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Trombosi: cos’è e come si riconosce

La trombosi è una patologia che colpisce i vasi sanguigni provocando una loro occlusione totale o parziale e di conseguenza un danno degli organi a cui essi portano il sangue ossigenato (arterie) o da cui drenano il sangue “sporco” (vene). Se non individuata, i danni provocati dalla trombosi possono essere severi (talora anche letali). È quindi molto importante conoscerla perché attraverso la conoscenza si può innanzitutto prevenire e quando ciò non è possibile perlomeno fare una diagnosi tempestiva che garantisca una terapia efficace, evitando l’insorgenza delle sue più gravi complicazioni. 

Approfondiamo l’argomento con il professor Corrado Lodigiani, Responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano. 

Trombosi: che cos’è? 

La trombosi è una malattia provocata dalla formazione di un coagulo di sangue (trombo) all’interno del vaso sanguigno. Si tratta di un agglomerato solido di cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) intrappolate da una rete costituita dalle proteine della coagulazione del sangue che impedisce la corretta circolazione del sangue stesso all’interno del vaso (arteria o vena).

Il trombo si può frammentare anche in parti più piccole (embolo), arrivando così attraverso il sistema circolatorio a impedire il normale flusso sanguigno anche in organi del corpo lontani dal distretto in cui si è formato, di cui ostacola il funzionamento causando danni anche molto gravi.

Un embolo, infatti, può provocare eventi gravi che costituiscono un’emergenza medica come l’infarto del miocardio, l’infarto cerebrale e l’embolia polmonare (che abitualmente si verifica a causa del distacco di un embolo da un vaso venoso periferico). Tutti insieme questi eventi costituiscono la più importante causa di morte e malattia nelle popolazioni dei Paesi industrializzati, uccidendo molto più del cancro

Trombosi arteriosa: le cause 

La trombosi arteriosa, quella, quindi che si verifica in corrispondenza delle arterie, è provocata dall’aterosclerosi, una patologia che comporta alterazioni della parete delle arterie. Le pareti a causa di un eccesso di colesterolo, calcio, cellule infiammatorie e materiale fibrotico, perdono elasticità e si irrigidiscono, formando placche che possono rompersi dando luogo a trombosi che quando occupa l’intero lume del vaso blocca il flusso sanguigno e quindi provoca la morte (infarto) di una parte dell’organo cui l’arteria è diretta. 

I principali fattori di rischio per la trombosi arteriosa sono:

Trombosi venosa, quali sono le cause 

La trombosi venosa, a carico dunque delle vene, è invece la conseguenza della formazione di un trombo in un vaso che drena il sangue “sporco” da un organo e ne provoca una sorta di ingorgo con sofferenza dell’organo stesso.

Essa è spesso secondaria a fattori di rischio acquisiti e tendenzialmente transitori. Tra questi i più comuni sono:

  • immobilità provocata da traumi o malattie intercorrenti;
  • interventi chirurgici;
  • tumori;
  • gravidanza
  • uso di pillola contraccettiva o terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa.

La trombosi venosa, inoltre, può anche avere origine genetica. Vi sono infatti individui con trombofilia, cioè portatori di una anomalia geneticamente determinata delle proteine della coagulazione del sangue che conferisce una predisposizione genetica all’ipercoagulabilità, ossia alla propensione del sangue a creare coaguli che potrebbero evolvere in trombi.

I sintomi della trombosi arteriosa 

Qualsiasi arteria può essere colpita da trombosi e a seconda dell’organo cui il vaso porta il sangue si hanno diverse forme di malattia da trombosi: infarto del miocardio, ictus cerebrale, arteriopatia periferica, infarto renale, intestinale, dell’occhio sono i più frequenti. 

I sintomi variano a seconda dell’organo colpito:

  • dolore toracico se è il cuore;
  • sintomi e segni neurologici come difficoltà di movimento e/o di parola acuti se è il cervello;
  • dolore ai piedi o polpacci quando si cammina se sono colpite le arterie degli arti inferiori;
  • dolore addominale molto intenso se è l’intestino;
  • difetto acuto della vista se riguarda l’arteria della retina. 

I sintomi della trombosi venosa 

I trombi venosi si formano più facilmente nelle gambe, sebbene qualunque vena possa essere interessata da trombosi. Riconoscere i sintomi della trombosi venosa può non essere semplice, in quanto generalmente tendono a manifestarsi quando si sono già sviluppate complicazioni più severe

I sintomi da non sottovalutare sono:

  • aumento di volume e dolore;
  • sensazione di calore
  • intorpidimento e arrossamento della zona o dell’arto interessato. 

Se invece viene colpita una vena degli organi “centrali” come per esempio il cervello o il fegato o l’intestino in genere si ha dolore molto intenso e talora alterato funzionamento dell’organo stesso: nel caso della trombosi venosa cerebrale ad esempio si possono avere sintomi o segni neurologici molto simili a quelli dell’ictus

Importante, inoltre, prestare attenzione a:

Questi sintomi possono indicare presenza di emboli a livello polmonare (tromboembolia polmonare che è l’infarto del polmone), una condizione nella maggior parte dei casi provocata da un embolo che si stacca da un trombo formatesi nelle vene delle gambe o della pelvi e che ostruisce le arterie del polmone con esiti talora letali. 

Trombosi: come si cura 

La cura dipende dal tipo di trombosi. In genere si usano farmaci antitrombotici che nel caso della trombosi arteriosa sono “antiaggreganti piastrinici” cioè farmaci come da esempio l’aspirina che riducono la capacità delle piastrine di aggregarsi tra di loro; nel caso invece della trombosi venosa si devono utilizzare farmaci “anticoagulanti”, in grado di inibire parzialmente e quanto necessario la coagulazione del sangue del paziente allo scopo di sciogliere il trombo che si è formato e impedirne la crescita.

Nei casi più gravi quando la trombosi mette a rischio la vita del paziente si devono impiegare farmaci “trombolitici” cioè capaci di sciogliere in pochi minuti i trombi. Questi ultimi però si usano molto raramente perché essendo molto potenti possono provocare emorragie

Come prevenire la trombosi 

Pur essendo la trombosi una malattia molto grave è spesso facilmente prevenibile.

Anche in caso di predisposizione genetica infatti per la prevenzione è fondamentale ed estremamente efficace prestare attenzione al proprio stile di vita. L’attività fisica e il controllo del peso corporeo hanno un ruolo di primissimo piano: importanti fattori di rischio come il sovrappeso e l’obesità, infatti, sono spesso provocati da uno stile di vita sedentario. Il controllo del peso corporeo e l’attività fisica consentono di evitare l’insorgenza o meglio curare importanti fattori di rischio quali il diabete, l’ipertensione arteriosa e la dislipidemia. È fondamentale evitare il fumo. 

Le donne con predisposizione genetica alla trombosi venosa e soprattutto se in sovrappeso/obese e fumatrici, inoltre, dovrebbero evitare l’uso di estroprogestinici a scopo anticoncezionale o sostitutivo dopo la menopausa, oppure utilizzarli solo a seguito di un’approfondita valutazione con uno specialista in emostasi e trombosi. Infatti i fattori di rischio hanno un effetto “moltiplicativo” nel favorire la trombosi e quindi il rischio è tanto più alto quanto più fattori sono presenti in una stessa persona.

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