Si è sottoposto in Humanitas a un’infiltrazione di monociti al ginocchio il campione di Speed Ski Simone Origone. L’intervento, eseguito dal dottor Enrico Arnaldi, Responsabile di Ortopedia Artroscopica e Ricostruttiva del Ginocchio, rientra nelle cosiddette terapie biologiche.
Classe 1979, valdostano, maestro di sci e guida alpina, Simone Origone è campione di sci di velocità. Nel suo palmares ci sono 11 Coppe del mondo e 6 ori mondiali. Suo il record del mondo in velocità nel 2006, nel 2014 e ancora nel 2015 con 252,632 km/h. Nel 2016 raggiunge una velocità di 252,987, ma pochi minuti dopo suo fratello Ivan stabilisce il nuovo primato. Una carriera costellata di successi, ma anche di cadute e infortuni che hanno costretto Simone Origone a diverse pause per via degli interventi al ginocchio.
Che cos’è la medicina rigenerativa?
Come spiegano il dottor Arnaldi e il dottor Andrea Bruno dell’unità di Ortopedia Artroscopica e Ricostruttiva del Ginocchio: “Negli ultimi anni si è assistito a un crescente interesse per la medicina rigenerativa da parte dei media, dei pazienti, delle aziende e della comunità scientifica. Tutti sono rimasti affascinati dalla possibilità di poter guidare e potenziare gli innati processi riparativi dei nostri tessuti per poter guarire delle condizioni patologiche invalidanti, grazie all’applicazione clinica delle nuove scoperte biologiche. Nel nostro campo ortopedico si parla di Ortobiologia, proprio per sottolineare la stretta connessione tra le discipline biologiche e la pratica clinica.
Le scienze biologiche hanno permesso di conoscere più a fondo i complessi meccanismi di rigenerazione tissutale e hanno fatto intravvedere la possibilità di poter pilotare questi processi.
Al momento, in Ortobiologia si utilizzano fattori di crescita e proteine derivate dal sangue, cellule mesenchimali adulte (Msc) derivate dal midollo osseo, dal tessuto adiposo, dal sangue (monociti) e scaffold ovvero prodotti di bio-ingegneria creati in laboratorio che mimano la struttura di un tessuto biologico per favorirne una successiva colonizzazione da parte delle cellule”.
Una strada interessante, ma senza risultati definitivi a lungo termine
“Gli studi in laboratorio e i modelli sperimentali hanno messo in luce una grande capacità di queste terapie nella rigenerazione tissutale. Tuttavia, oggi, nella pratica clinica non esistono ancora degli strumenti realmente in grado di far guarire dall’artrosi rigenerando la cartilagine o di ricostruire tendini.
Dai risultati dei primi lavori scientifici sappiamo che molte di queste terapie biologiche possono modulare l’infiammazione portando a una riduzione del dolore e a un miglioramento della funzionalità dell’articolazione. Mancano ancora studi di alto livello con lunghi follow-up che provino un’efficacia a lungo termine. Rimane una strada interessante ma ancora lunga da percorrere ed è importante non dare false speranze ai nostri pazienti. In genere, in Humanitas, utilizziamo queste terapie in casi molto selezionati e tendenzialmente nell’ambito di progetti di studio e di ricerca”, hanno concluso i due specialisti.
L’esperienza di Simone Origone
“Mi sono sottoposto in passato a diverse terapie rigenerative ma è la prima volta che effettuo un’infiltrazione di monociti. Purtroppo, finita la stagione delle gare, mi sono ritrovato con un forte dolore alle ginocchia che mi ha costretto a una nuova terapia. La salute delle mie ginocchia condiziona molto i miei allenamenti e negli anni ho imparato ad adeguare la mia preparazione atletica alle loro esigenze, imparando ad allenarmi con attenzione e tenendo anche conto di come mi sento. Mi aspetta un’estate di lavoro come guida alpina e poi da settembre inizierò ad allenarmi per la Coppa del mondo 2020, dove punto a riconquistare il titolo.
La mia vita di sportivo mi ha insegnato che con pazienza e perseveranza si possono raggiungere grandi traguardi, così come può fare la Ricerca in ambito medico grazie al lavoro dei ricercatori e all’aiuto di tutti quelli che vi investono”.
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