Mettere a punto nuovi farmaci per la cura delle malattie autoimmuni, e in particolare della sclerosi multipla: è l’obiettivo di Sybilla. Oggetto del primo studio immunologico basato sulla “biologia dei sistemi” sono i linfociti-T, cellule-chiave del sistema immunitario.
Sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus eritematoso, morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa: sono solo alcune delle cosiddette malattie autoimmuni (o immunodegenerative), che rappresentano un grave problema sociale. Nel mondo occidentale sono la terza categoria di patologie più comune dopo il cancro e le malattie cardiovascolari. Negli USA ne è affetto il 5-8% della popolazione (cioè 14-22 milioni di persone). E il 78-80% di chi ne soffre sono donne. Queste malattie sono causate dal sistema immunitario che, ad un tratto, aggredisce il proprio organismo anziché difenderlo: in particolare i linfociti-T non riconoscendo più alcune cellule (il cosiddetto ‘self’) le attaccano e le distruggono come fossero agenti esterni quali virus o batteri. Il perché di questa auto-lesione è tuttora sconosciuto.
Oggi, contro le malattie autoimmuni scende in campo l’Unione Europea, finanziando con oltre 11 milioni di euro un progetto di ricerca cui partecipano diversi team di scienziati, i migliori in campo immunologico a livello sia europeo sia americano. Rappresentante per l’Italia il gruppo guidato dalla dott.ssa Antonella Viola, responsabile del Laboratorio di Immunità adattativa di Fondazione Humanitas per la Ricerca. Lo studio finanziato, SYBILLA (acronimo di Systems Biology of T-Cell Activation), durerà 5 anni e prevede per la prima volta un approccio scientifico sistematico, basato sulla cosiddetta “biologia dei sistemi”, che per la ricerca immunologica costituisce una vera a propria sfida.
“Lavorare basandosi sulla Systems Biology – spiega la dott.ssa Antonella Viola – significa raccogliere dati in laboratorio in maniera quantitativa, senza partire da un’ipotesi da dimostrare, utilizzando in centri differenti le stesse procedure e protocolli condivisi. In modo tale da poter inserire in un unico data-base i risultati, che verranno poi elaborati secondo un modello matematico. Con Sybilla studieremo da vari punti di vista – biologico, chimico, di imaging… – il comportamento dei linfociti-T in modo da creare una cellula virtuale che ci permetta di capire i meccanismi alla base del riconoscimento di un patogeno piuttosto che del ‘self’. L’obiettivo è individuare le cause dello sviluppo delle malattie autoimmuni, e in primis della sclerosi multipla, così da riuscire mettere a punto nuove ed efficaci strategie terapeutiche”.
Tra i partner di Sybilla, infatti, c’è anche Lars Fugger, clinico inglese esperto di sclerosi multipla. Ognuno degli scienziati partecipanti contribuirà allo studio con un ruolo ben preciso e diverso, a seconda delle proprie competenze. Il team di Fondazione Humanitas per la Ricerca si occuperà dell’imaging delle interazioni dei linfociti T con altre cellule.
Di Monica Florianello
Nella foto, la dott.ssa Antonella Viola
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