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Smettere di fumare: i benefici 

Le sigarette costituiscono un pericolo accertato per il nostro organismo. Le sostanze tossiche che contengono e che vengono inspirate quando si fuma, infatti, possono comportare un aumento di rischio di insorgenza di patologie e disturbi a carico della quasi totalità degli organi del corpo umano. 

Nonostante la pericolosità del fumo di sigaretta sia riconosciuta, ancora oggi una buona parte della popolazione italiana fuma. A fumare, dai dati del Rapporto Nazionale sul tabagismo 2023, è infatti il 20,5% della popolazione italiana sopra i 15 anni: parliamo di 10,5 milioni di persone, il 25,1% della popolazione maschile e il 16,3% della popolazione femminile. 

Chi desidera smettere di fumare ha però la possibilità di aderire a specifici percorsi terapeutici, personalizzati in base alle caratteristiche del singolo individuo.

Quali sono i danni provocati dal fumo di sigaretta? E quali sono le strategie per smettere di fumare?

Ne parliamo con la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro Antifumo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Cosa contiene una sigaretta

All’interno di una sigaretta sono presenti più di 4000 sostanze dannose, senza contare l’effetto nocivo del monossido di carbonio prodotto dalla combustione. In particolare bisogna menzionare la nicotina, un alcaloide stimolante.

La nicotina, infatti, è una droga che una volta inalata attiva i recettori nicotinici presenti nel cervello e rilascia alcune sostanze ad azione gratificante. Tra queste:

  • acetilcolina, che provoca eccitazione
  • dopamina, che provoca gratificazione e gioia
  • endorfine, che riducono l’ansia
  • norepinefrina, che provoca eccitazione e riduzione dell’appetito;
  • serotonina, che aumenta il tono dell’umore e provoca una riduzione dell’appetito.

Chi fuma, quindi, avverte con ogni sigaretta sentimenti di gratificazione e rilassamento, nonché un miglioramento generale del tono dell’umore. Ma si tratta di sensazioni temporanee: la nicotina viene smaltita in circa due ore e questo comporta il richiamo di una nuova sigaretta.

I danni della nicotina

È stato dimostrato che il fumo di sigaretta è direttamente associato allo sviluppo dei tumori del polmone, dell’esofago, del distretto testa-collo, del pancreas, del colon, dei reni, della cervice uterina e della vescica. Per quanto riguarda il tumore al polmone, in circa il 90% dei casi la sua insorgenza è determinata dal fumo di sigaretta e, in particolare, dal numero di anni durante i quali si è stati esposti al fumo. 

Il fumo di sigaretta può anche comportare lo sviluppo di severe patologie cardiovascolari, per esempio l’aumento delle placche arteriosclerotiche e l’insorgenza di eventi come ictus, infarti e aneurisma. La riduzione dell’afflusso sanguigno può inoltre provocare difficoltà a camminare e impotenza nella popolazione maschile. 

Tra le patologie correlate al fumo si associano poi quelle respiratorie, come enfisema polmonare e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), quelle gastrointestinali, come l’ulcera gastrica e la riacutizzazione della malattia di Crohn, e l’aumento delle infezioni. Inoltre, nella popolazione femminile, il fumo di sigaretta può aumentare il rischio di sterilità, di complicanze in gravidanza (tra cui anche la mortalità fetale), di insorgenza di trombosi se associato a contraccettivi orali, nonché di osteoporosi.

Fumare: perché è una dipendenza 

Il tabagismo è una malattia in quanto dipendenza e la droga è la nicotina. Quando parliamo di dipendenze ci riferiamo a condizioni patologiche, morbose e complesse, che causano in chi le sperimenta sofferenza a livello psicologico ma anche fisico. Chi sperimenta una dipendenza non riesce a fare a meno di utilizzare una sostanza o di mettere in atto un comportamento e tende a perdere il controllo quando si verifica una situazione di mancanza. 

La nicotina provoca una dipendenza fisica e psicologica. La dipendenza fisica è determinata dall’attivazione dei recettori della nicotina presenti nel cervello della persona fumatrice, che aumentano di numero e si abituano all’afflusso di una alta concentrazione di nicotina. 

La dipendenza psicologica è scatenata dal rilascio da parte dei recettori di sostanze euforizzanti che provocano il senso di gratificazione, controllo ed euforia causato dal fumo di sigaretta.

Per questo, quando l’organismo ormai assuefatto non riceve le dosi di nicotina che ritiene adeguate, sviluppa i sintomi di una crisi d’astinenza, con manifestazioni come ansia, irritabilità e agitazione, che si attenuano solo con l’accensione di una nuova sigaretta. 

