Sci, snowboard e slittino sono attività diffuse nella stagione invernale, sia tra i professionisti sia tra gli appassionati. Tuttavia, queste attività sono considerate a elevato rischio, anche per coloro con più esperienza.
La maggior parte dei traumi, come ad esempio fratture al polso per gli snowboarder e lesioni alle ginocchia o alle mani per gli sciatori, è associata a cadute o scivolate.
Tra i fattori di rischio troviamo:
- preparazione fisica insufficiente
- poca abilità tecnica
- mancanza di esperienza (e valutazione dei rischi)
- problemi fisici
- sovrappeso
Cosa fare in causa di caduta e di traumi a mano e polso? Ne parliamo con la dottoressa Laura Frontero, specialista in Chirurgia della mano presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Humanitas Pio X (Milano), Humanitas Castelli (Bergamo) e i centri medici Humanitas Medical Care.
Mano e polso: i traumi più comuni
Ogni disciplina sportiva presenta i traumi caratteristici per quanto riguarda gli arti superiori.
Nel caso dello snowboard le cadute sono in genere ad alto impatto e portano chi pratica questa disciplina a cadere all’indietro e a urtare i polsi in estensione, nel tentativo di proteggersi in caduta. Di conseguenza, sono comuni traumi significativi al polso che possono causare fratture del radio, ma anche fratture dello scafoide e, in situazioni di traumi in iperestensione, lesioni legamentose al polso.
Nello sci, l’utilizzo della bacchetta può a volte provocare lesioni a un legamento alla base del pollice. Quando si corre il rischio di cadere e si utilizza la bacchetta per stabilizzarsi, questa può incastrarsi nella neve e la mano, colpendo la bacchetta bloccata, può subire un trauma al pollice con lesione del legamento collaterale ulnare dell’articolazione metacarpo-falangea del pollice. Questo legamento, posizionato nella parte interna del pollice, è fondamentale nei movimenti di pinza e presa della mano, fornendo stabilità durante la presa degli oggetti.
Trauma a mano e polso: cosa fare
Dopo aver subito un trauma, è consigliabile applicare immediatamente del ghiaccio e mantenere l’arto a riposo per evitare un aggravamento della situazione. Nei casi di traumi lievi, il riposo per alcuni giorni, unito all’uso di ghiaccio e farmaci antinfiammatori, può essere sufficiente a risolvere la situazione.
Se dopo circa 7-10 giorni dal trauma, il dolore persiste è consigliabile consultare uno specialista e se possibile eseguire prima una radiografia, per valutare la presenza di fratture.
Durante la visita, se lo specialista lo reputa necessario, potranno essere prescritti esami di secondo livello, come ecografie mirate statiche e dinamiche, TAC e Risonanza Magnetica.
I tempi di recupero
I tempi di recupero per ogni infortunio sono strettamente legati alla gravità dell’evento e al tipo di strutture coinvolte, variando da un paio di settimane fino a 3-4 mesi.
Purtroppo, come per tutti i traumi articolari, legamentosi e tendinei, i tempi di recupero possono essere considerevolmente prolungati. È fondamentale rispettarli completamente per evitare esiti negativi a distanza di tempo che potrebbero compromettere definitivamente la partecipazione ad attività sportive future.
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