Alla dott.ssa Cristina Sobacchi, autrice di uno studio sull’osteopetrosi, il riconoscimento della European Calcified Tissue Society.
Dal 23 al 26 maggio si terrà a Vienna il congresso della European Calcified Tissue Society (ECTS). In quell’ambito verranno assegnati alcuni premi internazionali, tra cui lo Ian T Boyle International Award, destinato a giovani ricercatori che abbiano effettuato studi rilevanti sulla biologia e la medicina dell’osso. In passato è stato vinto da ricercatori come Wim van Hul, Mike Rogers e Uwe Kornak, che sono successivamente diventate figure di spicco nel settore. Quest’anno il premio è stato assegnato alla dott.ssa Cristina Sobacchi, ricercatrice del CNR e di Humanitas, a pari merito con un ricercatore danese.
“Lo studio della dott.ssa Sobacchi e del suo gruppo – spiega il dott. Paolo Vezzoni, ricercatore del CNR che in Humanitas dirige il Laboratorio di Biotecnologie Mediche – si concentra sull’osteopetrosi, una malattia genetica rara ma molto grave che colpisce i bambini e che causa un abnorme aumento della densità ossea. È stato scoperto che il gene ‘difettoso’ che determina la malattia produce una citochina, una proteina del sistema immunitario deficitaria nei bambini malati.
La strada che si apre, e sulla quale stiamo continuando a lavorare, è sintetizzare la stessa citochina, ‘sana’, e somministrarla sottoforma di farmaco. Significherebbe trovare una cura all’osteopetrosi”.
Aggiunge la dott.ssa Sobacchi: “In genere l’osteopetrosi si può curare solo con un trapianto di midollo da donatore compatibile. Ma abbiamo individuato un sottogruppo di pazienti per i quali neppure questa soluzione è praticabile a causa di alcune caratteristiche genetiche particolari. Proprio per questi malati tuttavia si profilerebbe, se la nostra scoperta darà i frutti sperati, una cura farmacologica. Fornendo loro la citochina prodotta dal gene difettoso, si troverebbe una terapia meno invasiva del trapianto”.
A cura della Redazione
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