Ecografia e mammografia per i controlli e l’importanza di rivolgersi a un Centro di senologia in caso di diagnosi: questi due dei temi cardine affrontati dal dottor Corrado Tinterri, direttore della Breast Unit di Humanitas, nel corso della diretta Facebook di Obiettivo Salute – Radio 24.
“Il tumore della mammella è purtroppo in aumento nelle fasce giovanili. Una volta colpiva le donne dopo la menopausa, mentre oggi il 40% dei casi si registra nelle donne sotto i 50 anni, con un impatto sulla vita personale e sociale molto forte”, sottolinea lo specialista.
Ecografia e mammografia
“È molto importante sapere se in famiglia ci sono casi di tumore al seno; per esempio, una donna giovane la cui madre si è ammalata di tumore al seno (soprattutto se anche lei in età giovanile), è bene anticipi i controlli di dieci anni. Stiamo spingendo per anticipare l’età degli screening che adesso si è abbassata ai 45 anni per la prima mammografia, ma nelle donne con familiarità è bene cominciare anche prima.
Ogni età ha i suoi controlli: la mammella giovane caratterizzata da maggiore densità, per esempio, si legge meglio con l’ecografia, un esame a ultrasuoni privo di rischi. È bene sottolineare infatti che la mammella nell’arco della vita si modifica, presentandosi ghiandolare nella giovinezza e adiposa nella donna in post menopausa. Più andiamo avanti con l’età dunque e più la mammografia è efficace, ma ciò non toglie che questo esame già a 40 anni possa essere utile soprattutto nei casi di tumori al seno in famiglia”, precisa il dottor Tinterri.
L’importanza dei Centri di senologia
Da un’indagine di Europa Donna, il movimento che rappresenta i diritti delle donne nella prevenzione e cura del tumore al seno, è emerso che solo il 14-15% delle donne intervistate conosceva un Centro di Senologia. “Un dato interessante, perché è bene che le donne conoscano i Centri di Senologia: Centri per la cura del tumore al seno, in cui le donne trovano specialisti dedicati per guarire meglio e prima, spesso con terapie all’avanguardia e adeguate allo stadio di malattia di ciascuna. È bene rivolgersi a Centri in cui si trattano molti casi, dove gli specialisti sono spesso dedicati solo al tumore al seno e dove dunque la probabilità di errori è più bassa, vista l’alta specializzazione.
Per conoscere i Centri senologici del nostro Paese è possibile far riferimento per esempio a Seno Network, l’associazione dei Centri senologici già attivi in Italia, che sono 136. La parola chiave è multidisciplinarietà: nelle Breast Unit si ha infatti la collaborazione tra diversi specialisti come chirurgo senologo, oncologo medico, radioterapista senologo, radiologo e patologo; questo garantisce una maggiore qualità di assistenza e una sopravvivenza più alta. Uno dei meriti di questi Centri è anche quello di mettere a disposizione delle pazienti specialisti che normalmente non si trovano, come lo psiconcologo o il ginecologo che si occupa di preservazione della fertilità. Questo è un tema centrale, perché molte donne giovani che si ammalano hanno il desiderio di una gravidanza, un desiderio lecito, da preservare, anche perché ammalarsi di tumore al seno non significa non poter aver figli. La possibilità di preservare gli ovuli in ragazze che si ammalano e che devono quindi sottoporsi a chemioterapia o terapie ormonali, diventa mandatorio perché completate le cure si può decidere di avere dei figli”, sottolinea il dottor Tinterri.
L’autopalpazione è uno strumento di prevenzione?
“L’autopalpazione di per sé non è uno strumento di prevenzione, ma è importante che le donne prendano coscienza del proprio corpo, toccando il seno in fase post mestruale, così da rendersi conto se qualcosa cambia. Questo di per sé non è sufficiente, è uno strumento importante, ma non basta, occorre sottoporsi a regolari controlli. Le campagne di screening sono mammografiche, ma possiamo consigliare alle donne giovani di sottoporsi a ecografia, così da poter anticipare un’eventuale diagnosi clinica”, ha specificato lo specialista.
Tra gli altri temi affrontati la gestione delle pazienti metastatiche, i passi avanti della ricerca sui nuovi farmaci biologici e la centralità dello stile di vita sia nella prevenzione sia dopo la malattia.
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