Smettere di fumare: i benefici

Smettere di fumare è una scelta di fondamentale importanza per salvaguardare la salute del proprio organismo. I benefici, quando si smette di fumare, infatti, sono sia immediati sia a lungo termine. I primi che si avvertono, a livello cardiocircolatorio, sono un abbassamento della frequenza cardiaca dopo circa 20 minuti dall’ultima sigaretta e un abbassamento della pressione sanguigna in circa due ore. In pochi giorni si normalizza il livello di monossido di carbonio nel sangue e aumenta la quantità di ossigeno e si abbassa il rischio di infarto. Dopo un periodo che va da 1 a 5 anni senza sigarette, la persona ex fumatrice avrà un’importante diminuzione del rischio di malattia cardiovascolare e di neoplasia. Dopo 15 anni il rischio di tumore quasi pari a quello di un non fumatore.

Non fumare è utile anche a livello ambientale ed economico. La produzione di sigarette si associa infatti a un importante consumo di acqua ed energia ed è responsabile della deforestazione delle aree adibite a piantagione di tabacco. L’utilizzo di sostanze chimiche per la concimazione e l’eliminazione dei parassiti provoca poi un aumento delle sostanze nocive nei terreni coltivati a tabacco. Anche il fumo delle sigarette, inoltre contribuisce a l’immissione nell’aria di Co2, responsabile dell’aumento delle temperature globali e le sigarette, una volta esaurite, contribuiscono a inquinare l’ambiente circostante se non vengono buttate nei contenitori appositi. 

Da menzionare anche il fattore economico: le sigarette hanno un costo significativo e rappresentano una spesa ed un consumo di risorse economiche. 

Smettere di fumare: gli alibi di chi fuma

Nonostante i benefici appena menzionati, smettere di fumare è un percorso complesso. In particolare, le persone che fumano tendono a mettere in atto una serie di alibi dovuti alla dipendenza, che li allontanano dall’intraprendere il percorso di disassuefazione. Tra questi figura la paura di prendere peso corporeo, la paura di fallire e la paura di non avere sufficiente forza di volontà

Vi sono però strategie che possono essere messe in campo per limitare i sintomi spiacevoli come limitare l’uso di stimolanti, imparare l’autogratificazione ed eseguire attività fisica regolare. 

L’ansia, l’irrequietezza e l’insonnia che possono avvertire le persone che hanno smesso di fumare possono poi in un primo momento spaventare, ma bisogna sempre ricordare che sono fisiologici sintomi provocati dall’astinenza da nicotina. 

Questi possono essere tranquillamente gestiti grazie al supporto farmacologico prescritto dal centro antifumo

Come smettere di fumare, facendosi aiutare è più facile

La dipendenza fisica e quella psicologica prodotte dalla nicotina, rendono insomma difficile abbandonare il fumo di sigaretta e, spesso questa difficoltà comporta la necessità di fare riferimento a un Centro Antifumo per accedere a percorsi personalizzati con il supporto di personale specialistico dedicato. Una volta presa coscienza della dipendenza da sigaretta e, quindi, della condizione patologica che implica, è possibile dare avvio al percorso per smettere di fumare che include  counseling e supporto farmacologico.

Il Centro Antifumo di Humanitas supporta le persone che desiderano smettere di fumare grazie all’ausilio di percorsi specifici e personalizzati messi a punto dagli specialisti Humanitas. Prendendo quindi in considerazione le condizioni cliniche del singolo soggetto e le sue necessità individuali, oltre al grado di dipendenza dal fumo, verrà impostato un programma di supporto psicologico e, se è opportuno, farmacologico, per smettere di fumare. 

Anche la sigaretta elettronica fa male

Bisogna, infine, sfatare un falso mito: non esiste una tipologia di fumo che non sia dannosa per la salute. Facciamo riferimento in particolare alle sigarette elettroniche (e-cig) ed a quelle a tabacco riscaldato (Iqos), che vengono utilizzate da molte persone come sostituto della sigaretta. 

Queste contengono nicotina che provoca dipendenza e danno cardiovascolare, e rilasciano sostanze dannose (cancerogeni come la formaldeide), metalli pesanti (come il nichel, il piombo e l’acroleina). 

Pur non raggiungendo le temperature della combustione non devono essere considerate un’alternativa salutare in quanto possono provocare comunque malattie cardiovascolari, polmonari e neoplasie. 

Inoltre, anche sulle sostanze aromatiche contenute nei liquidi delle sigarette elettroniche sono ancora in corso studi: alcune di esse, se inalate per lunghi periodi e ad alte concentrazioni, possono infatti comportare l’insorgenza di disturbi. La concentrazione di sostanze tossiche presenti nei dispositivi alternativi, insomma, spesso prescinde dalla presenza o assenza di nicotina, essendo così, a seconda del prodotto utilizzato, anche superiore a quella delle sigarette tradizionale.

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