La steatosi non alcolica è una patologia a carico del fegato, dovuta a un accumulo di grasso al suo interno conseguente a sedentarietà e a una dieta ipercalorica. Questo disturbo colpisce in particolare le persone in sovrappeso, compresi i bambini, chi è troppo sedentario, non si dedica ad attività fisica e ha un indice di massa corporea superiore a 30.
Ne parliamo con gli specialisti dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Diabetologia di Humanitas. La steatosi non alcolica è una patologia diffusa: si stima che oltre il 60% della popolazione abbia il fegato grasso, per lo più senza saperlo, perché è una patologia silente, che rimane asintomatica per anni. A lungo andare però, può causare anche nei soggetti astemi gli stessi danni epatici cui va incontro chi abusa di alcol.
La steatosi non alcolica può evolvere in fibrosi epatica, un’infiammazione del fegato con conseguenti lesioni che vengono saturate da tessuto cicatriziale, il cui eccesso limita il corretto funzionamento dell’organo, e in cirrosi, una malattia cronica e degenerativa del fegato che può anche condurre a tumore. Sul fegato grasso e sulla fibrosi si può intervenire con un corretto stile di vita, la cirrosi invece non ha cura e necessita di trapianto.
Come si effettua la diagnosi?
La presenza di steatosi viene spesso ipotizzata mediante esame obiettivo, in presenza di una circonferenza addominale importante. Il problema è associato alla sindrome metabolica, cioè alla presenza contemporanea di obesità, diabete o pre-diabete, ipertensione e dislipidemia (eccesso di trigliceridi e colesterolo cattivo). La concomitanza di almeno tre di questi fattori rende quasi certa la diagnosi di fegato grasso.
Possono essere utili anche esami del sangue come transaminasi e gamma-GT. Non contribuisce invece alla diagnosi l’ecografia, nei casi in cui il grasso sia inferiore al 20% del volume del fegato.
Come si combatte il fegato grasso?
Contrastare la sedentarietà, dedicarsi all’attività fisica e seguire una corretta alimentazione sono scelte fondamentali. Via libera a cereali integrali, pesci e carni bianche e proteine vegetali. Da limitare il consumo di carni rosse e da evitare quello di dolci e alcolici, che quadruplicano il rischio di sviluppare la malattia. Il regime ideale consiste in una buona colazione, un pranzo adeguato e una cena leggera.
Non sono al momento disponibili farmaci contro la steatosi non alcolica, anche se molte molecole sono in via di sperimentazione. La difficoltà risiede nella mancanza di un marcatore di malattia da monitorare negli anni. Il decorso della steatosi infatti è molto lungo (anche oltre trent’anni) e gli studi disponibili non riescono a coprire un lasso di tempo significativo tale da rendere evidente con certezza l’efficacia della molecola sperimentale.
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