Si chiama FACSymphony A5 ed è il nuovo citofluorimetro dei laboratori di Ricerca di Humanitas. Lo strumento, unico in Italia e tra i pochi disponibili in Europa e nel mondo, consente di fare ricerca di base e traslazionale di altissimo livello. Ne abbiamo parlato con il dottor Enrico Lugli, Responsabile dell’Unità di Citometria e Principal Investigator del Laboratorio di Immunologia Traslazionale di Humanitas.
Da sinistra: dott. Achille Anselmo, dott. Enrico Lugli, dott. Federico Colombo
Che cos’è un citofluorimetro?
Il citofluorimetro è uno strumento di laboratorio che permette di conteggiare, riconoscere e separare singole cellule sulla base di specifici marcatori. Consente l’analisi simultanea di parametri fisici, fenotipici e funzionali, di decine di migliaia di cellule al secondo.
Quali sono i vantaggi di FACSymphony A5?
“Finora le tecnologie presenti in Laboratorio hanno permesso di analizzare le singole cellule misurando simultaneamente un massimo di 20 parametri. Questo nuovo macchinario è in grado di analizzarne fino a 30 allo stato dell’arte, ed è predisposto per arrivare a 50, grazie al lavoro di sviluppo effettuato qui in Humanitas in partnership con il team BD Biosciences a San Jose in California. L’analisi di singole cellule, e quindi della loro diversità a livello di una popolazione cellulare complessa come può essere il sangue umano, sta rivoluzionando la biologia moderna, in quanto ci permette di identificare e caratterizzare in modo sempre più preciso popolazioni cellulari, in questo caso del sistema immunitario, con potenziale applicazione clinica”.
In che ambiti si usa questo macchinario?
“L’analisi può essere effettuata su qualsiasi popolazione cellulare dell’organismo, anche se in Humanitas i principali ambiti di applicazione sono l’immunologia e l’ematologia. In particolare, il sistema immunitario resta l’attore principale e questa tecnologia consente di conoscerlo in tutta la sua varietà. Riusciamo così a comprenderne il funzionamento non solo nei soggetti sani, ma anche in coloro che sono affetti da tumore oltre ad altri tipi di patologie, indagando come si comportano le cellule del sistema immunitario nel tessuto tumorale o in che modo il sistema immunitario è corrotto. Infatti alcune componenti del sistema immunitario, più che combattere il tumore, ne favoriscono la crescita e ostacolano l’efficacia di alcune terapie oggi a nostra disposizione.
L’introduzione di questo macchinario è fondamentale per la ricerca traslazionale perché permette il monitoraggio dei pazienti sottoposti a terapie sperimentali antitumorali, attraverso l’analisi in contemporanea di migliaia di popolazioni cellulari e identificando i marker predittivi di risposta alla terapia.
A livello di ricerca preclinica, invece, FACSymphony è di grande aiuto nello studio e nell’identificazione di nuovi meccanismi molecolari di funzionamento del sistema immunitario”.
Conclude il dottor Lugli: “FACSymphony al momento non trova applicazione in ambito diagnostico, ma è possibile che in futuro possa contribuire nel percorso di diagnosi dei tumori del sangue, identificandone i diversi sottogruppi e consentendo così approcci differenti di trattamento”.
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