Uno stile di vita sano è fondamentale nella prevenzione di numerose patologie e si rivela prezioso alleato anche per la vita delle donne che combattono contro il tumore al seno o che ne sono già guarite.
Non basta però occuparsi di stile di vita, ma bisogna farlo in maniera corretta. Perché è così importante che le donne con tumore al seno si prendano cura del proprio stile di vita? Ne hanno parlato i professionisti di Humanitas, nel corso di Mamazone 2017, la settima edizione di “Paziente diplomata”, una giornata dedicata alle donne con e senza tumore al seno, organizzata da Humanitas lo scorso 14 ottobre.
Perché occuparsi del proprio stile di vita?
I motivi sono diversi:
- Riduzione dell’incidenza di neoplasie al seno o comparsa di recidive.
- Riduzione del rischio cardio-metabolico spesso associato ad alcune terapie farmacologiche per la gestione delle patologie neoplastiche.
- Riduzione del rischio di malattie cardio metaboliche in genere.
- Gestione di un eventuale peggioramento dello stile di vita associato alla malattia.
- Riprendere in mano la propria vita e guardare avanti.
È bene poi capire quali sono i propri obiettivi, perché a seconda di questi la strategia sarà diversa; diverso infatti è il percorso di chi vuole perdere peso da quello di chi fatica a muovere il braccio per la presenza di un linfedema.
Alimentazione e attività fisica
Gli elementi in campo quando parliamo di stile di vita sono tanti, particolarmente rilevanti sono però alimentazione e attività fisica, due fattori che associati funzionano ancora meglio e sui quali dunque occorre lavorare di pari passo.
Per quanto riguarda l’alimentazione occorre tenere conto della qualità di ciò che si mangia e dei nutrienti. L’alimentazione sana deve prevedere tanta verdura, frutta, proteine magre (carni bianche e pesce) e carboidrati preferibilmente integrali nella stessa quantità. I legumi sono inclusi nei carboidrati: i legumi infatti contengono sì la stessa quantità di proteine della carne, ma se la carne contiene il 20% di proteine, pochi grassi e tanta acqua, i legumi contengono il 20% di proteine, pochissima acqua e tanti carboidrati, che seppur buoni sono comunque carboidrati.
Via libera dunque a frutta, verdura, noci, olio, carboidrati integrali, legumi, yogurt, latticini, uova e carni bianche. Da evitare le carni rosse lavorate, i carboidrati raffinati, gli amidi, gli zuccheri, i cibi ad alto contenuto di sodio e quelli contenenti grassi industriali.
Una sana alimentazione non può prescindere da una costante attività fisica. Occorre lavorare su due binari: la riduzione della sedentarietà e un’attività fisica strutturata. Il contrasto alla sedentarietà passa attraverso le scelte quotidiane, prestando attenzione a cogliere ogni momento possibile per muoversi. L’attività fisica invece si divide in due grandi famiglie: quella aerobica (camminare, nuotare, andare in bicicletta) e quella di forza e stretching (per il rinforzo muscolare, il rilassamento della muscolatura e l’aumento del movimento articolare). Anche in questo caso occorre scegliere l’attività in base ai propri obiettivi, la prescrizione dell’esercizio fisico infatti deve essere personalizzata, alla luce delle esigenze della paziente e della sua persona.
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