I gemelli condividono il DNA e sono spesso oggetto di studio proprio per la loro peculiarità. In Italia è attivo il Registro Nazionale Gemelli, su iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità, con l’obiettivo di contribuire a chiarire quali fattori ambientali, genetici e abitudini di vita influenzano la salute psicofisica della popolazione. La partecipazione dei gemelli agli studi e alle ricerche è di grande aiuto per comprendere i meccanismi delle malattie e provare, laddove possibile, a prevenirle.
Uno dei progetti di ricerca è proprio in Humanitas, è partito un anno e mezzo fa ed è dedicato alla psoriasi, come hanno spiegato il professor Antonio Costanzo, Responsabile di dermatologia, e il professor Carlo Selmi, Responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica, in un servizio del TGR Leonardo.
Lo studio
“La psoriasi è una malattia molto frequente nella popolazione generale, che colpisce circa il 3% della popolazione e più o meno un quarto di queste persone svilupperà anche una forma di artrite, ovvero un’infiammazione a carico delle articolazioni e di altre parti del nostro scheletro”, ha spiegato il prof. Selmi.
Per comprendere meglio la psoriasi sono state esaminate 60 coppie di gemelli: “Abbiamo ora una lista di 52 geni, che stiamo studiando in maggior dettaglio e che a nostro parere possono concorrere a causare la psoriasi o l’artrite psoriasica”, ha continuato il prof. Selmi.
Il ruolo dell’ambiente
L’ambiente influisce sull’epigenetica, è in grado cioè di modificare la capacità dei geni di essere letti e così la malattia può svilupparsi solo in uno dei gemelli. “Siamo riusciti a identificare alcuni geni che vengono metilati, cioè modificati, in maniera diversa nella coppia di gemelli. Questi sono i geni target dell’ambiente”, ha commentato il professor Costanzo.
Il passo successivo è il confronto con persone affette da psoriasi che hanno, a differenza dei gemelli, un patrimonio genetico diverso tra loro. “Questo speriamo ci permetterà di identificare delle proteine, dei marcatori nel sangue, che possano indicare se una persona ha un rischio di ammalarsi di psoriasi o di artrite psoriasica”, ha aggiunto il prof. Costanzo.
Lo studio punta anche a definire le diverse forme di psoriasi e per ciascuna quanto conti il DNA e quanto invece l’ambiente.
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