Il lockdown e le misure di contenimento della pandemia COVID-19 hanno comportato un aumento delle ore passate in casa e, per molte persone, un cambiamento nelle proprie abitudini lavorative. Sale da pranzo, cucine e studi casalinghi trasformati in uffici, però, non sono dotati necessariamente di un mobilio consono a un’attività lavorativa sedentaria di fronte allo schermo di un computer.
A risentire dello smart working, dunque, sono prima di tutto i nostri muscoli, costretti ad assumere per molte ore al giorno posizioni non idonee e una delle conseguenze più comuni è rappresentata dall’insorgenza di problemi a livello cervicale, quei dolori che comunemente chiamiamo “torcicollo”.
Quali sono le abitudini errate che ci portano a sviluppare il torcicollo? E quali sono i rimedi consigliati per far fronte al dolore?
L’argomento è stato approfondito dal dottor Gianluca Galimberti, Responsabile dell’Unità di Riabilitazione Ortopedica di Humanitas, a Il mio medico su TV2000.
COVID-19: l’importanza di una postura corretta
“Ci sono voluti diversi anni per operare un’educazione posturale e orientare l’attività lavorativa sul mantenimento di determinate posture e sull’utilizzo di sedute e device adeguati, in modo tale che la colonna vertebrale non risentisse eccessivamente delle numerose ore passate nella stessa posizione. Il cambiamento dell’attività lavorativa causato dalla pandemia COVID-19 ha comportato che queste buone abitudini posturali venissero messe in secondo piano. Nei nostri ambulatori incontriamo spesso pazienti che lamentano l’insorgenza di problemi, a livello lombare e soprattutto a livello cervicale, causati da sedie o piani d’appoggio sbagliati”, spiega il dottor Galimberti.
L’importanza del riposo notturno
A peggiorare la situazione può poi concorrere il riposo notturno.
“L’uomo trascorre circa un terzo della propria esistenza a dormire e quindi, come la postura è importante durante la giornata, lo è anche durante la fase del sonno. Purtroppo la postura volontaria non è modificabile quando si dorme, ma ciò che possiamo modificare sono i cuscini e i materassi che utilizziamo.
Per quanto riguarda i cuscini non esiste uno standard unico, ma dei consigli determinati dalla posizione in cui dorme abitualmente il paziente. Chi, per esempio, è abituato a dormire a pancia in giù non dovrebbe neppure utilizzare un cuscino o, se proprio vuole utilizzarlo, dovrebbe sceglierne uno molto basso, di pochi centimetri. Se, invece, il paziente dorme su un fianco o a pancia in su dovrebbe utilizzare i cuscini che mantengono la memoria della propria forma: sono cuscini che assumono la forma dell’impronta della nostra testa e la modificano ogni volta che viene assunta una nuova posizione, come per esempio quelli in memory foam o in waterlilly. Anche in questo caso il cuscino non deve superare i 10-12 cm di altezza”, continua lo specialista.
Torcicollo: cause e trattamenti farmacologici
“Le cause del torcicollo benigno sono molteplici e possono essere osteo-articolari ma soprattutto muscolari. Le contratture muscolari, solitamente, sono asimmetriche, dunque il sintomo più comune è l’impossibilità di girare il collo da una parte o dall’altra. Se, invece, il dolore viene avvertito a riposo, non appena ci si alza, nella rimessa in movimento dopo aver mantenuto una determinata postura per diverse ore, potrebbe essere di origine ossea”, approfondisce il dottor Galimberti.
Il mio consiglio è evitare quanto possibile l’automedicazione. Se proprio non è possibile agire altrimenti, il farmaco che viene meglio tollerato e che presenta meno fattori di rischio è il paracetamolo. Non bisogna però assumerlo per oltre 3-4 giorni: se dopo questo tempo il dolore non si è modificato è opportuno consultare il proprio medico”.
Il calore: un alleato contro il dolore cervicale
Per lenire il dolore senza l’ausilio di farmaci, il primo consiglio è quello di mettere il tratto cervicale a riposo, anche se può essere complicato in quanto ogni volta che assumiamo una posizione antigravitaria i nostri muscoli lavorano. Può essere in questo caso d’aiuto avvolgersi una sciarpa di lana attorno al collo con più giri: darà una leggera immobilizzazione e contribuirà anche a scaldare la parte dolente. Il calore, infatti, è un altro alleato contro le patologie muscolari. A questo proposito si può infatti anche fare ricorso ai cerotti senza farmaco aggiunto che a contatto con l’aria producono calore e che si comprano in farmacia”, prosegue il dottore.
Come massaggiare correttamente il collo?
“Un’altra metodica che può essere utile è il micromassaggio: chiunque può farlo senza incorrere in alcun tipo di rischio, bisogna solo essere molto delicati. Un punto molto importante, per esempio, si trova alla base della nuca: in questa zona si inseriscono dei muscoli fondamentali per la stabilizzazione della testa. Per decontrarli basta fare simmetricamente con i pollici una leggera frizione con un movimento rotatorio. A questo esercizio si può unire il medesimo movimento rotatorio questa volta effettuato con tutte e cinque le dita su tutto il cuoio capelluto. Sempre utilizzando i polpastrelli, poi, si possono massaggiare delicatamente con dei movimenti rotatori degli specifici punti dolorosi sulle spalle, che in medicina si definiscono trigger point. In questo caso se notiamo che il dolore si acuisce vuol dire che è il punto giusto su cui agire e si può aumentare poco a poco la pressione”, approfondisce lo specialista.
Esercizi di mobilizzazione del collo: quali fare a casa e quali evitare?
“Per chi lavora in smart working sono consigliati alcuni semplici esercizi di mobilizzazione del collo, da ripetere 2-3 volte durante l’arco della giornata. Il primo esercizio è di inclinazione laterale, seguendo il naturale movimento che ci consente di inclinare il capo a destra e a sinistra. Questo movimento va accompagnato posizionando sul capo la mano dello stesso lato verso cui ci si inclina e facendo una lieve pressione, senza accentuare il dolore. Dopo aver contato fino a 5 si rilascia il capo e si ripete l’esercizio dalla parte opposta.
Il secondo esercizio segue la rotazione del capo verso destra e verso sinistra, che può essere accompagnata da un leggero stretching che si effettua prendendo il mento con una mano e spingendolo lentamente nel verso della rotazione.
L’ultimo esercizio segue il movimento antero-posteriore: la tensione muscolare in questo caso può essere aumentata spingendo delicatamente sul mento o, all’opposto, sulla nuca.
Sono invece da evitare i movimenti di circonduzione, poiché possono interessare i nostri sensori dell’equilibrio. Dal momento che il torcicollo è spesso associato a sensazioni di instabilità o perdita di equilibrio i movimenti di circonduzione possono accentuare questo problema”, conclude il dottor Galimberti.
L’articolo è tratto da un’intervista del dottor Gianluca Galimberti a Il mio medico (TV2000) del 22 marzo 2021. Per rivedere l’intervista e seguire gli esercizi descritti dal dottor Galimberti, clicca qui.
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