Il professor Giulio Stefanini, specialista in Cardiologia clinica e interventistica in Humanitas e docente di Humanitas University, è stato ospite della diretta Facebook di Obiettivo salute su Radio 24 per parlare della salute del cuore. Molto spazio ha trovato il legame tra cuore e stress, ma il professore ha anche parlato dei fattori di rischio e dei segnali da non sottovalutare.
“Lo stress pesa sulla salute del nostro cuore perché ha un impatto sulla pressione arteriosa; uno stress continuo infatti aumenta i valori della pressione arteriosa che hanno un effetto diretto sul rischio cardiovascolare. Occorre poi sottolineare che lo stress incide sul rischio di eventi coronarici poiché porta a modificazioni delle placche aterosclerotiche (di colesterolo) nelle coronarie che possono infine andare incontro a rottura con il rischio che si manifesti un evento ischemico come un infarto. Lo stress infatti induce una serie di stimoli a livello ormonale che possono essere associati al rischio di rottura delle placche coronariche”.
Stress acuto e stress continuo
“È bene poi differenziare tra episodi di stress acuto e uno stimolo di stress continuo nell’arco delle 24 ore che conduce anche a una stabilizzazione dei valori pressori un po’ più alti. Eliminare lo stress, organizzando magari meglio le nostre giornate, può aiutare molto. Questo chiaramente non basta, soprattutto se ci troviamo di fronte a una situazione patologica come un quadro di ipertensione arteriosa.
Il consulto con un neurologo o uno psicologo può essere di aiuto per valutare il proprio livello di stress, da un punto di vista cardiologico possiamo misurare la pressione arteriosa. Sappiamo infatti che una vita stressante può determinare un rialzo della pressione arteriosa e possiamo eventualmente intervenirvi sia eliminando lo stress sia favorendo un’attività fisica regolare che aiuti a ridurre i livelli di pressione arteriosa e infine, se necessario, proponendo una terapia adeguata”.
Palpitazioni: quando allarmarsi?
“Qualche palpitazione – che spesso è il riflesso del cuore che va più veloce o di qualche extrasistole – non è di per sé una patologia e dunque non dobbiamo allarmarci. Un sintomo di questo tipo, soprattutto se prolungato però, può essere la manifestazione di una patologia come un’aritmia e dunque va investigato.
È bene poi ricordarsi in che occasione si sono avvertiti i sintomi perché questo può fornire informazioni preziose sul significato del sintomo stesso. Per investigare questi sintomi può essere indicato un Holter nelle 24 ore, ovvero una registrazione dell’elettrocardiogramma nell’arco di un’intera giornata. Il paziente scriverà su un diario l’eventuale presenza di sintomi e a cosa essi si associano. Il cardiologo poi analizzerà la traccia elettrocardiografica e la metterà in relazione con i sintomi scritti sul diario”.
Fattori di rischio modificabili e non modificabili
In generale, è bene condurre uno stile di vita sano, mantenendo il peso corporeo nella norma, seguendo una dieta bilanciata e “svolgendo regolare attività fisica aerobica, almeno tre volte alla settimana per 45 minuti; è consigliabile camminare a passo svelto, correre, nuotare o andare in bicicletta. Non serve sforzarsi eccessivamente, ma è importante abituare il proprio cuore a lavorare in modo adeguato nel corso della settimana.
Essere obesi o in sovrappeso poi è un fattore di rischio cardiovascolare a tutti gli effetti, ma è un fattore modificabile su cui possiamo agire per eliminarlo; sono fattori di rischio modificabili anche il fumo, l’ipertensione e il colesterolo alto. I fattori di rischio non modificabili sono invece l’età, il sesso e la genetica.
In presenza dei seguenti segnali è bene consultare un cardiologo: affanno che prima non si avvertiva, oppressione toracica ovvero dolore toracico oppressivo che dura qualche minuto e che in genere si associa allo sforzo e l’affaticamento, se improvvisamente ci si affatica molto nel compiere attività che si sono sempre effettuate senza problemi”, ha concluso lo specialista.
Tra gli altri temi affrontati dal prof. Stefanini le differenze tra uomini e donne in ambito cardiaco, i progressi compiuti dalla Ricerca e quali precauzioni è bene che abbia un paziente che ha avuto un infarto.
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