La tiroidite di Hashimoto è una delle patologie che colpiscono la tiroide e fa parte della famiglia delle tiroiditi croniche autoimmuni.
Ne parliamo con gli specialisti dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia di Humanitas.
Qual è la differenza rispetto alle altre forme di tiroidite?
Si tratta di una variante più rara di tiroidite ed è associata, in particolare, a un aumento di volume del collo, del cosiddetto gozzo, mentre nelle altre forme di tiroidite questo non accade. La malattia è però la stessa e ha le stesse cause, gli stessi sintomi e le medesime terapie.
Una stanchezza sproporzionata, il primo sintomo
I sintomi più diffusi della tiroidite autoimmune dipendono soprattutto dalla gravità dell’ipotiroidismo sviluppato dal paziente; in alcuni casi di forme molto leggere, è addirittura asintomatica. Spesso poi si tratta di sintomi e malesseri molto vaghi e sfumati. il primo tra tutti è una stanchezza sproporzionata rispetto alle attività quotidiane.
Con il progredire dell’ipotiroidismo, si associano sonnolenza, senso di freddo, cute fredda e secca, voce che diventa più roca e aumento di peso corporeo. Nei casi più gravi e avanzati infine, i sintomi più eclatanti sono quelli psichiatrici con stati d’ansia, attacchi di panico e depressione.
Un difetto nel sistema immunitario
In quanto malattia autoimmune, il difetto è nel sistema immunitario che non riconosce più la tiroide come un costituente normale dell’organismo e anzi produce anticorpi contro quell’organo per distruggerlo.
Si tratta di una malattia a impronta familiare e non ereditaria: significa che si trasmette una predisposizione genica alla malattia – che ancora però non conosciamo bene – che il paziente porta con sé e a qualunque età della vita la malattia potrebbe manifestarsi. Potrebbe anche saltare una generazione.
Le terapie
A oggi ancora non esiste una cura definitiva per le tiroiditi autoimmuni come quella di Hashimoto: quello che possiamo fare al momento è curare la tiroide somministrando l’ormone tiroideo sintetico in compresse al paziente, dando la giusta dose per ogni paziente. In questo modo la qualità della vita torna perfetta e non ha controindicazioni.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici