I tagli e le ferite, anche quando sembrano piccoli, superficiali e non necessitano di punti di sutura, potrebbero portare a conseguenze anche gravi se non trattati in modo corretto, in particolare quando si infetta con batteri come stafilococchi o streptococchi.
Poiché è importante che i pazienti riconoscano quando una ferita è infettata, ne abbiamo parlato con il dottor Stefano Ottolini, specializzato in medicina d’urgenza in Humanitas.
L’infezione: i sintomi per riconoscerla
Per capire se una ferita è infetta, bisogna riconoscere e verificare la presenza di alcuni sintomi come il gonfiore, l’arrossamento, il calore localizzato (il taglio, infatti, è più caldo rispetto alle zone circostanti) e la presenza di pus.
Nei casi più gravi, l’infezione limitata alla ferita si espande a tutto il corpo, diventando sistemica causando anche la febbre. Anche nausea e diarrea possono essere indicatori della diffusione dell’infezione dalla lesione localizzata ad altri sistemi del corpo, sistema gastrointestinale in primis.
La prima cosa da fare in questi casi è mantenere pulito il taglio, disinfettarlo e coprirlo con una garza sterile e una benda adesiva, una medicazione che è da sostituire ogni giorno.
L’uso di antibiotici
Quando le ferite si infettano, oltre alla medicazione, è inevitabile rivolgersi al medico per evitare di peggiorare la situazione e il diffondersi dell’infezione. Nella maggior parte dei casi, il medico prescriverà l’uso di antibiotici per combattere l’infezione ed eliminarla.
Diversi sono gli antibiotici disponibili, che agiscono in modo diverso a seconda dei batteri da contrastare. In alcuni casi, per capire il farmaco più appropriato e identificare i batteri che hanno causato l’infezione, il medico potrebbe eseguire un tampone sulla ferita e inviare il tampone per gli esami colturali batteriologici. Nel caso in cui questi esami risultassero negativi gli antibiotici non saranno necessari.
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