Il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, giovedì 7 luglio sarà ospite della Milanesiana, il Festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi e giunto alla sua XVII edizione. La Milanesiana offre anche quest’anno un programma ricco di mostre, incontri, musica e letture, in cui trovano spazio la letteratura, la musica, il cinema, la scienza, l’arte, la filosofia e il teatro. Il professor Mantovani interverrà in occasione della serata dedicata al vanto italiano con una lettura illustrata. L’appuntamento è per “Viaggio in Italia, Europa, Mondo – Il vanto dell’Italia”, giovedì 7 luglio alle ore 21 presso il Teatro Parenti a Milano.
Il lavoro dello scienziato
Da diversi anni il professor Mantovani è il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. Così racconta il suo approccio all’essere scienziato: “Il lavoro dello scienziato richiede una grande dose di umiltà, in particolare in ambito biomedico. Umiltà rispetto non solo alle persone, ma anche ai dati, che non sempre sono come li vorremmo o ce li aspetteremmo. E alla critica, perché il nostro lavoro è basato su di essa e sulla revisione dei pari.
La Biomedicina procede in un percorso bidirezionale dalla conoscenza in laboratorio fino al trasferimento delle scoperte alla clinica attraverso un processo fatto di osservazioni, esperimenti, ipotesi che vanno sempre verificate: possono rivelarsi intuizioni più o meno geniali, portando a una scoperta, oppure possono sfumare in un nulla di fatto, mettendo chi le formula davanti alla necessità di accettare il proprio errore e cambiare strada.
Scienza e ricerca sono ambiti in cui lo spirito critico deve sempre essere presente: significa confronto, accettazione della critica e tolleranza delle opinioni altrui, diverse dalle proprie. Significa ammettere la propria fallibilità ed essere umili nei confronti delle evidenze. L’umiltà e la trasmissione dello spirito che caratterizza il metodo scientifico sono un contributo fondamentale e imprescindibile della Ricerca alla società tutta”.
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