La sindrome da impingement o sindrome da conflitto sub-acromiale è una patologia molto comune, a carattere infiammatorio, che interessa le strutture della spalla poste nello spazio sub-acromiale, cioè inferiormente a una protuberanza ossea della scapola detta Acromion e superiormente all’omero, il principale osso del braccio. In questo spazio vi sono strutture molto importanti come i tendini della cuffia dei rotatori e la borsa sub-acromion-deltoidea. Intendiamo con sindrome da impingement una vasta gamma di alterazioni (come lesioni tendinee e borsiti) che si sviluppano a causa di un’eccessiva compressione o attrito delle strutture poste proprio in questo spazio.
“La sindrome da impingement può verificarsi a causa di alterazioni anatomiche e morfologiche delle componenti osteo-legamentose della spalla, ma nella maggior parte dei casi, può essere provocata da alterazioni della biomeccanica di movimento della spalla, ad esempio squilibri muscolari, discinesie o alterazioni del controllo neuro-motorio. Dobbiamo infatti considerare che la spalla è un’articolazione particolarmente instabile, sotto diretto controllo dei muscoli e tendini della cuffia dei rotatori, uno squilibrio muscolo-tendineo di queste componenti può provocare movimenti anomali della spalla andando a ridurre lo spazio sub-acromiale e creando così attrito tra le strutture e quindi l’impingement”, spiega Cristiano Sconza, medico Fisiatra dell’Unità di Riabilitazione ortopedica in Humanitas.
Impingement: le cause più comuni
“Spesso a provocare l’impingement sono soprattutto i movimenti che chiamiamo over head, dunque sopra la testa, per esempio quando allunghiamo il braccio per prendere un oggetto posto sopra di noi, oppure movimenti in extrarotazione, che si verificano quando allarghiamo il braccio. Anche le discinesie dell’articolazione gleno-omerale – l’articolazione principale della spalla – e di quella scapolo-toracica, possono causare un’alterazione biomeccanica che sfocia nella sindrome da impingement.
La sindrome da impingement può instaurarsi in maniera rapida per sovraccarico delle strutture tendinee e bursali in seguito a movimenti e traumi acuti causando dolore intenso e infiammazione, in questo caso possono essere associati possibili danni al tessuto tendineo della cuffia dei rotatori. La maggior parte dei casi di impingement, però, soprattutto se coinvolgono pazienti più anziani, sono associati a movimenti reiterati. Parliamo, per esempio, di discinesie scapolo-omerali, che inducono a muovere la spalla in maniera errata per un tempo molto prolungato: mesi, ma anche anni. Una situazione del genere finisce con il provocare un’infiammazione cronica che, a lungo andare, provoca dolore, inizialmente solo durante il movimento, poi in maniera più intensa anche quando il braccio è a riposo”, approfondisce lo specialista.
Un dolore che si irradia lungo il braccio
“Il dolore provocato tipicamente dall’impingement si irradia lungo il braccio, in regione laterale, e aumenta a seguito di movimenti in elevazione dell’arto o in rotazione. In caso di dolore acuto, per esempio in presenza di borsite infiammatoria, il dolore può protrarsi anche durante la notte, andando a minare il riposo del paziente.
Chi riconosce di aver sviluppato un dolore alla spalla con queste caratteristiche dovrebbe prontamente eseguire una valutazione specialistica fisiatrica o ortopedica e sottoporsi a esami diagnostici che possono comprendere l’ecografia e la radiografia della spalla, mentre nei casi più complessi, è necessario sottoporsi a risonanza magnetica”, continua lo specialista. In Humanitas, il dottor Sconza esegue visite fisiatriche per la sindrome da impingement nel cui contesto include l’esame ecografico della spalla al fine di essere più accurato nella diagnosi e nella conseguente pianificazione del trattamento
L’importanza della fisioterapia
“Il trattamento per la sindrome da impingement ha due finalità: ridurre il dolore e riequilibrare l’articolazione della spalla per evitare che i sintomi possano ripresentarsi in un secondo momento. Il progetto riabilitativo, quindi, è personalizzato in base alla storia clinica del singolo paziente. Il trattamento iniziale prevede la riduzione del dolore e dell’infiammazione attraverso un trattamento farmacologico o ancor meglio infiltrativo. In particolare, la terapia infiltrativa offre svariate possibilità, dal cortisone all’acido ialuronico, ed è molto importante che l’infiltrazione venga eseguita sotto guida ecografica, al fine di poter infiltrare con la massima accuratezza e sicurezza la struttura anatomica soggetta al processo infiammatorio.
A questa terapia si affianca poi il trattamento fisioterapico, che prevede una serie di sedute per imparare le tecniche adatte a riequilibrare la dinamica corretta della spalla, da riprodurre successivamente in autonomia al domicilio, per almeno 1-2 mesi, in modo tale da recuperare completamente la corretta competenza motoria”, conclude il dottor Sconza.
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