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Retina: i sintomi e le cure della corioretinopatia sierosa centrale

La corioretinopatia sierosa centrale è una malattia a carico della retina che si manifesta con un accumulo di liquido sotto la macula, la regione centrale della retina. In sua presenza, la persona avverte un annebbiamento della vista costante, fino alla perdita della visione centrale

Quali sono le cause e quali cure sono disponibili? Ne parliamo con il dottor José Luis Vallejo Garcia, oculista presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Corioretinopatia sierosa centrale, lo stress tra le cause

Le cause della malattia non sono ancora completamente note; l’ipotesi più accettata è quella dell’aumento dell’ispessimento della coroide, strato vascolare sotto la retina associato a un’alterazione della barriera impermeabile dell’epitelio pigmentato della retina. Conosciamo però bene certi fattori di rischio, tra cui lo stress, riconosciuto come il principale fattore coinvolto. 

Potrebbero inoltre giocare un ruolo: 

  • assunzione di terapia a base di corticosteroidi o certi chemioterapici;
  • aumento del cortisolo endogeno, determinato da condizioni come ad esempio la malattia di Cushing, la gravidanza, la pressione alta (ipertensione), il fumo, le apnee ostruttive del sonno, il reflusso gastroesofageo e l’infezione da Helicobacter Pylori;
  • ingrossamento del sistema di vascolarizzazione situato sotto la retina (la coroide);
  • maggiore permeabilità dei vasi coroideali, che determina la disfunzione dell’epitelio pigmentato retinico e la fuoriuscita di liquido tra l’epitelio pigmentato e la retina stessa.

La malattia coinvolge in particolare il sesso maschile tra i 30 e i 50 anni, soprattutto persone sottoposte a condizioni di stress continuato.

Quali sono i sintomi della corioretinopatia sierosa centrale?

I sintomi interessano in genere un solo occhio alla volta. I più comunemente segnalati dai pazienti sono:

  • visione appannata, talvolta descritta come se si vedesse come quando si è sott’acqua o a traverso una goccia;
  • presenza di una macchia (scotoma) centrale;
  • calo della vista e immagini distorte/ondulate (metamorfopsie);
  • visione più scura centrale, solitamente grigiastra, e colori sbiaditi;
  • calo della vista da lontano.

Come avviene la diagnosi di corioretinopatia sierosa centrale?

In presenza dei sintomi elencati, riconducibili alla corioretinopatia sierosa centrale, è opportuno sottoporsi a visita oculistica

Loculista potrebbe suggerire la necessità di eseguire esami quali:

  • fondo oculare
  • OCT (tomografia a coerenza ottica), le immagini ottenute consentono di evidenziare il sollevamento della retina per via del fluido accumulato
  • fluorangiografia retinica, che permette di osservare accuratamente i margini dell’area lesionata e fornire indicazioni riguardo la terapia.
  • angiografia retinica con verde indocianina, che come la fluorangiografia consente di vedere i punti di iperpermeabilità per un trattamento mirato.

Come trattare la corioretinopatia sierosa centrale?

L’obiettivo del trattamento è evitare che la malattia recidivi e limitare il peggioramento del danno retinico. Pertanto inizialmente è fondamentale identificare ed eliminare i possibili fattori di rischio e laddove possibile, gestire meglio i fattori di stress, indagare in merito all’assunzione di terapia con steroidi (asma, malattie autoimmuni) che come abbiamo visto giocano un ruolo centrale e possono scatenare o peggiorare questa malattia. 

Il trattamento farmacologico può aiutare in certi casi una risoluzione più veloce del problema visivo. Esistono diverse opzioni che possono funzionare in aiuto o in alternativa ai moderni laser che oggi abbiamo a disposizione. 

Il trattamento primitivo può prevedere la fotocoagulazione laser argon normale, al fine di chiudere le anomalie presenti nella barriera emato-retinica esterna identificate tramite la fluorangiografia. Un’altra opzione è la terapia fotodinamica, che impiega la stimolazione laser dei vasi coroideali, prendendo sempre in riferimento le anomalie retiniche osservate nella fluorangiografia, questa limitata oggi a casi più complessi.

Il laser micropulsato, il più moderno trattamento attualmente, sarà valutato come una delle prime opzioni, una volta accertata la non risoluzione spontanea o trattamenti più conservativi; questo trattamento ha guadagnato molta importanza e viene talvolta usato più precocemente. 

Nella maggior parte dei casi, la corioretinopatia sierosa centrale si risolve autonomamente entro un periodo di 3-4 mesi (forma acuta), se persiste l’accumulo di liquido, viene già denominata forma cronica. 

La prognosi visiva è positiva, scomparendo il liquido entro i primi 3-6 mesi, ma fino al 50% dei pazienti può avere una recidiva di malattia entro un anno. Alcuni individui possono soffrire di una variante cronica della malattia. È essenziale che le persone con questa maculopatia siano seguite da un oculista specializzato nelle patologie retiniche, che possa raccomandare gli esami più appropriati e suggerire le terapie mediche o laser più indicate, monitorando anche la condizione della retina.

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