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Teleangectasie, la scleroterapia per cancellare i capillari

Una “ragnatela” di vasi sanguigni superficiali dilatati, i cosiddetti “capillari”. Sono le teleangectasie, un difetto estetico chiaramente visibile e che può creare disagio a chi le presenta. Il difetto, però, può essere migliorato o risolto con un trattamento chiamato scleroterapia: “Bastano alcune sedute per eseguire questo trattamento, assolutamente non doloroso, con cui chiudere i capillari dilatati”, ricorda la dottoressa Elisa Casabianca, chirurgo vascolare di Humanitas.

Reticoli ramificati di diverso colore

Le gambe e le cosce sono il punto in cui spesso si può scorgere la presenza di teleangectasie: “Sono un reticolo arborescente di vene superficiali con un calibro che si aggira intorno al millimetro e che può assumere una colorazione diversa: bluastra e violacea, quando sono i capillari più grossi a essere dilatati ovvero color vinaccia, rosso vivo, quando i vasi sono più sottili”, ha spiegato la specialista.

Le teleangectasie non rappresentano una vera e propria patologia e di per sé non sono associate a sintomi, ma la loro presenza non deve essere sottovalutata: “Questi vasi sanguigni dilatati possono essere la spia di insufficienza venosa, una condizione caratterizzata da un difficoltoso ritorno venoso del sangue. È utile, pertanto, sottoporsi a un ecocolordoppler, ovvero a uno studio ecografico con cui valutare la salute dei grossi vasi superficiali e delle safene. Infatti quando alla base c’è una insufficienza venosa, va trattata per prima, altrimenti si incorrerebbe in recidive precoci dopo il trattamento scleroterapico”.

Microaghi per chiudere i capillari

Esclusa la presenza di vene varicose e di insufficienza venosa, è possibile sottoporsi a un trattamento per eliminare le teleangectasie: “Il trattamento indicato è la scleroterapia: consiste nell’iniezione nei capillari di un liquido irritante per le pareti dei vasi sanguigni che, infine, porta alla chiusura dei capillari con la conseguente cancellazione.

La scleroterapia si esegue in ambulatorio, con una serie di iniezioni con aghi minuscoli e sottilissimi, sub millimetrici. In ogni caso parliamo di un trattamento medico, non estetico, che prevede l’infusione di farmaci con sostanze sclerosanti. Va quindi effettuata da un angiologo o da un chirurgo vascolare. L’individuo si sottopone a diverse sedute, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra. Il risultato non è immediato, ma è apprezzabile dopo circa tre settimane. Questo perché le iniezioni irritano i capillari rendendo ancora più evidenti le teleangectasie ma poi si richiudono e i reticoli ramificati scompaiono. Per questo motivo si tende a eseguire il trattamento nei mesi invernali o primaverili, quando comunque il clima è fresco e si tengono ancora le gambe coperte”, ha sottolineato la dottoressa Casabianca.

Sebbene il risultato sia definitivo, il soggetto potrebbe tornare a rivolgersi allo specialista per un nuovo ciclo di scleroterapia ma non per trattare le stesse teleangectasie: “I capillari chiusi non si dilatano più; tuttavia, se c’è la tendenza delle vene a dilatarsi e ad affiorare, potrebbero manifestarsi nuove teleangectasie”, ha concluso la dottoressa Casabianca.

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