- Otite media: cos’è
- Timpano perforato: cos’è e quali sono i sintomi
- Otosclerosi: una frequente causa di ipoacusia acquisita in età giovanile
- I vantaggi della chirurgia endoscopica
Le patologie otologiche dell’orecchio medio, come le otiti, croniche semplici o colesteatomatose, l’otosclerosi, e la perforazione timpanica, vengono spesso diagnosticate in ritardo. Le persone tendono infatti ad adattarsi ai sintomi di questi disturbi, come la progressiva perdita dell’udito, fino a quando non risultano invalidanti. Una diagnosi precoce, invece, può essere fondamentale per trattare le patologie otologiche in maniera efficace e mininvasiva.
Ne parliamo con il dottor Domenico Villari, otorinolaringoiatra presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Otite media: che cos’è
Con orecchio medio intendiamo quell’area dell’orecchio composta da membrana timpanica e apparato di trasmissione (catena ossiculare), deputata alla trasmissione del suono dall’orecchio esterno, quindi da padiglione auricolare e condotto uditivo, all’orecchio interno, dove verrà trasformato in impulso nervoso.
L’otite media è una patologia che interessa quest’area dell’orecchio, causando infezioni e danni a membrana e catena ossiculare. L’otite può essere bilaterale o monolaterale e si caratterizza per due sintomi principali:
- otorrea recidivante, ossia una secrezione purulenta, provocato dall’infezione, che fuoriesce dall’orecchio
- progressiva perdita dell’udito.
Alcune volte queste manifestazioni sono associate a dolore all’orecchio (otalgia), che però non è il sintomo principale come accade con le forme di otiti acute.
In presenza di otite è opportuno evitare il contatto con l’acqua, perché potrebbe favorire la proliferazione di germi nell’orecchio e peggiorare l’infezione. Sono dunque da evitare i bagni in piscina e al mare, ma bisogna prestare anche attenzione nella quotidianità alle semplici docce.
Timpano perforato: cos’è e quali sono i sintomi
La membrana del timpano può anche lacerarsi: parliamo in questo caso di perforazione timpanica. La lacerazione può essere provocata da un trauma (acustico, pressorio, per penetrazione di corpi estranei come i cotton fioc, o di un grave trauma cranico) ma anche essere conseguenza di episodi ricorrenti di otite media acuta. La presenza della perforazione di un timpano può condizionare la qualità della vita della persona interessata. Il timpano, infatti, è uno strumento fondamentale per l’udito e per la salute dell’orecchio: colpito dalle onde sonore, il timpano vibra dando inizio al processo di trasformazione delle onde sonore in impulsi nervosi, inoltre la sua membrana protegge anche l’orecchio medio da agenti esterni e batteri e quindi dalle infezioni
I sintomi del timpano perforato sono:
In caso di perforazione traumatica acuta (ad esempio post-trauma):
- dolore all’orecchio (otalgia)
- perdita di sangue (otorragia)
- ovattamento auricolare e calo dell’udito.
In caso di perforazione dovuta a eventi infettivi acuti recidivanti:
La perdita dell’udito che si riscontra in un paziente con perforazione timpanica può essere temporanea, ma il sintomo può peggiorare a causa di otiti acute recidivanti causate dalla maggiore suscettibilità dell’orecchio medio alle infezioni avendo perso l’azione protettiva della membrana.
La terapia delle otiti croniche con perforazione del timpano è chirurgica, riparando la membrana con materiale autologo, cioè prelevato dal paziente stesso.
L’otite cronica semplice, con o senza perforazione del timpano, può anche evolvere in colesteatoma, ossia un accumulo di detriti di cellule epidermiche in disfacimento e granuli di colesterina, che formano una cisti di colorito bianco perlaceo, che si sviluppa all’interno dell’orecchio medio con proprietà corrosive sulle strutture ossee che formano le pareti dell’orecchio medio e sulla catena ossiculare. Il colesteatoma è una patologia infiammatoria molto più grave della semplice perforazione del timpano in quanto, oltre a determinare perdita progressiva dell’udito e otorrea recidivante, può provocare complicanze invalidanti per il paziente, quali paralisi facciali e vertigini, e anche altre a rischio vita, quali meningiti e ascessi cerebrali.
La terapia del colesteatoma è chirurgica e prevede l’asportazione di tutto il tessuto infiammatorio e la ricostruzione della membrana e della catena ossiculare.
Otosclerosi: una frequente causa di ipoacusia acquisita in età giovanile
L’otosclerosi è invece un disturbo che comporta una riduzione o perdita dell’udito (ipoacusia). Si tratta di una malattia ereditaria a eziologia multifattoriale e non ancora del tutto conosciuta che nel 70-80% dei pazienti è bilaterale, cioè interessa entrambe le orecchie.
È dovuta alla trasformazione distrofica dell’osso che contiene l’apparato recettoriale dell’organo uditivo (capsula otica) e si manifesta, nelle prime fasi della malattia, con il blocco del più piccolo ossicino della catena, la staffa.
I principali sintomi dell’otosclerosi sono la progressiva perdita dell’udito e gli acufeni, mentre più rare e associate agli stadi più avanzati della patologia sono le vertigini.
L’otosclerosi si sviluppa generalmente tra i 20 e i 40 anni e interessa in particolar modo la popolazione femminile, in cui peggiora in alcune fasi della vita, come il primo flusso mestruale (menarca), la gravidanza o la menopausa, a causa dell’influenza nella determinazione della patologia del ciclo estro-progestinico.
La terapia è protesica e può essere praticata in modo convenzionale con i classici apparecchi applicati per via esterna, o per via chirurgica, inserendo una microprotesi al posto dell’ossicino bloccato (staffa), all’interno dell’orecchio medio.
I vantaggi della chirurgia endoscopica
Per trattare queste patologie si può ricorrere alla chirurgia endoscopica, un approccio innovativo e mininvasivo che non richiede incisioni retro-auricolari ma interviene attraverso il condotto uditivo esterno e ha una durata di intervento molto breve e un recupero funzionale veloce.
Tutti gli interventi per otosclerosi e per le perforazioni del timpano possono essere eseguiti per via endoscopica, per le seconde si utilizza materiale prelevato dall’orecchio del paziente stesso (prevalentemente cartilagine) mediante microincisioni.
Per i colesteatomi, la possibilità di praticare un intervento mininvasivo dipende dalla precocità con cui viene posta la diagnosi, in quanto la via endoscopica esclusiva non è praticabile nelle forme avanzate della patologia.
L’utilizzo della via endoscopica in fase diagnostica durante le visite ambulatoriali permette anche una diagnosi precoce di queste patologie.
Gli specialisti dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria, guidata dal professor Giuseppe Spriano, lavorano in sinergia nella valutazione dei casi clinici al fine di individuare il percorso di cura più adatto alle caratteristiche della persona.
È dunque importantissimo non sottovalutare i sintomi della sfera otologica, in particolare una progressiva perdita dell’udito che può nascondere problemi anche gravi.
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