche diagnostiche con maggior ruolo nella prevenzione dei tumori. Infatti il tumore del colon è il terzo per incidenza negli uomini e il secondo nelle donne. Eseguire la colonscopia nell’ambito del programma di screening abbatte del 90% il rischio di sviluppare questo tumore. Humanitas è fortemente impegnata a sviluppare questi programmi di prevenzione per il tumore del colon offrendo esami in sedazione, strumenti con la tecnologia più aggiornata e un approccio multidisciplinare che consente una gestione moderna e veloce delle patologie diagnosticate durante le colonscopie”, spiega il professor Alessandro Repici, Responsabile di Endoscopia digestiva in Humanitas.
Chi colpisce?
Nell’uomo, il tumore del colon-retto è al terzo posto per incidenza dopo il tumore al polmone e alla prostata; nelle donne si colloca immediatamente dopo il tumore alla mammella, che occupa il primo posto.
Questo tumore può insorgere a qualsiasi età, ma è più frequente nelle persone di età superiore ai 50 anni (90% dei casi), è invece piuttosto raro in età giovanile.
Secondo un nuovo studio americano (condotto dall’American Cancer Society), che analizza l’incidenza in base all’anno di nascita, i casi di tumore del colon-retto sono aumentati nelle giovani generazioni. Un autore dello studio, confrontando i coetanei di generazioni diverse, afferma che il rischio per il tumore al colon risulta doppio per le persone nate nel 1990 rispetto a chi è nato nel 1950. Il rischio aumenta addirittura a quattro volte nel caso del tumore al retto, ma i motivi non sono ancora chiari.
Occorre poi sottolineare come, i giovani corrano un rischio maggiore di non veder diagnosticato il tumore precocemente, proprio perché nelle fasce di età giovanile la possibilità che sia presente questa neoplasia viene spesso sottovalutata.
Questa forma tumorale riconosce una certa familiarità: è infatti possibile ereditare il rischio di ammalarsi se nella famiglia di origine sono presenti patologie come la poliposi adenomatosa familiare e la malattia di Crohn. Si è visto, inoltre, che il rischio di sviluppare il tumore è maggiore per le persone con parenti di primo grado – genitori, fratelli e figli – già colpiti da questa forma neoplastica.
Quali sono i sintomi del tumore del colon-retto?
Il tumore del colon-retto può essere asintomatico per parecchio tempo. I primi segni con cui si manifesta sono perdita di sangue nelle feci (i polipi, infatti, tendono a sanguinare) e alterazione costante dell’attività intestinale, come per esempio costipazione.
Nelle fasi più avanzate, si presentano ulteriori sintomi quali:
- dolori all’addome
- nausea e vomito
- stimolo continuo all’evacuazione
- rapida e immotivata perdita di peso
- anemia
- senso di spossatezza.
Quali sono le cause del tumore del colon-retto?
Non è ancora chiaro quali siano le cause di questo tumore. Si tratta sicuramente del risultato dell’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali (come la dieta).
Oltre alla predisposizione familiare e alla presenza di malattie infiammatorie dell’intestino, si è visto che altri fattori di rischio possono essere:
- dieta ipercalorica, ricca di grassi animali e povera di fibre;
- fumo;
- abuso di alcolici;
- obesità;
- scarsa attività fisica.
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