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Smettere di fumare, lotta ai falsi miti

Secondo una ricerca statunitense recentemente pubblicata su The Lancet, una persona su dieci nel mondo muore per i danni provocati dal fumo. “Occorre continuare a lottare contro il tabagismo, non smettere mai di parlare dei danni del fumo e non abbassare la guardia”, queste le parole della dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo di Humanitas.

“Nel nostro Paese la situazione è stabile da circa un quinquennio, si registra un lieve calo dei fumatori uomini, ma una costante risalita tra le donne. Se dopo la Legge Sirchia del 2003 (“Protezione della salute dei non fumatori e misure per combattere il fumo passivo nei luoghi di lavoro e all’interno dei locali pubblici chiusi”) avevamo avuto un calo significativo di fumatori, la situazione si è purtroppo stabilizzata.

Ecco perché è importante continuare a ribadire che smettere di fumare è fondamentale per la propria salute, per quella di coloro che ci vivono accanto e per l’ambiente e la società in generale”, spiega la dottoressa Siracusano.

Nonostante i falsi miti circolanti, vale sempre la pena smettere di fumare.

Smettere di fumare, anche se si fuma poco

“Ciò che conta non è tanto la quantità di sigarette che si fumano, ma per quanto tempo si fuma. Ogni singola sigaretta è un concentrato di sostanze nocive: almeno cento cancerogeni, quattromila sostanze dannose che vengono rilasciate dalla combustione, nonché sostanze radioattive come il Polonio 910”.

Smettere di fumare, anche se si fuma da una vita

“Si è visto che i danni causati dal fumo raggiungono il loro picco più alto dopo trent’anni di tabagismo; potremmo dire che smettere di fumare prima di questa soglia potrebbe limitare moltissimo i danni. Non è mai troppo tardi per smettere, anzi, il nostro organismo ne beneficerà sempre”.

E le sigarette elettroniche?

“Non possiamo al momento paragonare l’entità dei danni della sigaretta elettronica e di quella tradizionale. Non disponiamo ancora di evidenze scientifiche circa i danni che la sigaretta elettronica potrebbe provocare, ci vorranno almeno una ventina di anni. La sigaretta elettronica non può far male come la tradizionale, ma non fa nemmeno bene. Occorre ribadire con forza che fumare la sigaretta elettronica non vuol dire fumare bene. In alcuni casi, nei pazienti fortemente motivati a smettere di fumare, può essere un passaggio utile verso la sconfitta della dipendenza, ma non può essere considerata un dispositivo per smettere di fumare. Circa la sigaretta elettronica, anzi, bisogna prestare attenzione agli adolescenti. Dati recenti indicano come il 6% di loro abbia iniziato a fumare sigarette tradizionali proprio dopo aver provato la sigaretta elettronica”, sottolinea la dottoressa.

Centro antifumo in Humanitas

“In Humanitas, presso il Centro antifumo, proponiamo un percorso che aiuta a combattere la dipendenza multifattoriale indotta dalla sigaretta, agendo sugli aspetti fisici e psicologici. Il nostro è dunque un approccio integrato di tipo farmacologico e psicologico. Nella nostra esperienza abbiamo un 30% di persone che nel follow up a due anni sono astinenti al fumo di sigaretta”, conclude la dottoressa Siracusano.

 

 

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