È stato da poco pubblicato su The Lancet Neurology un articolo relativo ai primi dati sul vaccino che dovrebbe essere usato per la malattia di Alzheimer. Lo studio è ancora preliminare, ma i primi risultati sono soddisfacenti. Il commento del professor Alberto Abanese, Responsabile della Neurologia in Humanitas, in un’intervista a Cuore e denari su Radio 24.
“Si tratta di uno studio di fase 1, dunque preliminare. È uno studio di sola tollerabilità, in cui non vengono ancora presi in considerazione gli effetti terapeutici. I risultati ottenuti sono stati positivi, e dunque questo nuovo vaccino è ben tollerato.
Si è passati così alla fase 2, in cui il vaccino verrà studiato per vedere se porta anche a risultati di miglioramento. Ci vorranno due o tre anni per capire se la fase due darà dei risultati, per passare poi eventualmente alla fase 3, che porterà alla commercializzazione”, precisa il prof.
L’idea alla base del vaccino
“Sappiamo che le malattie degenerative neurologiche sono caratterizzate da un accumulo di proteine malcostruite e dunque non smaltibili da parte del cervello. Come possiamo dunque liberarci di queste proteine che occupano spazio e uccidono le cellule nervose perché le soffocano? Si è pensato di provare a sviluppare un vaccino che possa prevenire l’accumulo delle proteine”, spiega il prof. Albanese.
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