Il cuore è un organo che pompa l’ossigeno e le sostanze nutrienti contenute nel sangue in tutto il corpo, con una frequenza cardiaca che di solito oscilla tra 60 e 100 battiti al minuto.
Variazioni nella frequenza e/o nel ritmo cardiaco possono essere espressione di aritmie cardiache; in alcuni casi, il battito può essere accelerato (tachicardia), mentre in altri può essere più lento (bradicardia). Si tratta di disturbi comuni, che non sempre rappresentano un pericolo immediato per il soggetto che li avverte, ma che dovrebbero essere indagati con un medico specialista per determinarne la causa e valutare eventuali trattamenti necessari.
Ne parliamo con il dottor Massimo Tritto, responsabile di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Cosa sono le aritmie?
Il cuore è composto da due atri e due ventricoli, e funziona pompando il sangue attraverso il corpo grazie a impulsi elettrici generati periodicamente da cellule specifiche localizzate nell’atrio destro. Questi impulsi si propagano successivamente alle altre camere cardiache permettendo il corretto funzionamento del cuore. Un’alterazione della sede di origine, della frequenza di scarica o della trasmissione degli impulsi all’interno del cuore rappresenta un’aritmia cardiaca.
Le aritmie possono manifestarsi in diversi modi:
- Tachicardia: il cuore batte troppo velocemente, con una frequenza cardiaca a riposo superiore a 100 battiti al minuto (BPM)
- Bradicardia: il cuore batte troppo lentamente, con una frequenza cardiaca a riposo inferiore a 60 battiti al minuto (BPM)
- Extrasistolia: il cuore batte in maniera irregolare a causa di uno o più impulsi in sequenza (extrasistoli) che originano prematuramente da una camera atriale o ventricolare.
Sebbene siano spesso innocue e benigne, le aritmie cardiache possono causare fastidi o preoccupazione in chi le avverte. In altri casi, invece, esse sono il segno (a volte il primo o l’unico) di una patologia cardiaca o extra cardiaca acquisita o congenita, tra cui:
- Bradicardie o bradiaritmie possono essere associate a varie condizioni, come cardiopatia ischemica, alterazioni legate all’invecchiamento delle cellule che generano impulsi elettrici, malattie congenite o acquisite che influenzano la formazione o la trasmissione degli impulsi elettrici, disturbi elettrolitici (ad esempio alterazioni di potassio, magnesio, calcio), interventi cardiochirurgici, malattie della tiroide e altro ancora.
- Tachicardie o tachiaritmie possono derivare da diverse cause, tra cui ipertensione arteriosa, infarto miocardico acuto o pregresso, disfunzioni delle valvole cardiache, scompenso cardiaco, patologie primitive del muscolo cardiaco (cardiomiopatie), infezioni, malattie tumorali, alcune patologie polmonari, ansia.
È importante sottolineare che lo stile di vita gioca un ruolo significativo nello sviluppo di aritmie. Stress emotivo, abuso di alcol, fumo, caffeina e l’uso di sostanze eccitanti o stupefacenti possono contribuire al manifestarsi di aritmie cardiache.
Bradicardia e tachicardia: quali sono i sintomi?
I sintomi avvertiti dipendono dal tipo di aritmia.
Possono essere sintomi di bradicardia:
- Stanchezza e mancanza di forza
- Capogiri
- Svenimenti o perdita di coscienza (episodi sincopali).
I sintomi riconducibili a tachicardia sono:
- Palpitazioni
- Affanno
- Debolezza
- Capogiri
- Svenimenti o perdita di coscienza (episodi sincopali).
Sono invece possibili sintomi di extrasistolia:
- Palpitazioni
- Sensazione di “battito mancante”
- Sensazione di “sfarfallio” o senso di vuoto nel petto.
Tachicardia e bradicardia: cosa fare
La maggior parte delle aritmie non richiede necessariamente un trattamento.
La terapia, quando necessaria, è principalmente focalizzata sulla correzione del disturbo elettrico responsabile dell’aritmia e deve pertanto essere personalizzata in base ai sintomi e al tipo di problema riscontrato. Parallelamente è importante trattare al meglio le malattie cardiache o non cardiache sottostanti.
In alcuni casi di bradiaritmia eccessiva può essere indicata una terapia specifica, come l’impianto di un pacemaker, che è un dispositivo artificiale impiantato sotto la pelle per supportare il ritmo cardiaco.
Nei casi di tachicardia e tachiaritmia, può essere consigliata una terapia farmacologica antiaritmica, una ablazione transcaterete – una procedura eseguita per via percutanea che ha l’obiettivo di “inattivare” il substrato responsabile dell’aritmia – o l’impianto di un defibrillatore cardiaco – un dispositivo in grado di erogare shock elettrici per interrompere aritmie a origine dai ventricoli potenzialmente letali.
Per confermare la presenza di aritmie e individuare eventuali episodi non rilevati durante una visita medica, può essere utile monitorare il battito cardiaco per un periodo continuativo di 24 ore o più tramite un dispositivo chiamato Holter o utilizzando monitor cardiaci esterni (ad esempio gli smartwatch) o impiantabili sottocute (loop recorder).
La visita cardiologica è utile ad escludere, diagnosticare o monitorare un disturbo di carattere cardiologico.
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