I linfociti T hanno un ruolo essenziale nella ricostruzione del sistema immunitario dopo il trapianto di midollo e sono capaci di prevenire lo sviluppo di infezioni e la ricomparsa del tumore. Lo dimostra uno studio condotto da Enrico Lugli, ricercatore di Humanitas, che gli è valso – oltre al premio Lorini, già tributatogli lo scorso maggio – il riconoscimento degli ERC Starting Grants, importante finanziamento dell’European Research Council finalizzato a sostenere ricercatori promettenti.
Quali aspetti ha messo in evidenza lo studio?
Lo studio – dal titolo “Generation and maintenance of long-lived memory T cells in humans” – vuole chiarire i meccanismi alla base del trasferimento della memoria immunologica di tipo T in seguito a trapianto di midollo aploidentico (cioè da donatore parzialmente compatibile), utilizzato per il trattamento di tumori maligni del sangue quali leucemie e linfomi. L’approccio prevede in un trattamento chemio-radioterapico del paziente seguito dalla trasfusione di cellule staminali ematopoietiche e di linfociti T di memoria contenuti nel midollo isolato da donatore familiare. In particolare, il progetto intende studiare i meccanismi molecolari alla base della formazione di tali cellule di memoria, così da poterle generare in laboratorio e quindi impiegarle in trapianti ad hoc per favorire una ricostruzione precoce del sistema immunitario. Obiettivo contestuale è la diminuzione dei problemi associati all’immunodeficienza, quali il rischio di infezioni e la ‘recidiva‘, ossia la ricaduta, del tumore stesso per cui viene fatto il trapianto.
Qual è stato il valore aggiunto di un approccio multidisciplinare?
Lo studio, svolto in collaborazione con il dott. Luca Castagna, ematologo e oncologo presso il Cancer Center, e il dott. Domenico Mavilio del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale, è un esempio di approccio multidisciplinare “from bench to bedside” (letteralmente: dal bancone al letto del paziente), espressione utilizzata per indicare il percorso che la ricerca traslazionale intende promuovere attraverso il trasferimento dei risultati delle sperimentazioni alle applicazioni in ambito clinico. Incoraggianti risultati sono stati infatti riscontrati a seguito dell’applicazione di questo tipo di protocollo clinico a pazienti affetti da linfoma ricoverati presso l’unita di Ematologia dell’Istituto Clinico Humanitas.
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