Ricerca sul cancro, il dott. Eduardo Bonavita, ricercatore di Humanitas, si è aggiudicato il Premio Galeno, il più importante riconoscimento in Italia dedicato alla ricerca nel campo della farmacologia clinica e sperimentale destinato ai giovani con meno di 35 anni.
Che cos’è il Premio Galeno?
Il Premio Galeno, che prende il nome dal celebre medico del mondo antico, fu istituito nel 1970 con l’obiettivo di promuovere i progressi più significativi nella ricerca in campo farmaceutico. Dalla sua fondazione il Premio ha acquisito sempre più importanza, rappresentando un appuntamento molto atteso da parte di tutte le istituzioni impegnate nella ricerca farmaceutica, dalle autorità pubbliche e dagli scienziati. Oggi è considerato il più alto tributo alla ricerca in questo campo.
Il prof. Pier Luigi Canonico premia i vincitori under 35 del Premio Galeno, il dott. Eduardo Bonavita (Laboratorio di Immunologia di Humanitas) e la dott.ssa Camilla Fusi (Unità di Farmacologia e Oncologia, Università degli Studi di Firenze)
Con quale studio il dott. Bonavita si è aggiudicato il premio Galeno?
Il dott. Bonavita – ricercatore del gruppo di lavoro del prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University – si è aggiudicato il Premio Galeno grazie all’importante scoperta pubblicata sulla rivista scientifica Cell relativa al ruolo oncosoppressore di PTX3, molecola che agisce sul tumore tenendo sotto controllo la risposta infiammatoria.
Per comprendere l’importanza di questa scoperta, occorre pensare al tumore come a un’automobile impazzita con l’acceleratore sempre schiacciato (gli oncogeni, responsabili della produzione delle cellule tumorali) e i freni (cioè gli oncosoppressori) che non funzionano. PTX3 frena la neoplasia non agendo sulla cellula tumorale ma sul microambiente che la circonda, una nicchia ecologica in cui il tumore cresce e prolifera indisturbato. In assenza di PTX3 l’infiammazione è senza controllo e il tumore recluta molti più macrofagi che, comportandosi come poliziotti corrotti, ne promuovono la crescita e l’instabilità genetica.
La scoperta ha importanti implicazioni dal punto di vista clinico, e sono già state attivate sperimentazioni per portare la molecola dal laboratorio al letto del paziente.
Il contributo del dott. Bonavita alla ricerca è stato riconosciuto anche in contesto internazionale, con l’assegnazione del Bright Sparks Award durante il Congresso Europeo di Immunologia.
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