I suoi principi prendono spunto da un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche nato in America alla fine degli anni ‘60.
La missione di Special Olympics Italia Onlus (SOI) è fornire alle persone con problemi mentali gli strumenti per sviluppare le loro abilità fisiche e cognitive, offrendo continue occasioni di crescita. Lo sport diventa un mezzo per conseguire livelli massimi di autonomia, favorire l’autostima e migliorare così la qualità di vita. Un’ottica rivoluzionaria quindi: invece di mettere in evidenza il deficit mentale si sposta l’attenzione sulle abilità, che trovano nel momento atletico il giusto riconoscimento. Special Olympics Italia si avvale su tutto il territorio nazionale di team locali deputati all’allenamento degli atleti speciali. La conclusione di un intero anno di addestramento e di incontri agonistici, a livello prima regionale poi interregionale, sono i giochi nazionali. Nuoto, calcio, tennis, pallavolo, golf, ciclismo e molte altre discipline sportive diventano, attraverso questo programma, l’occasione per affermare il proprio coraggio e le proprie capacità.
“Che io possa vincere ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”. E’ questo il giuramento che gli atleti speciali compiono prima dei giochi e che sintetizza il concetto base di Special Olympics: dare il meglio di sé senza subordinare il valore della partecipazione al risultato. L’impegno nell’allenamento e nella competizione finale sono la vera vittoria del disabile. Proprio per dare forza a questo principio vengono premiati tutti i partecipanti ad un gioco, indipendentemente dalla loro posizione nella classifica. “La filosofia portante dell’intero programma – ci spiega il dott. Mauro Rizzetto, membro dell’Unità Formazione e Studi Nazionale di SOI onlus – è l’inclusione del disabile. Per questo motivo i giochi cercano di abbracciare il maggior numero di partecipanti possibile e di moderare il livello di selezione. Lo sport, visto in questa ottica, diviene quindi sempre più un pretesto per creare esperienze di benessere”.
Il dott. Rizzetto evidenzia inoltre come l’importanza della persona e l’aspetto totalmente secondario del risultato abbiano sollevato il problema della formazione dei preparatori atletici. “E’ necessario lavorare sulla forma mentale che vede il bravo istruttore o allenatore solo in funzione del risultato sportivo. I nostri tecnici hanno come compito prioritario quello di guidare gli allievi a una corretta vita di relazione sociale e insegnare loro ad acquisire autonomie personali. Ricoprono quindi il ruolo di educatori e, solo dopo un lungo lavoro di formazione sulla propria persona, riescono ad instaurare un rapporto empatico con gli atleti e a trasmettere loro il giusto equilibrio tra valore della partecipazione e importanza della competizione”.
Particolare spazio nell’ambito di questi corsi viene dedicato alla gestione dell’ansia, inevitabilmente associata ai momenti di agonismo. “All’ansia da prestazione dei partecipanti – rileva il rappresentante dell’Unità Formazione e Studi Nazionale di SOI onlus – spesso si sovrappone quella dei preparatori atletici e delle famiglie. Proprio per questo motivo Special Olympics mira anche alla formazione dei congiunti del disabile, spesso portati a vederne la vittoria come forma di riscatto nei confronti del ritardo mentale. Il supporto della famiglia ricopre fondamentale importanza affinché attorno agli atleti si respiri un’aria il più distesa possibile, essenziale per creare situazioni positive”.
Importante supporto a Special Olympics è fornito dai volontari che, attraverso la loro collaborazione, hanno modo di conoscere chi è diverso in modo gioioso e condividere con lui momenti ricchi di emozione e divertimento.
L’inserimento del disabile nella società come primo obiettivo quindi, ma senza tralasciare l’aspetto sanitario. In concomitanza a questi raduni vengono infatti organizzati degli screening di massa. Oculisti, dentisti e altre categorie mediche si mettono a disposizione di tutti i partecipanti a fini preventivi. Una iniziativa importante in quanto molti disturbi che si è portati a ricondurre alla disabilità sono invece patologici. Diventa quindi necessario sottoporre i soggetti con ritardo mentale a visite regolari affinché non debbano sopportare danni aggiunti.
L’obiettivo di Special Olympics Italia è oggi quello di aprire il mondo della disabilità mentale all’intera società, con giochi allargati a chiunque abbia pari abilità sportive. Atleti speciali e normodotati insieme, per abbattere le barriere culturali che spesso isolano chi è diverso. A questo scopo Special Olympics Italia, in collaborazione con la Disney libri, ha promosso un concorso per i bambini delle scuole elementari dal titolo “Un mondo di amicizia”, che si propone come strumento per superare le barriere non solo fisiche, ma anche geografiche, culturali e sociali. Un modo per vedere crescere, insieme ai più piccoli, il nostro mondo.
www.specialolympics.it
Tel. 06.52.24.64.86
A cura di Sabina Colturi
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