Diagnosi precoce contro il tumore al seno, prevenzione e autopalpazione, nuove cure e approcci chirurgici sempre più conservativi. Alberto Testori, senologo e Associate Director Breast Unit di Humanitas, è stato ospite presso il programma “Aria pulita” della rete Telecity Lombardia per parlare di prevenzione, diagnosi e cura del tumore al seno.
Da vent’anni a questa parte la percentuale di sopravvivenza è salita dal 65% all’85% grazie sicuramente ai passi avanti delle terapie, ma soprattutto alla prevenzione secondaria, la diagnosi precoce. È fondamentale individuare la malattia quando è ancora in stato asintomatico perché è più facile curare il tumore quando è di dimensioni ridotte.
I passi avanti della Ricerca
L’innovazione data dalla Ricerca ha portato alla scoperta di nuovi trattamenti biologici che possono aiutare a debellare la malattia, nonostante la chemioterapia resti l’arma terapeutica più efficace.
La scoperta di nuovi trattamenti ha segnato anche l’aumento di interventi di tipo conservativo, che preservano e rispettano la figura femminile.
L’autopalpazione è utile?
L’autopalpazione è il primo approccio che porta a riconoscere eventuali cambiamenti nel seno. Grazie anche a un’ispezione davanti allo specchio si possono riscontrare arrossamenti o noduli che verranno controllati dai medici attraverso ecografie e mammografie.
Purtroppo, però, non è detto che il tumore sia palpabile perché spesso gli esami di screening (esami di controllo) rivelano lesioni non palpabili o visibili.
Come prevenire il tumore al seno?
L’età media è scesa dai 65/66 ai 53/54 anni grazie alle diagnosi precoci che permettono di scoprire prima la malattia, soprattutto in situazioni in cui la lesione non sia palpabile. Importante è anche l’incidenza dei fattori ambientali, come lo stile di vita o l’alimentazione, che fanno parte della prevenzione primaria. Oltre all’autopalpazione è fondamentale mantenere uno stile di vita sano, con attività fisica regolare, seguendo un’alimentazione corretta a base di frutta, verdura, fibre e legumi.
L’età dello sviluppo della malattia si è abbassata perché nel 30% dei casi il tumore è presente tra donne che hanno dai 25 ai 45 anni e la sensibilizzazione a effettuare controlli ha sicuramente inciso nel rilevamento.
Genetica e tumore al seno
Infine non bisogna escludere la componente ereditaria che è di importanza fondamentale. I fattori di rischio sono sicuramente la familiarità e l’ereditarietà, infatti il 5/7% dei casi è dato da una mutazione genetica che determina un aumento delle probabilità di sviluppare il tumore.
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