La vescica è l’organo deputato al raccoglimento dell’urina dopo che questa viene filtrata attraverso i reni. Il tumore alla vescica, di cui esistono diverse forme con differenti fattori di rischio, abitualmente si sviluppa nelle cellule del rivestimento interno dell’organo.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Paolo Casale, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas.
Le forme di tumore alla vescica
“Nonostante la funzione svolta dalla vescica possa sembrare semplice, in realtà è molto complessa, poiché modifica il flusso continuo di urine emesse dai reni trasformandolo in un flusso intermittente che viene espulso volontariamente”, approfondisce lo specialista.
“Si possono distinguere due forme importanti di tumore alla vescica: la forma cosiddetta non infiltrante, meno preoccupante, e la forma infiltrante che, invece, si approfonda nel muscolo, provocando il possibile coinvolgimento di entrambi gli ureteri e un blocco renale, con una sofferenza importante per l’organo.
Sono 25mila, i nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia, in particolar modo uomini (20mila, per 5mila donne). Dai dati risulta anche un lieve incremento dei casi, un aspetto che desta preoccupazione e le cui cause andranno indagate”.
Tumore alla vescica: quali fattori di rischio?
“Gli uomini sono interessati dal tumore alla vescica cinque volte più delle donne, un dato che dipende dai fattori di rischio per sviluppare la neoplasia, dunque lo stile di vita e, in particolare, il fumo. Come sappiamo, il genere maschile ha fumato in percentuale maggiore rispetto al genere femminile e questo in parte rende ragione di una differenza di genere.
I due maggiori fattori di rischio sono quello costituzionale-genetico, che è un fattore non modificabile, e quello ambientale, dunque modificabile, che comprende le abitudini sbagliate come il fumo di sigaretta e il contatto con le sostanze contenute nei coloranti, nelle vernici e nelle gomme, ma anche nelle falde acquifere inquinate.
La neoplasia vescicale nella popolazione maschile ha un’incidenza maggiore dai 55-60 anni in avanti, ma non è escluso che possa svilupparsi anche prima”, spiega il dottor Casale.
Quali sono i sintomi del tumore alla vescica
Questa neoplasia si presenta spesso in maniera silente e il primo campanello d’allarme è rappresentato dal sangue nelle urine. Se dovesse manifestarsi tale sintomo è importante fare immediatamente riferimento all’urologo, perché potrebbe associarsi a un tumore alla vescica. Anche il dolore vescicale e un aumento improvviso della frequenza urinaria senza correlazione con una cura antibiotica, sono dei sintomi da tenere in considerazione”, continua lo specialista.
Come si tratta la neoplasia vescicale?
“Il tumore viene diagnosticato tramite esame delle urine ed ecografia. I tumori ancora in uno stadio superficiale possono venire curati con un intervento endoscopico di asportazione della neoplasia, mantenendo la vescica e le sue funzioni fisiologiche, mentre per gli stadi infiltranti si rende necessario un intervento di cistectomia e la derivazione delle urine”, conclude il dottor Casale.
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