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Sordità, terapie e pregiudizi

Non se ne parla troppo, ma la sordità o ipoacusia è un fenomeno abbastanza diffuso. Sono tante le persone toccate dal problema (anche il grande Beethoven, nella foto) e non c’è una fascia d’età che se ne possa dire esente. I grandi passi in avanti che la medicina ha fatto nel trattamento di questo deficit, sono, purtroppo, ancora poco conosciuti. Così i pregiudizi sulla sordità rimangono: tra questi l’idea che, a parte l’uso degli apparecchi acustici, non esistano altri mezzi per ridurla o guarirla. Protesi e interventi chirurgici sono invece in grado di restituire una buona funzione uditiva nella maggioranza dei casi. Le ipoacusie più diffuse e le più moderne tecniche di intervento ci vengono illustrate dal dottor Arturo Poletti, responsabile dell’unità operativa di Otorinolaringoiatria in Humanitas.

I tre tipi di sordità
I meccanismi alla base della sordità sono diversi e possono essere originati da problemi di parti differenti dell’apparato uditivo. Può trattarsi di un problema dell’orecchio esterno, quella parte dell’orecchio che dal padiglione e dal condotto uditivo termina con la membrana timpanica, o del malfunzionamento dell’orecchio medio, dove si trova la catena degli ossicini che trasmette l’onda sonora all’orecchio interno, o di quest’ultimo, dove il suono viene “raccolto” dal tessuto nervoso ed inviato alla corteccia cerebrale.
Se l’onda sonora non riesce a raggiungere l’orecchio interno la sordità è di tipo trasmissivo, ed è quella che, in genere, si verifica in conseguenza di una patologia che coinvolge l’orecchio esterno e medio. In questo caso si può quasi sempre intervenire chirurgicamente. Ne sono esempi la ricostruzione del timpano perforato in seguito a un’otite cronica o la ricostruzione della catena degli ossicini compromessa da una malattia evolutiva quale può essere il colestetatoma (in semplici parole “pelle” che cresce dove non dovrebbe).
Per ipoacusia neuro-sensoriale si intende invece la sordità che riguarda l’orecchio interno, il nervo e le vie uditive.

Diverse cause
Una certa ipoacusia che, in una persona anziana, riguardi entrambe le orecchie, in genere fa parte del normale processo di invecchiamento. In un giovane può invece essere originata da grossi traumi acustici, come succede per esempio nei frequentatori di discoteche o di locali molto rumorosi, o in coloro che lavorano con i martelli pneumatici o in ambienti particolarmente rumorosi. Questo tipo di deficit si manifesta inizialmente con una perdita dell’udito alla frequenza di 4000 hertz. Se ci si sottrae alla fonte di rumore la sordità può non evolvere, mentre peggiora quanto più si resta esposti. Nei danni provocati da un trauma acustico si osserva una certa soggettività di cui ancora non si conosce la causa. La perdita dell’udito che interessa un solo lato, può essere dovuta all’azione diretta di un virus che abbia affinità per il tessuto nervoso, come capita di osservare nei bambini, o essere la conseguenza di infezioni meno specifiche, ma che si trasmettono anche all’organo interno dell’udito, come avviene per esempio in alcune forma di meningite. Nelle sordità che riguardano una parte sola è imperativo l’approfondimento diagnostico mediante indagini radiologiche al fine di escludere neoformazioni del nervo acustico (la più frequente è il neurinoma). La sordità può essere inoltre congenita; conseguente ad un trauma cranico provocato da un incidente della strada; secondaria all’utilizzo di determinati farmaci, tra cui la clorochina, impiegata nella profilassi della malaria, certi chemioterapici ed alcuni antibiotici (per esempio gli aminoglicosidi), che a dosaggi molto elevati possono indurre ototossicità.

Quando mettersi in allarme
Ogni fascia d’età ha le sue patologie uditive. Nelle donne, specialmente dopo la gravidanza e l’allattamento, si può avere sordità dovuta ad otosclerosi, e in questo caso l’unico modo di risolverla è un intervento chirurgico. Nei bambini, verso i 4-5 anni, a causa dell’iper-attività delle vie aeree superiori, sono frequenti le otiti sieromucose (l’orecchio medio appare ricolmo di secrezione invece che di aria bloccando di fatto il corretto movimento del complesso timpano-ossiculare).
Il neurinoma, un tumore benigno del nervo acustico, in genere si manifesta dai 30 anni in su.
In generale si può dire che ogni sordità, a maggior ragione se riguarda un solo orecchio, deve sempre indurre il medico a svolgere accurati approfondimenti.

Tutte le possibilità della medicina contemporanea
Nella cura delle sordità, che sono molto diffuse e generalmente sottostimate, la combinazione tra medicina e tecnologia sta facendo passi da gigante. Le possibilità offerte a chi accusi, per le più svariate ragioni, un calo dell’udito, attualmente sono tante. Se la causa dell’ipoacusia si trova al livello dell’orecchio medio, di norma si può intervenire chirurgicamente. Per l’orecchio interno, nel caso più comune di senescenza, si ricorre all’uso dell’apparecchio che purtroppo ancora non è bene accetto, nonostante sia un ausilio paragonabile agli occhiali. Ne esistono di molto piccoli che si infilano nel condotto uditivo e quasi non si vedono. Per il sordo profondo si può realizzare l’impianto cocleare, che consiste in un piccolo elettrodo che, inserito nella coclea (organo dell’udito), va a stimolare il nervo. Questo però si fa solo quando la protesi esterna non è più sufficiente. Nei casi in cui ci sia abbassamento dell’udito da una sola parte, si può ricorrere a uno stratagemma un po’ artificioso che però restituisce a pieno la capacità uditiva: l’orecchio con possibilità ridotte viene collegato a quello sano attraverso una protesi, che così permette alla persona di sentire anche dalla parte poco recettiva.

Incoraggiare la cura dell’udito
Non sempre chi sente poco si rende conto del suo deficit, specie se il problema riguarda un solo orecchio ed è lieve. Questo è vero in particolare per le fasce d’età meno consce dei propri problemi, quelle che vanno dai 5 ai 10 anni circa, ma può succedere anche nell’adulto. Queste sordità in genere passano inosservate e possono essere evidenziate solo in occasione di un controllo medico casuale.
Il SSN garantisce praticamente tutti gli interventi a carico del sistema uditivo, compreso l’impianto cocleare, che ha dei costi molto elevati. È auspicabile che chi soffre di questi disturbi abbandoni i preconcetti legati all’utilizzo delle protesi e alla convinzione che si possa fare poco per risolverli. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che alcune sordità possono essere campanelli d’allarme di altre patologie.

A cura di Giorgia Diana

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