La risonanza magnetica (RM) è una metodica diagnostica che si basa sull’applicazione di un campo magnetico di elevata intensità rivolto alla zona di interesse.
Per le patologie cardiache, la risonanza magnetica rappresenta un esame diagnostico imprescindibile: consente infatti di ottenere immagini estremamente accurate e ad alto dettaglio anatomico della funzione e morfologia del muscolo cardiaco, oltre a essere l’unica tecnica che evidenzia danni strutturali del cuore, recenti o pregressi.
Ne parliamo con il professor Marco Francone, Responsabile dell’Unità Operativa di Imaging Cardiovascolare presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.
Risonanza magnetica cuore: in che cosa consiste?
La risonanza magnetica al cuore è un’indagine diagnostica con elevato profilo di sicurezza, non dolorosa né pericolosa, che si svolge per mezzo dell’applicazione di elettrodi per il monitoraggio del battito cardiaco sul torace del paziente, sdraiato supino su un lettino. Il paziente, al momento opportuno, dovrà trattenere il fiato per 10 secondi e lo specialista potrebbe prescrivere anche la somministrazione per via endovenosa di un mezzo di contrasto.
L’esame dura complessivamente circa 30 minuti.
Gli unici soggetti che non possono sottoporsi a risonanza magnetica (o che devono farlo con attenta e selettiva procedura di valutazione clinica) sono i pazienti portatori di pacemaker o dispositivi ad attivazione magnetica come elettrodi e neurostimolatori. L’esame è sconsigliato anche per le donne nel primo trimestre di gravidanza.
Chi, invece, fosse portatore di protesi o di parti metalliche, prima dell’esame, dovrà informare lo specialista presso cui è in cura e il personale medico che effettuerà la risonanza magnetica, in modo tale da avere tutte le informazioni necessarie per accedere correttamente al test diagnostico.
Risonanza magnetica cuore: i criteri di utilizzo
Il professor Francone è autore del documento Appropriate use criteria for cardiovascular magnetic resonance imaging (CMR) prodotto congiuntamente dalla Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) e dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC) per fornire a medici e pazienti delle chiare e incontrovertibili linee di appropriatezza per l’utilizzo della risonanza magnetica del cuore.
Il documento, suddiviso in due parti, è stato pubblicato su Radiologia Medica e su Journal of Cardiovascular Medicine, i due organi ufficiali delle rispettive società, risultando così immediatamente fruibile nella pratica clinica. L’intento delle due società è infatti quello di fornire le principali informazioni circa l’appropriato utilizzo della risonanza magnetica nella diagnosi delle patologie a carico del cuore e delle valvole cardiache, chiarire gli scenari clinici in cui si rivela fondamentale e i possibili risultati dell’analisi.
Una collaborazione, quella tra il mondo della radiologia e il mondo della cardiologia, che ha prodotto a esclusivo beneficio della salute dei pazienti una serie di istruzioni codificate a livello nazionale per veicolare la risonanza magnetica in un territorio di pratica clinica. Humanitas, si pone come ponte nel lavoro congiunto di specialisti radiologi e specialisti cardiologi per fare chiarezza sull’adeguato utilizzo della risonanza magnetica al cuore come metodica di diagnostica per immagini.
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