Sono giunte diverse domande da parte dei nostri utenti dedicate ai disturbi digestivi. Con l’aiuto degli specialisti di Humanitas, proviamo a fare chiarezza su reflusso gastro-esofageo, colon irritabile, ernia iatale e pirosi gastrica.
Il reflusso può causare fastidi e gonfiore addominale?
Un disturbo digestivo nei pazienti con reflusso gastro-esofageo, non necessariamente è collegato alla malattia; potrebbe infatti essere riconducibile a un rallentamento dello svuotamento gastrico. Potrebbe essere utile valutare se vi sono delle alterazioni visibili, eseguendo una esofago-gastro-duodenoscopia, per poi valutare se una terapia che aumenta lo svuotamento dello stomaco può migliorare la condizione.
Esiste una cura efficace per il reflusso?
Esistono diverse terapie per la malattia da reflusso gastro-esofageo. I farmaci più utilizzati sono gli inibitori di pompa protonica (come per esempio pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo), ma nel caso in cui il reflusso non sia acido, ma basico, queste terapie non funzionano. Nei pazienti che non hanno beneficio da questi farmaci può essere utile l’esecuzione della PH-impedenziometria per valutare il tipo di reflusso, il numero di reflussi e la correlazione tra i sintomi e l’effettiva presenza di reflusso gastro-esofageo.
La curcuma funziona contro reflusso e ernia iatale?
L’ernia iatale è una condizione anatomica caratterizzata dal passaggio di una porzione dello stomaco dall’addome al torace, attraverso un foro presente nel diaframma, la forma più comune è l’ernia iatale da scivolamento, con la risalita di una piccola porzione dello stomaco. Il cibo non può curare questa condizione anatomica, che nella maggior parte dei casi è del tutto asintomatica. In alcuni casi però la presenza dell’ernia iatale può favorire lo sviluppo di un reflusso gastro-esofageo e il paziente può manifestare dei sintomi specifici.
La curcuma è una sostanza naturale procinetica, come lo zenzero; entrambi aiutano la motilità delle alte vie dell’apparato digerente e possono migliorare i sintomi del reflusso gastro-esofageo.
I gastroprotettori possono avere controindicazioni?
I gastroprotettori sono farmaci molto utili nel trattamento di numerose patologie: esofagite, gastrite, malattia da reflusso gastro-esofageo. Tuttavia è stato dimostrato che l’utilizzo prolungato possa aumentare il rischio di mortalità, di fratture osteoporotiche, di infezioni da clostridium difficile e favorisca una riduzione dei livelli di magnesio e di vitamina B12 nel sangue. Pertanto è consigliabile eseguire la terapia per periodi di tempo limitati e se necessario a cicli, ma non continuativamente, per tutta la vita, come purtroppo molti pazienti fanno, spesso anche senza una specifica indicazione.
Vi è relazione tra colon irritabile e cervello?
Sembra che vi sia una correlazione diretta, d’altronde si dice che il colon rappresenta il nostro secondo cervello. Si tratta di una correlazione bidirezionale in quanto così come è vero che uno stato psicologico alterato (ansia, depressione) possa influenzare la funzionalità intestinale, è vero anche che la sindrome del colon irritabile può compromettere la qualità di vita dei pazienti e quindi anche la loro condizione psichica.
Quali sono i sintomi del colon irritabile?
La sindrome dell’intestino irritabile è una patologia caratterizzata da dolore addominale, che può essere continuo, crampiforme, saltuario, accompagnato da alterazioni della regolarità intestinale (diarrea, stipsi o alvo alterno).
Cosa fare in caso di colon irritabile? Quali possibili trattamenti?
Inizialmente è fondamentale escludere le cause infiammatorie o infettive che possono manifestarsi con i medesimi sintomi. Quindi, è possibile intervenire con diverse terapie che agiscano sul dolore, sulla motilità intestinale, sulla flora batterica intestinale (probiotici, antibiotici) e sul trofismo della parete intestinale (prebiotici).
Cosa mangiare in caso di colon irritabile?
Dipende dal tipo di alterazione della funzionalità che il paziente riferisce. Nei pazienti affetti da colon irritabile con prevalente stipsi, è consigliabile assumere fibre e bere circa 2 litri di acqua al giorno. Nei pazienti che presentano un alvo prevalentemente diarroico, le fibre andrebbero ridotte, così come i cibi grassi e quelli integrali.
Cosa mangiare in caso di pirosi gastrica?
È consigliabile una dieta mediterranea varia, può essere utile fare pasti piccoli e frequenti, ridurre al minimo i grassi (perchè ritardano lo svuotamento gastrico), tralasciare i cibi irritanti e quelle sostanze, come la menta, che riducono il tono dello sfintere esofageo inferiore o bevande gassate. Oltre a una corretta alimentazione, è utile non coricarsi prima che siano trascorse almeno tre ore dalla conclusione del pasto serale.
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