I ragazzi di oggi sono più sedentari rispetto ai giovani del passato, ma quanto conta l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet? Ne parliamo con il dottor Stefano Respizzi, Senior Consultant del Dipartimento Riabilitazione e Recupero Funzionale in Humanitas.
“L’attività ludico-sportiva garantisce uno sviluppo completo nei ragazzi; oggi però i ragazzi dedicano poco tempo all’attività fisica e presentano competenze motorie estremamente limitate. Una situazione molto diversa rispetto ad alcuni anni fa, quando lo sport rappresentava una componente fortissima nella crescita di bambini e ragazzi”, spiega il dottor Respizzi.
I vantaggi dello sport di squadra
“Con il passare degli anni si è un po’ persa la dimensione sociale dello sport; gli sport di squadra, invece, sono importantissimi per i nostri ragazzi non solo perché ne favoriscono un corretto sviluppo, ma perché ne rafforzano le competenze motorie e ne incrementano la capacità di collaborazione nel raggiungere un obiettivo comune. È bene lasciar liberi i ragazzi di sperimentarsi anche in attività diverse: l’importante è che si muovano. Troppo spesso noi adulti ci concentriamo sui risultati, ma l’agonismo e le pressioni eccessive possono disincentivare i ragazzi e favorire il loro abbandono allo sport”, precisa lo specialista.
Lo sport che piace
“È bene dunque che ciascuno trovi lo sport che preferisce: praticare un’attività motoria con piacere è infatti un elemento fondamentale per far sì che bambini e ragazzi siano costanti. Allenarsi con regolarità nel corso dell’adolescenza aumenta poi la probabilità che il ragazzo sviluppi un’attitudine al movimento e che assuma questo stile attivo anche negli anni a venire.
Il problema dunque non risiede nell’uso del cellulare o dei dispositivi mobili di per sé, ma questa abitudine va guardata in un contesto più ampio che vede un incremento importante di stili di vita improntati alla sedentarietà, anche negli adulti.
È bene dunque che la pratica di un’attività ludico-sportiva regolare sia inserita in uno stile di vita sano, che preveda un’alimentazione equilibrata e una vita attiva, a partire dalle più semplici abitudini quotidiane, preferendo gli spostamenti a piedi o in bicicletta e le scale agli ascensori e alle scale mobili”, ha concluso il dottor Respizzi.
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